Intervista al presidente del PLR alla vigilia delle decisioni federali e a pochi giorni dalle elezioni
LOCARNO - Alessandro Speziali, iniziamo dalle decisioni di Berna attese per domani sulle misure anti Covid. Negli ultimi mesi il PLR ha spesso chiesto maggiore coraggio al Consiglio federale sulla necessità di dare finalmente prospettive alle aziende. Significa che è più vicino alla posizione del presidente UDC Marco Chiesa che a quelle di Ignazio Cassis in governo?
A dire il vero la nostra posizione è vicina a quella di larghe fette della società e alle molte aziende che sono in crisi – non solo economica. Quanto a Ignazio Cassis: è un Consigliere federale membro di un Governo che decide secondo una propria logica. Marco Chiesa, invece, è un presidente di partito e quindi è molto più libero. Posso però confermare che il PLR ticinese spinge con più forza verso l’apertura rispetto al partito svizzero, al quale non abbiamo mancato di scrivere.
Molte aziende sono con l’acqua alla gola a causa della crisi Covid, ma i soldi promessi pare arrivino a singhiozzo. Vitta e il DFE stanno facendo abbastanza e soprattutto abbastanza rapidamente a livello di aiuti?
Vero, ci sono testimonianze che ci preoccupano e che ci hanno fatto attivare direttamente con il DFE per dei chiarimenti. Ma ci sono anche molte altre aziende che hanno ricevuto gli indennizzi in poco tempo. Sia quel che sia, da una parte vogliamo evidentemente evitare che aziende (anche sane) soffochino, dall’altra il Governo deve assicurarsi che soldi pubblici non evaporino a causa di abusi o, peggio, finiscano in qualche circolo malavitoso. La nostra pressione comunque non manca, già dai primi giorni della prima ondata.
Il PPD sta ponendo l’accento su temi come formazione e occupazione. Che sono anche temi storici del PLR. Vi state facendo soffiare due vostri temi chiave?
Il PLR parla di formazione da decenni, spostando l’accento sui vari livelli di scuola a dipendenza delle esigenze del mondo della scuola. Venendo ai posti di lavoro: stiamo conducendo da parecchio tempo una battaglia affinché il Parlamento non produca di continuo vincoli che gambizzano le aziende, ma che abbia il coraggio di investire e far correre lo spirito imprenditoriale – anche dei più piccoli. Chiunque voglia portare avanti con noi battaglie liberali, è il benvenuto.
Le Comunali di domenica sono il suo primo banco di prova da presidente. È nervoso? Come si sente?
Per ora i nervi sono abbastanza rilassati. Ma probabilmente da domenica mattina qualche tensione affiorerà: ci tengo molto che il Partito faccia bene, perché credo nei tanti piccoli e grandi progetti. Dalla politica del tombino alle opere pubbliche che disegneranno i Comuni dei prossimi 20 anni, ogni decisione può cambiare il futuro. Il federalismo parte da qui.
Il PLR in diversi comuni è di fronte ad un cambiamento importante con nomi illustri che lasciano. Basti pensare a Bertini a Lugano o Bersani a Bellinzona. Paura di perdere posizioni?
Le molte partenze illustri – che hanno dato tanto – sono una sfida: si tratta di stimolare il vivaio di nuove personalità, capaci di interpretare l’eredità ricevuta e proiettarla in avanti con coraggio e creatività. È un lavoro senza sosta quello del ricambio: non è una questione di posizioni, ma della capacità di confrontarsi con una società mai ferma. E che si aspetta molto da noi.