Il primo firmatario del referendum contro il decreto Morisoli: "Per migliorare efficienza e efficacia dell'intervento cantonale e comunale servono progetti puntuali di razionalizzazione, non col Governo che fa il forbicchio alle spese cantonali"
BELLINZONA - Raoul Ghisletta è stato il primo firmatario del referendum contro il Decreto legislativo concernente il pareggio del conto economico entro il 31 dicembre 2025 con misure di contenimento della spesa e senza riversamento di oneri sui Comuni (decreto Morisoli).
Dopo la vittoria del decreto alle urne, ha inviato una nota in redazione, che riportiamo integralmente.
"22 associazioni, sindacati e partiti hanno raccolto 10'000 firme contro il Decreto legislativo e si sono battuti facendo campagna per il NO:
- per impedire tagli sulle case anziani, sulle cure a domicilio, sugli ospedali e sulle strutture sociali
- per combattere peggioramenti nella scuola, nella cultura e nella formazione/ricerca universitaria
- per evitare il degrado dei servizi fondamentali (es. giustizia, sicurezza, trasporti pubblici, protezione dell’ambiente).
La maggioranza delle cittadine e dei cittadini non ha purtroppo condiviso le nostre preoccupazioni! La vittoria del SÌ avalla purtroppo un metodo di risanamento finanziario ingiusto e poco
rispettoso della legalità. In effetti l’art. 34 ter della Costituzione cantonale invita ad un approccio equilibrato e l’art. 31d della Legge sulla gestione e sul controllo finanziario dello Stato impone che si faccia un Piano di riequilibrio, che agisca sulle spese e sui ricavi. Ad es. nella manovra di risanamento delle finanze del 2019 le riduzioni di spesa sono state il 48% ed i maggiori ricavi il 52%.
Escludere ogni aumento delle entrate, come fa il Decreto, è ingiusto, perché ai ricchi non viene chiesto nulla, mentre tutti i sacrifici pesano sulla maggioranza della popolazione.
Ricordiamo che la situazione finanziaria cantonale è legata anche ai buchi lasciati dagli sgravi fiscali “senza rete” degli ultimi 25 anni, pari a 300-400 mio Fr di minori entrate annue e che, come sottolinea come l’ultimo Rapporto sulle finanze pubbliche dell’Istituto di ricerche economiche, il Ticino ha spese complessive cantonali e comunali sotto la media svizzera, malgrado salari più, tassi di povertà più alti e una popolazione più anziana della media svizzera.
Migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’intervento cantonale e comunale è un dovere, ma per far questo occorre agire con progetti puntuali di razionalizzazione che coinvolgano i due livelli: e
non imponendo al Governo di fare del forbicicchio sulle spese cantonali.
Dopo il voto del 15 maggio le 22 associazioni, sindacati e partiti del Comitato referendario dovranno pertanto battersi ancora contro l’agire neoliberista della maggioranza parlamentare e
contro le eventuali decisioni ingiuste che saranno prese il Governo".