Il consigliere nazionale leghista: "Il Consiglio Federale intende continuare a privilegiare i frontalieri?"
BERNA – Con le nuove misure anticovid, i viaggiatori svizzeri sono discriminati rispetto ai frontalieri". Lo sostiene il consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, autore di un'interpellanza in merito al Consiglio Federale. "Le misure appena decise dal Consiglio federale – si legge nell'atto parlamentare – per arginare la nuova ondata pandemica mancano ancora una volta di coerenza. In più, esse discriminano i cittadini svizzeri rispetto ai frontalieri".
"In particolare – spiega – per quel che riguarda i requisiti posti per entrare nel nostro Paese. Infatti, dal 6 dicembre i cittadini elvetici che volessero recarsi in un Paese UE a noi confinante, ma fuori da quelle che sono definite regioni di confine, per poter tornare in patria dovranno presentare un test PCR negativo, compilare un modulo d’entrata e poi sottoporsi ad un secondo test tra i 4 ed i 7 giorni dopo il rientro, comunicando tutti i risultati al Cantone. Anche i vaccinati ed i guariti dovranno sottoporsi ai test, pagandoseli di tasca propria".
E ancora: "Per contro, i frontalieri - poiché residenti nella fascia di confine - continueranno ad entrare in Svizzera liberamente. Senza alcun controllo e senza bisogno di presentare tamponi negativi. Anche se prima di arrivare in Svizzera avessero trascorso un mese in Sudafrica. I cittadini elvetici vengono dunque discriminati, dal loro governo, rispetto ai frontalieri. Questo non è accettabile".
Alla luce di quanto esposto, ecco le domande sottoposte al Governo:
- E’ intenzione del CF far cessare immediatamente la discriminazione dei cittadini svizzeri che rientrano al loro paese rispetto ai frontalieri? Oppure il CF insiste nel privilegiare i frontalieri?
- Come intende il CF verificare che chi entra in Svizzera in automobile o in treno asserendo di arrivare da una regione di confine (quindi senza obbligo di tamponi) venga effettivamente dalla località dichiarata? Il viaggiatore potrebbe infatti essere stato, ad esempio, a Roma, e sostenere di provenire invece da Milano per eludere tamponi e formulari.
- Perché chi si è vaccinato, e dunque ha fatto il proprio dovere nel combattere la pandemia, deve pagare i due test di rientro di tasca propria, al pari di chi ha invece rifiutato il vaccino? Non ritiene il CF che in questo modo si frustrino ulteriormente i vaccinati, danneggiando una campagna vaccinale già claudicante?
- Se la Svizzera non avesse iniziato in ritardo la somministrazione delle terze dosi, le restrizioni ai danni dei viaggiatori elvetici ed altre limitazioni presenti e future si sarebbero potute evitare?