Il gruppo parlamentare presenta un'iniziativa elaborata urgente per modificare la legge
BELLINZONA – “La strategia energetica 2050 è fallita. I principali rappresentanti dell’economia, della Confederazione e della comunità scientifica sono d’accordo: una penuria di elettricità è la più grande minaccia per il nostro paese e, secondo la Confederazione, diventerà realtà già tra due o tre anni, con conseguenze catastrofiche per la popolazione svizzera”. Partendo da questa premessa, il gruppo UDC in Gran Consiglio ha presentato oggi una iniziativa elaborata urgente che propone alcune modifiche alla Legge sull’Azienda elettrica ticinese (AET).
“A questo – si legge nel testo dell’atto parlamentare - si aggiunge quello che ormai tutti hanno sotto ai propri occhi dovuto alla guerra in Ucraina, ma in generale alla irreversibile instabilità, per gli anni a venire, degli approvvigionamenti e dei fattori di produzione di energia a livello planetario. L’UDC svizzera nel quadro della sua conferenza dei quadri del partito del 7-8 gennaio scorso lanciava l’allarme e indicava delle misure per fronteggiare la penuria di energia e per assicurare un approvvigionamento di energia sicuro, regolare e di qualità alla Svizzera. Tenuto conto dello scombussolamento dei mercati, dei calcoli sbagliati quanto alla domanda e all’offerta di energia alternativa per i prossimi anni; anche in Ticino riteniamo che occorra prendere i giusti provvedimenti per non penalizzare i cittadini e l’economia.
Per questa ragione con questa Iniziativa elaborata urgente chiediamo di modificare la Legge cantonale sull’AET e segnatamente vogliamo permettere ad AET di agire più liberamente sul mercato dell’energia togliendole i vincoli irrazionali e auto penalizzanti che il Gran Consiglio, nell’invaghimento ambientalista e sognando il mondo perfetto, le aveva imposto alcuni anni fa nel 2014. In pratica vogliamo che l’AET possa occuparsi e approvvigionarsi di energia nucleare o di altre fonti, togliendo il divieto di legge che lo proibisce; parimenti vogliamo che l’obbligo di produrre e commerciare quasi nella totalità (90% minimo) solo energia rinnovabile sia tolto. Ciò non significa cambiare strategia, bensì mettere in condizioni l’AET di agire e reagire celermente alle necessità di approvvigionamento e alle bizze dei mercati, dei rispettivi vettori energetici e ai repentini mutamenti geopolitici. A maggior ragione, come è certo, se i paesi a noi limitrofi si troveranno in manco di energia e quindi impossibilitati a venderci i loro esuberi “rinnovabili”. Non si capisce e non è giustificato penalizzare la nostra azienda con auto restrizioni estreme quando i mercati energetici non saranno più come quelli che abbiamo finora conosciuto. Lasciamole la libertà di agire a favore dei ticinesi”.