Si scatena il dibattito sul ruolo del padre in famiglia. Per il vignettista ciascuno ha il suo, predefinito, per il socialista "sia mai che il pubblico scopra che anche un uomo ha le capacità per contribuire all'educazione dei figli"
LUGANO - Fra circa un mese si voterà sul congedo paternità di due settimane. Molti sono i pareri, con una divisione fra chi teme ripercussioni sull'economia e chi invece ritiene indispensabile la presenza paterna in caso di nascita.
Il vignettista Armando Boneff dice la sua e pone in discussione anche il significato di un congedo simile nell'economia e nell'organizzazione di una famiglia. "Sono contrario al congedo paternità per due motivi: in primis perché è al di sopra delle nostre possibilità economiche in un momento già di per sé delicato per l'economia, poi perché intravvedo un metodo per forzare l'unificazione dei ruoli genitoriali rendendoli indistinguibili", scrive.
"Nel mio modello di famiglia ciascun genitore è educatore e modello distinguibile dalla prole e sussidiario al proprio partner con l'apporto delle proprie peculiarità ed esperienze di genere. Cioè il papà è il papà e la mamma la mamma, non soltanto per il ruolo nel concepimento", sottolinea.
Per poi attaccare: "Inoltre, anche se non c'entra ma è sempre bene ricordarlo ai "mangiafamiglia": non esiste altra genitorialità reale se non quella biologica naturale. L'adozione le si avvicina poiché generata da un doppio atto d'amore reale (cioè non confondibile, più o meno in buona fede, con una tracimazione ormonale)".
A rispondergli, con ironia, è il socialista Angelo Mordasini. "Sia mai il pubblico scopra che anche un uomo ha le capacità per contribuire all'educazione dei figli. Già mi immagino una sfilza di ragazzi confusi che compilando un qualche modulo digitano febbrilmente su google "il papà è quello maschio o quello femmina?".