Intervista allo storico ex sindaco di Lugano che non nasconde le preoccupazioni per le prossime elezioni comunali: "Il PLR rischia di perdere un seggio"
LUGANO - È un Giorgio Giudici molto preoccupato quello che commenta la crisi del PLR luganese dopo la decisione di Michele Bertini di non ricandidarsi. Lo storico ex sindaco di Lugano teme che il suo partito possa uscire con le ossa rotte alle prossime elezioni comunali, addirittura perdendo un seggio in Municipio.
Giorgio Giudici, innanzitutto, come legge la decisione di Michele Bertini?
“Sono rimasto molto sorpreso e onestamente non ne capisco le motivazioni. In politica subisci sempre delle critiche, io ne ho subite tantissime. Ma se hai carattere e idee alla fine le superi concentrandoti sull’obbiettivo. Ma la domanda che mi faccio a questo punto è: ce l’aveva un obbiettivo?”
Le dispiace in modo particolare che Bertini abbia lasciato, visto che era stato lei a cedergli il posto in Municipio?
“Io gli ho lasciato il posto anche se potevo fare ancora quattro anni. Ma allora mi resi conto che il mio contributo non avrebbe giovato al lavoro del nuovo Municipio. Mi limito a constatare che oggi la presenza liberale nell’Esecutivo si è indebolita. E cosa succederà adesso proprio non lo so. Anche perché non vedo figure nuove forti. È vero, c’è Karin Valenazno Rossi, che ha delle doti, ma mi sembra ancora un po’ acerba rispetto agli avversari”
Rischiate di perdere un seggio in municipio, come temono alcuni vostri esponenti?
“Assolutamente sì, il rischio è più che fondato. E sarebbe un vero dramma per il PLR. Significherebbe la fine di un’era storica sia per il partito che per la Città di Lugano”
Ha qualche idea per scongiurare questo pericolo?
“Ho letto che Fulvio Pelli si candida per il Consiglio Comunale. Secondo me sarebbe un candidato forte anche per il Municipio. È una figura di spicco del PLR, che ha esperienza ed è credibile e carismatico. Io gli chiederei di andare in lista anche per l’Esecutivo”
Il primo obbiettivo, dunque, è a suo avviso quello di rafforzare la lista per il Municipio?
“Assolutamente, perché così siamo destinati a soccombere”
Lei da qualche anno non è più attivo nel partito e non partecipa alla vita della sezione. Ma, da osservatore esterno, che idea si è fatto su questa crisi del PLR luganese? Come si è arrivati a questo punto?
“Dipende molto dal clima che si è instaurato all’interno e che io non conosco direttamente. Però ho sempre pensato che un partito come il nostro non dovrebbe mai essere a rimorchio di nessuno, dimostrando sempre una grande capacità progettuale e operativa. Forse è questo che è mancato”.
E del presidente Guido Tognola che dice?
“Lui è un neofita della politica e come tutti i neofiti è portato a creare grandi strategie. Ma poi, quando si fanno i conti, tra la politica del dire e quella del fare c’è sempre un abisso”.