POLITICA E POTERE
Aleksandr Dugin: "In Russia tutti con Putin. Vinceremo la guerra"
Parla il consigliere e amico del leader del Cremlino: "È sano, lucido e molto forte. Mai stato meglio"
Ti Press

MOSCA - Lo chiamano l’ideologo di Putin, forse eccedendo un po’ nella semplificazione. Ma certamente Aleksandr Dugin è consigliere e amico del presidente russo, nonché fonte d’ispirazione filosofica per il leader del Cremlino e per i sovranisti di mezzo Mondo. Nel 2019 era stato anche a Lugano a portare il suo Verbo, suscitando numerose polemiche. 

Ora che la guerra in Ucraina impazza, Il Giornale lo ha intervistato e Dugin ha fornito un quadro chiaro di ciò che pensa il mondo “putiniano” del conflitto scatenato dalla Russia e dell’opposizione occidentale.  

“La popolazione - spiega il filosofo - appoggia completamente Putin. Non c'è una vera opposizione. E non tanto perché c'è una censura contro chi critica le operazioni militari in Ucraina, ma perché il popolo russo è davvero solidale con il Presidente. L'opinione pubblica qui ha ben chiari gli scopi di Putin ed è preparata perché comprende che la pressione della Nato conto le nostre frontiere è inaccettabile”.

Nel corso dell’intervista Dugin ribadisce le motivazioni sulla base delle quali Putin ha motivato la guerra: “Quando l'Ucraina si è separata dalla Russia ed è diventata indipendente a poco a poco si è avvicinata alla Nato, ma ha potuto farlo perché negli anni Novanta quella di Gorbaciov e poi di Eltsin era una Russia debole. Ma quando è tornata forte con Putin, la pressione permanente della Nato contro i nostri confini - qualcosa che nessuno può negare - non è stata più accettabile. Putin è diventato più forte e con una coscienza geopolitica più sviluppata e così gli equilibri sono cambiati. E si è risposto a una situazione intollerabile: prima in Georgia, poi in Crimea, poi nel Donbass, dove l'esercito ucraino era un pericolo costante: la popolazione veniva bombardata e i civili uccisi. Il resto è venuto da sé: l'appello della Russia a non far entrare l'Ucraina nell'area di influenza dell'Occidente è stato rifiutato, e così ecco la guerra”.

Motivazioni di accerchiamento, ma anche ideologiche: “Putin ha spiegato molto bene gli scopi, che sono due. Primo: denazificare un Paese il cui governo ha non solo tollerato ma appoggiato i gruppi neonazisti per dare forza a una identità nazionalista ucraina basata sull'odio contro i russi. Una identità artificiale creata attraverso una ideologia che l'Occidente ha finto di non vedere perché odiare i russi è più importante che odiare i nazisti. Secondo: cambiare il regime politico a Kiev per fare ritornare l'Ucraina nella sfera politica, militare e strategica russa. Attenzione: l'operazione militare in corso non è una guerra contro la Nato. Ma una operazione per difendere una zona di interesse vitale per la Russia, la quale zona a lungo è stata indirettamente occupata dal potere occidentale durante un momento di debolezza di Mosca».

 Dugin smentisce le difficoltà che l’esercito russo sta trovando sul campo e ili fatto che le stesse abbiano colto di sorpresa Mosca: “Putin sapeva che l'Ucraina ha un grande esercito e che prendere il controllo di un Paese con 40 milioni di persone non sarebbe stato semplice. Ecco perché le operazioni sul campo si prolungano. Sconfiggere un esercito di 600mila soldati, che ha dalla propria parte l'appoggio e la propaganda di tutto l'Occidente non è facile. Nessuno qui credeva in una vittoria breve. Intanto la Russia però ha il controllo totale dei cieli. La guerra durerà ancora un mese, o più, ma l'esercito russo vincerà. Non c'è alcun elemento inaspettato in questa guerra per Putin”.

Secca smentita anche sui presunti problemi di salute del leader russo: "I modelli della disinformazione in casi del genere sono sempre gli stessi: far passare l'idea che un leader politico sgradito sia pazzo, malato, che non controlla più la situazione. Invece Putin è sano, lucido e molto forte. Mai stato meglio”.

Infine, il filosofo parla del pericolo atomico che potrebbe produrre un’escalation militare: “Questo è l'unico vero problema, anche per noi. Tutto dipende dagli Stati Uniti. Se Washington si limita alle sanzioni, alle pressioni politiche e agli appoggi economici all'Ucraina, insomma se l'Occidente sosterrà indirettamente Kiev- tutte azioni legittime - non succederà nulla. Se però ci sarà un attacco diretto della Nato, allora la Russia risponderà con mezzi simmetrici. Se ci sentiremo minacciati sul nostro territorio, useremo le armi nucleari”.

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