POLITICA E POTERE
"Politiche antisociali, classiste e inefficaci", i Giovani Comunisti contro la raccolta firme per alzare l'età pensionabile
La GC porta avanti il concetto base "Lavorare meno per lavorare tutti", "che permetterebbe di distribuire il lavoro più equamente e diminuire la disoccupazione, oltre a permettere anche di prevenire alcuni problemi di salute sia fisica che mentale"

BELLINZONA - I Giovani Comunisti non sono per nulla d'accordo con la raccolta firme promossa dai Giovani Liberali e dal PLR per alzare l'età pensionabile, sia perché i lavoratori di alcune categorie professionali si trovano in netta difficoltà con l'età sia perché la disoccupazione è particolarmente alta tra giovani e non più giovanissimi.

Lo scopo della raccolta firme è "innalzare l'età pensionabile per entrambi i sessi a 66 anni entro il 2032. In seguito dovrebbe essere adattata alla speranza di vita aumentando di 0,8 mesi per ogni mese di aspettativa di vita supplementare. La GC ritiene inaccettabile quest’iniziativa che nuoce alle lavoratrici e ai lavoratori: i liberali continuano infatti a favorire i privilegi delle persone facoltose e parallelamente a smantellare i diritti sociali di chi lavora", si legge in una nota.

Come detto, "oltre a ciò, va considerato che innumerevoli professioni sono fisicamente estenuanti e perciò il personale più anziano che si trova già in grave difficoltà con problemi fisici si confronterà con ulteriori anni di lavoro prima di poter ottenere una meritata pensione. Occorre inoltre ricordare il tasso di disoccupazione, allarmante sia tra i giovani (la GC per questo motivo ha lanciato una petizione contro il precariato giovanile), sia fra i lavoratori più anziani, per i quali un aumento dell’età pensionabile risulterebbe dunque particolarmente controproducente".

Il concetto base della GC è molto diverso: "Lavorare meno per lavorare tutti”, un concetto base che permetterebbe di distribuire il lavoro più equamente e diminuire la disoccupazione, oltre a permettere anche di prevenire problemi di salute sia fisica che mentale riconducibili direttamente al lavoro".

Sebbene serva rafforzare l'AVS, alzare l'età pensionabile non è il metodo corretto per i giovani comunisti, che vorrebbero prendere "i soldi dove ci sono, ovvero dalle grandi aziende e multinazionali e dalle persone ricche, che fin troppo hanno già beneficiato di sgravi e vantaggi fiscali, senza portare però reali benefici sociali al nostro Paese né creare un valore aggiunto al nostro territorio".

E attaccano i colleghi liberali: "Insomma, per l’ennesima volta i giovani liberali si dimostrano i più irremovibili difensori delle diseguaglianze sociali ed economiche, promuovendo un’iniziativa serve essenzialmente al grande capitale, contro cui noi ci schieriamo in difesa dei diritti dei lavoratori. Non possiamo però permettere che il futuro dei giovani lavoratori e delle giovani lavoratrici venga ipotecato da simili politiche antisociali, classiste ed inefficaci".

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