Speziali: "Stop al Regno delle pretese". Sirica: "Contabili killer della politica". Si va verso una nuova polarizzazione e il PPD rischia di rimanere stritolato
LUGANO - In principio fu l’iniziativa Morisoli, da subito “benedetta” con le firme di Ale&Ale, presidente e capogruppo del PLR. Un segnale politico forte che ha creato i presupposti affinché la proposta -che prevede di portare in pareggio i conti dello Stato entro il 2025, agendo sulla spesa e senza nuovi aumenti d’imposta - venisse rapidamente approvata dal Gran Consiglio con i voti dei liberali radicali, della Lega e dell’UDC.
Un segnale politico forte, si diceva, che ricolloca saldamente il PLR nel centrodestra, dopo il passo deciso già compiuto verso quell’area con l’iniziativa, presentata la scorsa estate, che mira a sgravare i ricchi. Nessuna sorpresa: Alessandro Speziali, durante la campagna per la presidenza, aveva detto a chiare lettere che, se eletto, avrebbe tessuto alleanze con il fronte borghese, poiché nella sua visione il partito doveva smettere di essere un ponte tra destra e sinistra. Promessa mantenuta.
"Come Regan e Masoni"
Ma torniamo al principio, all’iniziativa Morisoli. Già durante la gestazione della proposta, la sinistra era andata all’attacco dei liberali radicali. Il co-presidente Fabrizio Sirica aveva commentato con parole severe la scelta di appoggiarla: “A me sembra che il PLR abbia assunto un orientamento di ultra destra dal punto di vista della gestione delle finanze pubbliche”. L’approvazione del Parlamento, la scorsa settimana, ha ulteriormente accentuato i toni dello scontro.
Sabato, con un intervento pubblicato sulla Regione, Speziali ha ribattuto alle critiche, a cominciare dalla principale: quella di aver rispolverato dal cassetto politiche liberiste di stampo reganiano e masoniano. Critiche giunte, oltre che dai socialisti, anche dal vicedirettore del quotidiano Lorenzo Erroi e dall’economista Sergio Rossi che aveva così commentato l’esito della votazione parlamentare: “Si continua a insistere con un approccio che impoverendo lo Stato finisce per impoverire e indebolire anche le famiglie e le piccole imprese. Andando avanti così rischiamo insomma di andare”
Speziali: “Tenere i conti a posto, non è un’angheria verso i più deboli”
La replica di Speziali: “Il prof. Sergio Rossi – e chi se non lui – ci spiega che il buon padre di famiglia è “colui che in un momento di difficoltà, accetta di indebitarsi, per non privare la sua famiglia di uno standard di vita e di prospettive adeguate”. Suona ragionevole, purché ci mettiamo d’accordo su quale sia l’‘adeguatezza’ della quale parliamo – e l’impresa è tutt’altro che semplice. Per esempio, se quel padre stesse discutendo con i figli di 10 e 12 anni, probabilmente si sentirebbe dire che ‘adeguato’ è l’iPhone nuovo ogni anno, il leasing da mille franchi al mese per la Tesla e tre vacanze annue di due settimane alle Maldive – visto che in fondo, per un bambino, chiedere è sempre gratis. Il problema è proprio questo: nella grande famiglia disfunzionale della politica parlamentare, oggi ci sono un po’ troppi bambini desiderosi. Il risultato è che stiamo normalizzando – con preoccupante spensieratezza – il ‘Regno delle pretese’. A un certo momento occorre però tornare al nostro status di persone adulte con un compito, talvolta ingrato ma sempre onorevole: riaffermare il primato dei doveri sui diritti. Declinato per la gestione finanziaria, questo principio significa che tutte le proposte politiche devono essere valutate ponendo la stessa domanda: chi paga?”.
“In tutto ciò che facciamo - ha scritto ancora il presidente del PLR - la nostra più grande responsabilità è generazionale. Tenere i conti a posto, perciò, non è un’angheria verso i più deboli: è un modo per evitare di pagare le spese del presente con la Visa dei ticinesi del futuro – proprio ciò che farebbe un padre di famiglia responsabile. Repetita iuvant. Non siamo sbirri che manganellano ogni genere di uscita dello Stato: pediniamo i passi spediti della gestione corrente, non il conto degli investimenti. E anche se non abbiamo nella stanzetta il poster di Ronald Reagan, ecco dunque spiegato perché non ci siamo vergognati di accogliere (emendandola) una proposta altrui, facendo nostra una frase che l’ex presidente considerava tanto importante da indossarla, stampata sui gemelli della camicia: «Non c’è limite a ciò che può fare un uomo, se non gli importa chi si prende i meriti»”.
Sirica: “Contabili killer della politica”
Stamane, sempre sulla Regione, è giunta la contro replica firmata da Fabrizio Sirica, che la tocca piano. Dopo aver bollato come di “ultra destra” le posizioni del PLR, il co-presidente del PS definisce i liberali radicali come “contabili killer della politica”.
“Sostanzialmente - annota Sirica - la logica è questa: agire immediatamente per il pareggio dei conti è un dovere, una responsabilità verso le future generazioni. Ma in verità, anche con questa massima del buon senso, Speziali non risponde in alcun modo alle critiche di fondo che sono: perché forzare i tempi, annichilendo l’analisi della problematica, per appiattirsi a priori alla fallimentare ideologia liberista del meno Stato? Se il dovere del pareggio è avvertito in maniera importante, perché non ragionare su tutte le possibilità, contemplando pure le entrate? Entro il 2025 il Ticino deve rivedere le stime immobiliari, le più basse della Svizzera, che creano problemi assicurativi oltre che lasciare ingiustamente centinaia di milioni nelle tasche di grandi proprietari immobiliari. Perché quindi non contemplare nel progetto di rientro anche questa possibile entrata, facendo una riforma capace di essere a costo zero per i proprietari della prima casa e in senso largo del ceto medio? Perché non prevedere un “contributo di solidarietà” provvisorio per chi si è arricchito durante il Covid?”.
“Mi sono davvero, gravemente preoccupato - conclude Sirica - quando ho sentito dire in parlamento, parlando per il gruppo Plr: “Prima pensiamo al pareggio, poi potremo riprendere la progettualità”. Questa è la morte della Politica per mano di contabili. È a questo che si è ridotto il Plr? Fare da portavoti all’ideologia di ultradestra (in ambito di finanze pubbliche) di Morisoli? Qual è la vostra visione sui temi presentati sopra? Sgravi ai ricchi? No perché io ho sentito solo questo da parte vostra. Ed è un peccato”.
Verso una nuova polarizzazione
Insomma, il dibattito è acceso, con vista sul preventivo e sulle prossime elezioni cantonali. In tutto questo non va dimenticato che il PS ha presentato un elaborato piano di rilancio che prevede una spesa di circa 200 milioni all’anno. È chiaramente in atto un rimescolamento delle carte che spalanca le porte a una nuova polarizzazione tra centrodestra e centrosinistra. Il che, probabilmente, sotto sotto non dispiace né al PLR né ai socialisti, pronti a ritagliarsi un ruolo da protagonisti sul "nuovo" scacchiere politico. Chi rischia di rimanere stritolato è il PPD, che tra l'ala economica e l'ala sociale farà una gran fatica a costruire un profilo chiaro.