Anche gli iniziativisti che volevano rilanciare il cosiddetto albo dei padroncini hanno concordato con l'unico rapportop resentato, che la giudicava impraticabile a livello giuridico
BELLINZONA – Non ci sarà una LIA bis, nemmeno ‘ridotta’. Oggi il Parlamento con 73 si, 7 no e 2 astenuti ha approvato il rapporto unico di Lorenzo Jelmini, sottoscritto da rappresentanti di tutti i partiti, che chiedeva di respingere l’iniziativa bis.
Anche qualcuno fra gli iniziativisti, vedi Giovanna Viscardi, si è arresa. “C’è il diritto superiore, ovvero la libera circolazione”, sospira. E ovviamente la votazione sulla libera circolazione di settembre è echeggiata in molti interventi, tanto che a un certo punto Tiziano Galeazzi ha detto che se tutti votassero in conseguenza a quanto sentito oggi a Lugano, l’85% dei ticinesi direbbero sì all’abolizione. C’è stato anche l’episodio Zali-Pronzini di cui abbiamo riferito.
Nell’iniziativa i firmatari “condividono che, alla luce degli effetti positivi dati dalla stessa nel suo breve periodo di vita, sia essenziale trovare in breve tempo una soluzione alternativa, compatibile con il diritto superiore, ma che permetta nel contempo di avere un controllo sulle imprese artigianali che operano sul nostro territorio, di favorire chi è in grado di fornire lavoro di qualità e di arginare i fenomeni negativi e nocivi connessi con un esercizio dell'attività di scarsa qualità”.
L’idea era salvaguardare quanto di positivo visto con l’implementazione della LIA:
“1. Accertare la presenza in Ticino di un numero importante di imprese che sfuggivano al rilevamento: prima dell'adozione della LIA si stimava che dalla stessa sarebbero state toccate circa 2000-2500 imprese; in realtà sono oltre 40001. Quale conseguenza del rilevamento di numerose aziende non ancora censite e presenti in Ticino è stato possibile: - assoggettare ai CCL diverse imprese non ancora identificate e sottoposte; - accertare la struttura delle imprese non censite e il numero di dipendenti cui danno lavoro.
2. Controllare le imprese già censite e accertarne la struttura, il numero di dipendenti e la conformità dell'attività con gli scopi sociali delle stesse, segnalando così al registro di commercio le incongruenze ed eventuali dati inesatti.
3. Migliorare il rilevamento e la lotta ai fenomeni di malaedilizia e di concorrenza sleale e contrastare il moltiplicarsi di aziende fittizie.
4. Instaurare collaborazioni e sinergie tra gli organi di sorveglianza che hanno permesso una maggiore incisività dei controlli; 1 Dati all'11 giugno 2018 (Statistiche LIA 2016-2018): - 5'730 domande di iscrizione per 4732 imprese (ci sono casi di iscrizioni a più categorie); - 4'557 domande di iscrizione con sede in Svizzera (ca. 250 da altri Cantoni); 1'173 dal resto dell'Europa (di cui 1'109 dall'Italia); - su 4'557 domande di iscrizione, solo 115 sono state respinte in virtù dell'esito negativo delle verifiche tecniche (45 con sede in Italia e 70 in Svizzera).
5. Segnalare ai competenti organi le potenziali ditte fittizie, create con l'unico scopo di eludere la limitazione delle entrate sul territorio tramite notifica a 90 giorni;
6. Professionalizzare le imprese e valorizzare le figure professionali prive di titoli, ma con sufficiente esperienza tecnica;
7. Rientrare gli scoperti nei confronti di istituti pubblici e privati di assicurazione. L'iscrizione all'Albo LIA è infatti subordinata all'annuale presentazione della seguente documentazione: - documenti comprovanti l'avvenuto pagamento – nell'anno precedente – dei contributi AVS/AI/IPG/AD, LAINF, cassa malati, LPP, contributi professionali, imposte alla fonte, ev. PEAN e cauzioni se previste dai CCL; - attestazione sul rispetto del CCL rilasciata dalla competente commissione paritetica, per le imprese assoggettate; - dichiarazione aggiornata di una compagnia assicurativa RC per almeno 1 milione o garanzie equivalenti. L'iscrizione di imprese con importanti scoperti relativi a oneri sociali, LPP, assicurazioni,… è stata subordinata alla sottoscrizione di un accordo di rientro rateale con i creditori, con la comprova del rispetto delle scadenze mensili di pagamento.
8. Ridurre il numero di notifiche di prestatori di servizio esteri indipendenti (padroncini)”.
Ma la Commissione, in un rapporto unico, aveva detto no. “Le approfondite verifiche attuate e le consultazioni che è stato possibile organizzare non lasciano grande spazio per un giudizio positivo e, benché si ritengano valide le motivazioni che hanno spinto a presentare questo atto parlamentare, la Commissione propone al Gran Consiglio di respingere l’iniziativa elaborata presentata da Amanda Rückert e cofirmatari perché destinata a scontrarsi con ulteriori ricorsi che, come per la precedente LIA, non potranno che sancire la sua incompatibilità con il diritto superiore”, spiegava il rapporto stesso. “La Sottocommissione si era inizialmente espressa favorevolmente per la LIA e la nuova proposta indicata in questa iniziativa elaborata. Se dunque la Sottocommissione, in prima battuta, e la Commissione, in seguito, sono giunte alla conclusione convinta che l'iniziativa non può essere sostenuta è proprio perché risulta realmente impraticabile e si vuole evitare di elaborare uno strumento che crei solo illusioni”.
Venivano però proposti alcuni strumenti, come un label per responsabilizzare le aziende, notifiche per sapere chi lavora sul territorio, sensibilizzazione delle istanze federali sul tema della concorrenza dei padroncini. Molti hanno sottolineato come il Ticino faccia da capofila sulla tematica