POLITICA E POTERE
Dadò: "Serve lealtà e che tutti remino nella stessa direzione. PLR, basta atteggiamenti da primi della classe"
Il presidente del PPD accusa il PLR per quanto successo in Gran Consiglio: "Se avessero detto come avevano intenzione di comportarsi, Agustoni avrebbe fatto ritirare Ermotti Lepori. Non si calpestano così le persone". E la fiducia non c'è più

BELLINZONA - Ormai è scontro aperto tra i presidenti di PPD e PLR. La miccia che ha fatto esplodere il tutto è stata l'elezione a seconda vicepresidente del Gran Consiglio di Nadia Ghisolfi, che si è candidata spontaneamente ed ha sfidato la scelta ufficiale del suo partito, Maddalena Ermotti Lepori, battendola nettamente ai voti. Dadò ha da subito accusato il PLR di aver detto che avrebbe votato in un certo modo per poi fare tutt'altro.

Le tensioni fra i due partiti non si sono mai spente dopo l'alleanza per le Nazionali, che come noto non ha portato i frutti sperati. 

"Quel che è successo in aula è il risultato di un problema interno al gruppo PPD che non è riuscito a proporre una candidatura unica e condivisa da loro stessi, e che tutti avrebbero seguito, aveva replicato Speziali, presidente liberale, attraverso La Regione. Ovvero: non era un nostro problema, malgrado il PPD abbia indicato come capro espiatorio della situazione il PLR. Alcuni liberali hanno votato per Ghisolfi, aveva ammesso Speziali, nonostante la capogruppo avesse indicato di scegliere Ermotti Lepori, ma lo stesso è accaduto in altri partiti.  "Il mio invito è quello di riposizionare il dibattito sull’agenda politica e non sui battibecchi partitici, che agitano alcuni nel colosseo della politica, ma poi fuori sul territorio non vengono compresi né accettati. Stiamo provando a rilanciare il cantone e le sfide non mancano", aveva concluso Speziali.

Ma oggi, sempre attraverso La Regione, Dadò rincara la dose. "Se tutti avessero detto le loro intenzioni in modo trasparente, come hanno fatto sia la Lega sia il PS, non sarebbe stata umiliata un’ottima deputata come Ermotti-Lepori, perché Agustoni (che ha gestito l'elezione, ndr) le avrebbe consigliato di ritirarsi. Non si calpestano così le persone, la gravità è anche questa", ha spiegato. Il problema non è stato tanto, dunque, il votare per Ghisolfi, ma il non averlo detto. "È chiaro che da questa vicenda, è inutile nascondersi, chi l’ha gestita non ne esce bene. In casa PPD, ma altrettanto in casa liberale. Perché se è vero che Agustoni, come altri capigruppo, è stato tratto in inganno, c’è qualcuno che non l’ha raccontata giusta e che dovrebbe farsi una domanda sul significato della lealtà". Cita le discussioni in seno al PLR e i messaggi scambiati dai deputati nella chat: afferma che se Speziali non ne è a conoscenza, è grave.

E tutto questo mina la fiducia che i popolari democratici nutrono nei liberali, ammette Dadò: "proprio in un momento nel quale il Paese ne ha bisogno come il pane. Ha bisogno di fiducia, lealtà e che tutti remino nella stessa direzione: l’ho detto più volte a Speziali, ancora recentemente alla tv. Ma la loro risposta è stata questa". E ha citato anche gli applausi di alcuni deputati liberali al no alla CPI sugli abusi sessuali, una vicenda che non ha mai digerito. 

Dadò è ripartito all'attacco: se il PPD è un partito in difficoltà, il PLR a suo avviso non sta meglio.  "Speziali dovrebbe abbassarsi di due dita, perché la ruota gira per tutti e se guardiamo i suoi risultati non sono per nulla esaltanti come vuole far credere: non è il mio partito ad aver perso il 7% a Lugano, dove tra altro si stanno togliendo i panni da addosso. E neppure a Bellinzona o Locarno dove il PLR ha perso ben il 4%. Se questo è vincere, beato lui". 

E per il futuro? "Noi collaboriamo attivamente e positivamente con tutti coloro che lavorano in maniera onesta, leale e trasparente. Liberali radicali compresi, purché cambino l’atteggiamento nei confronti di tutte le forze politiche, che pur non dicendolo pubblicamente, sono stufe di questo atteggiamento da primi della classe. Se il PLR ci sarà (a cercare di far ripartire il paese dopo la pandemia, ndr) bene, se non ci sarà intavoleremo le discussioni con le altre forze politiche. E se necessario, chiameremo la popolazione alle urne".

 

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