POLITICA E POTERE
L'affondo di Fabrizio Sirica: "Il PLR accodato all'ultra destra"
Duro giudizio del presidente socialista sui liberali radicali. E sulla lista unica con i Verdi per il Governo dice: "Pronto a farla senza preclusione sui nomi"

MELIDE - “A me sembra che il PLR abbia assunto un orientamento di ultra destra dal punto di vista della gestione delle finanze pubbliche”. Parola di Fabrizio Sirica che, nel corso della puntata di “Detto tra noi” in onda mercoledì sera su TeleTicino, ha lanciato una severa stoccata ai liberali radicali.

Il duro giudizio del co-presidente del PS nasce dalla doppia iniziativa del partito guidato da Alessandro Speziali in ambito di finanza pubblica: da un lato la proposta di sgravi fiscali per i ricchi, dall’altra la firma apposta dallo stesso Speziali e dalla capogruppo Alessandra Gianella a un atto parlamentare dell’UDC che propone il pareggio di bilancio, esclusivamente tramite il contenimento della spesa, entro il 2025. L’iniziativa è stata sottoscritta anche dalla Lega e dal PPD (ma non da presidente e capogruppo, il che ha un peso nel linguaggio di Palazzo.....).

Un atto politico del PLR, quest’ultimo, che ha lasciato di stucco Sirica: “Mi ha sorpreso molto. E ammetto che sono anche andato a discute con loro: “Ma cosa fate? Vi accodate a una visione di ultra destra?”, gli ho detto. Non si può gestire lo Stato come se fosse un’impresa, cercando il pareggio di bilancio in maniera contabile. Lo Stato deve avere la visione su più anni, anche perché ha le risorse per permetterselo. Adesso è un momento di crisi e quindi si può fare un po’ di debito. Poi si potrà rientrare neiprossimi  anni”.

Netto il giudizio di Sirica anche su quelle aziende che affermano di  non poter pagare il salario minimo. Premesso che secondo il co-presidente socialista le “minacce” di delocalizzazione non sono credibili, e che a queste imprese lo Stato può proporre un piano di sostegno e accompagnamento,  per il Ticino “sarebbe buona cosa abbandonare i settori economici dove avviene uno sfruttamento dei lavoratori. Quindi, sì, gli scatoloni per andarsene li aiuto farli io a un’azienda che paga 16 franchi all’ora gli operai”.

E sulla notizia che il sindacato UNIA ha un patrimonio di un miliardo di franchi, Sirica taglia corto: “Quelli sono soldi di noi lavoratori, io sono iscritto al sindacato UNIA, mica sono illegittimi o rubati. Ed è un bene che siano tanti, perché se si deve lottare, o fare uno sciopero, c’è un fondo che consente al sindacato di avere un rapporto di forza con il padronato”.

Molto, molto, interessanti i messaggi lanciati dal co-presidente del PS in ottica delle prossime elezioni cantonali. Sirica si è infatti sbilanciato a favore di una lista unica con i Verdi e la sinistra radicale. Un segnale forte, considerato che Manuele Bertoli lascerà il Governo e il prossimo ministro segnerà la politica di sinistra dei prossimi dieci anni.

“Se guardiamo i rispettivi programmi siamo d’accordo al 90% con i Verdi e con la sinistra radicale. La nostra area unita può puntare al 28% dell’elettorato. A medio termine bisogna raddoppiare in Governo”. Ma se il raddoppio è un obbiettivo a medio termine, a breve termine il seggio a disposizione rischia di essere uno: a Sirica andrebbe bene eleggere un Consigliere di Stato o una Consigliera di Stato dei Verdi? “Sono disposto a fare una lista senza preclusione sui nomi e poi saranno gli elettori a decidere.  Sono a disposto a ragionare su una lista senza una logica di bandierine”. Greta Gysin potrebbe essere un nome? “La mia linea è unire la sinistra e non ci sarà nessuna preclusione sui nomi”, ha ribadito Sirica, sottolineando con forza che né lui né Laura RIget si candideranno per il Governo.

Per rivedere l’intervista integrale clicca qui.

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