L'ex presidente del CC di Lugano ci scrive: "Questi atteggiamenti spalancano le porte alla solitudine"
di Peter Rossi*
Sarà il caldo torrido ed opprimente di questa estate, la crisi alimentare ed energetica, l’aumento del costo della vita e forsanche il covid, il vaiolo delle scimmie, la zanzara killer e un autunno che si prospetta assai incerto, che ci ha abituati a consumare le notizie scorrendo unicamente i titoli e con poca voglia di leggere il testo con il rischio di essere sostanzialmente incapaci di provare emozione per quello che succede.
Ma è l'abituarsi e il rimanere impassibili ed indifferenti in particolare verso la guerra tra Russia e Ucraina (che dura ormai da mesi e che causa distruzione, disperazione e morti) che meriterebbe maggior coinvolgimento non solo fisico ma soprattutto mentale. Questo modo di agire non fa altro che promuovere la “cultura dell’indifferenza” e la “perdita di umanità”, sentimenti e atteggiamenti che provocano insicurezza, creano incertezza, generano distacco e assenza di sensazioni, spalancando le porte alla solitudine.
Da qui sta vieppiù diffondendosi anche la formazione intellettuale “dell’intolleranza”, con un sempre minor rispetto e indulgenza nel riguardo di comportamenti, idee e convinzioni in contrasto con le proprie. Un atteggiamento che mostra la volubilità, la fragilità e perché no, anche l’egoismo dell’essere umano che deve assolutamente preoccupare.
Dinnanzi a questo nuovo fenomeno (pur se già conosciuti in passato) andrà modificata la “gestione del potere”, che dovrà capire e tentare di porvi rimedio prima che sia (se non è già) troppo tardi.
*già presidente del Consiglio Comunale di Lugano