Intervista all'ex presidente democentrista: "La Svizzera non aveva alternative. Il resto è propaganda politica"
di Andrea Leoni
LUGANO - Pierre Rusconi. Marito, padre, nonno. Già presidente e Consigliere Nazionale dell’UDC. Da qualche anno osservatore della politica federale e cantonale. Da battitore libero.
Il Consiglio Federale si è schierato con l’Unione Europea e gli Stati Uniti nelle sanzioni alla Russia. Lei da che parte sta?
“Bisogna partire dall’assunto che siamo geograficamente europei e questa guerra si svolge in Europa. Non è in Mali, non è in Siria, ma sull’uscio della porta di casa. Il commento sulle decisioni del Consiglio Federale deve partire da questo dato di fatto. È ipocrita, ma è più facile essere neutrali con gli iracheni anziché con gli ucraini. A noi è stato chiesto di schierarci. A chi critica il Governo chiedo se avremmo realisticamente potuto inimicarci l’Unione Europea, con cui tra qualche mese dovremo tornare a sederci al tavolo per i bilaterali. Se ci fossimo chiamati fuori, a Bruxelles ci avrebbero mandato a “scopare il mare” al prossimo negoziato. Per non dire degli Gli Stati Uniti, che ci hanno già dimostrato cosa possono fare alla nostra piazza finanziaria. Se ci avessero messo su qualche black list cosa avremmo fatto? La domanda che io pongo ai critici è quindi questa: la Svizzera avrebbe potuto correre questi rischi o, essendo europei, abbiamo scelto il minore dei mali? Io penso che abbiamo scelto il minore dei mali, davanti a una guerra di aggressione condotta dalla Russia alle porte dell’Europa”.
Realpolitick, insomma.
“Dal punto di vista politico ci è stata chiesta una scelta di fondo di fronte, ripetiamolo ancora, a un'inaccettabile aggressione militare di un Paese sovrano da parte della Russia. La neutralità per la Svizzera è sempre stato un totem e lo capisco. Ma il Consiglio Federale si è preso il tempo di ponderare una decisione storica pur, immagino, sotto enormi pressioni esterne. La verità è che non c’era alternativa. E tra il principio e la realpolitick ha prevalso la seconda. Secondo me giustamente”.
UDC e Lega hanno duramente criticato il Governo.
“Non è il momento di avere contrasti partitici. In situazioni d’emergenza come quella che stiamo vivendo bisogna stringersi attorno al Governo. La destra mostra un’attitudine non costruttiva, pari a quella della sinistra quando si oppone al rafforzamento dell’esercito”
Però, si obbietta, la Turchia, che fa parte della NATO, non ha imposto nessuna sanzione alla Russia. E perché noi sì?
“La Turchia non è un Paese democratico. Il Consiglio Federale deve rendere conto alla popolazione delle scelte etiche, politiche ed economiche che compie. L’UE e gli Stati Uniti sono i nostri partner culturali, politici ed economici. Con chi dovremmo stare se non con loro? Se avessimo fatto una scelta diversa, saremmo stati considerati dei profittatori. E a giusta ragione. Il resto è solo propaganda politica…”
Questa crisi mostra un po’ il lato debole dell’ideologia sovranista?
“Da un certo punto di vista sì, non c’è dubbio. Se oggi in Europa fossero stati tutti sovranisti, sarebbero stati guai seri. Immaginate il sollievo di Putin se ogni nazione fosse andata in ordine sparso. Invece, per fortuna, ogni Paese ha limitato le sue idee nazionaliste raggiungendo un accordo comune. Detto altrimenti: oggi mi sento decisamente più tranquillo con un'Europa unita anziché divisa”.
Putin ha esercitato e continua ad esercitare un grande fascino sui sovranisti occidendali. È stato un abbaglio?
"Gli innamoranti politici hanno sempre un loro perché, inizialmente. E non sono per forza negativi, perché chi si innamora lo fa in buona fede, nella speranza di un futuro migliore. Poi, come sempre accaduto nella storia, il potere dà alla testa soprattutto a chi lo esercita in maniera autocratica e per un lungo periodo. Putin ha avuto un’evoluzione in questo senso. E alla fine questi personaggi, che siano di destra o di sinistra, scivolano sempre sulle stesse bucce di banana”.
Ma secondo lei le sanzioni economiche sono efficaci?
“Nel medio termine sicuramente. A mio avviso Putin ha fatto due errori. Il primo militare, perché credeva di entrare trionfalmente in Ucraina in pochi giorni. Il secondo politico ed economico, perché non credeva che l’Europa avrebbe reagito così duramente e così in fretta. Invece bisogna dare atto all’Unione Europea, per la prima volta nella sua storia, di essersi compattata in tempi record e in modo convincente”
Quindi ha fiducia nelle sanzioni?
“Attenzione: anche noi pagheremo un prezzo salato perché ogni sanzione ha un effetto boomerang. Detto questo la Russia è una potenza militare ma non economica. La borsa di Mosca non può aprire da una settimana, il rublo ha perso il 30-40’% e il debito sovrano russo è ormai considerato carta straccia. Le sanzioni possono fare davvero molto male all’economia e alla popolazione russa. D’altra parte immaginiamoci cosa accadrebbe se gli Stati Uniti tagliassero fuori la Svizzera dallo SWIFT. L’indomani UBS e Credit Suisse dovrebbero mettere le chiavi sotto lo zerbino….questo per dire che a noi le sanzioni ci costeranno una tombola, ma costeranno molto di più a lui e ai suoi oligarchi. E a un certo punto qualcuno si stuferà di passare le vacanze in Siberia anziché in Sardegna…”
Ottimista o pessimista sul prossimo futuro?
“Forzatamente ottimista, anche perché l’alternativa è la terza guerra mondiale. Io ormai sono vecchio, ma sono preoccupato per i miei figli e miei nipoti. E sono convinto che lo siano anche i padri e i nonni russi”.