POLITICA E POTERE
Il PS fa a pezzi il preventivo: "Cosmesi contabile. Ceto medio ignorato. E basta sgravi"
"Con il rincaro e l’esplosione dei premi cassa malati serve uno Stato proattivo, che metta a disposizione aiuti straordinari alla cittadinanza e alle PMI"

BELLINZONA - "Un preventivo di cosmesi contabile compiacente al decreto Morisoli, che non risponde ai bisogni della popolazione e non tiene conto delle inevitabili ripercussioni sui conti legate all’inflazione e all’aumento dei premi cassa malati". Il Partito socialista critica duramente il documento finanziario presentato oggi dal Governo (LEGGI QUI).
"Il preventivo 2023 - si legge nella nota - non risponde ai reali bisogni della popolazione in questo momento di difficoltà. Con il rincaro e l’esplosione dei premi cassa malati serve uno Stato proattivo, che
metta a disposizione aiuti straordinari alla cittadinanza e alle PMI. Le cifre inserite a Preventivo non tengono conto della situazione che popolazione e imprese stanno vivendo. A titolo di esempio, sul fronte delle uscite, non viene sufficientemente considerato il rincaro dovuto all’inevitabile aumento dei sussidi cassa malati, mentre, sul fronte delle entrate si sovrastimano, i proventi derivanti dagli utili della Banca Nazionale.
L’impressione è che questo Preventivo sia un’operazione di cosmesi contabile che non tiene conto delle cifre reali e questo unicamente per compiacere al decreto Morisoli senza mettere mano alle forbici prima delle elezioni del 2023. Un decreto che già oggi a pochi mesi dal voto popolare è diventato anacronistico. Infatti come è possibile frenare la spesa a fronte dell’attuale tasso di inflazione, dell’attuale rincaro dei premi cassa malati e ai disagi dei cittadini dovuti all’inflazione, senza tagli dolorosi alle prestazioni. Un fantasma quello del taglio alle prestazioni a cui ha accennato il Governo questa mattina in conferenza stampa. Ma con che coraggio si parla di tagli alle prestazioni quando si sono svuotate le casse del cantone con sgravi ad aziende internazionali e a contribuenti facoltosi? Con che coraggio si parla di tagli alle prestazioni quando si ha in mente un’ennesima riforma fiscale che ridurrà ulteriormente le già poche risorse?".
Non si pensa, prosegue la nota dei vertici del Partito, che il potere d’acquisto delle fasce più fragili e del ceto medio è fortemente sotto pressione, eroso dall’esplosione dei premi cassa malati, dal rincaro dei beni di prima necessità, dai prezzi crescenti dell’energia e dagli affitti in aumento. Mentre i costi esplodono, i salari e le rendite stagnano. Il rischio reale è che molte famiglie invece di poter risparmiare qualcosa a fine anno dovranno indebitarsi. Questa situazione difficile rende necessario un maggiore intervento dello Stato, come è stato fatto durante la pandemia.
Già durante l’estate il Partito Socialista Ticino ha presentato un pacchetto di misure cantonali e federali per contrastare l’inflazione e rafforzare il potere d’acquisto della popolazione. Ora più che mai è giunto il momento di essere proattivi e di implementare con urgenze queste misure di sostegno, in particolare:
- Contrastare l’esplosione dei premi cassa malati: dopo gli aumenti dei premi cassa malati per il 2023 annunciati martedì, è necessario un aumento urgente dei sussidi per la riduzione dei premi malattia. Concretamente si chiede di adeguare l’importo dei sussidi individuali, allargando così facendo la cerchia dei beneficiari considerando meglio la classe media (aumento delle costanti per il calcolo del reddito limite e aumento della soglia Laps), ma anche di aumentare la quota parte di premio sussidiata (aumento del coefficiente di sussidio cantonale). Nel preventivo invece la stima dei costi per i sussidi cassa malati non tiene nemmeno conto del reale aumento dei premi, che abbiamo visto ieri è pari al 9.2%. Peccato che a Berna è stata bloccata dal centro la proposta di Marina Carobbio di aumentare del 30% i contributi federali ai Cantoni per far fronte ai costi derivanti dai sussidi cassa malati.


- Adeguamento dei salari al rincaro reale: è positivo che il Consiglio di Stato abbia aumentato la spesa per il personale inserendo un importo di preventivo di 20.5 milioni di franchi per l’adeguamento dei salari dei dipendenti cantonali al rincaro. Bisognerà vedere, sulla base dell’inflazione registrata a novembre, l’importo non basterà. Lo Stato deve impegnarsi affinché anche il settore privato adegui i salari dei propri dipendenti e decretare che anche il salario minimo debba venir immediatamente adeguato.
- Adeguamento degli aiuti sociali al rincaro reale: come avviene per i salari dei dipendenti pubblici, bisogna adeguare anche gli aiuti sociali (come l’assistenza, gli assegni familiari di complemento e gli aiuti allo studio) al rincaro. Ci aspettiamo un adeguamento al rincaro per gli aiuti sociali, così come avvenuto a livello federale per le rendite AVS. Purtroppo nel preventivo, e quindi nelle intenzioni del Governo, di questo non c’è traccia.
- Basta sgravi fiscali: il futuro finanziario del Cantone è incerto, anche considerando la situazione difficile in cui versa al Banca Nazionale Svizzera, ma soprattutto a causa delle sbagliate riforme fiscali del passato. Per il Partito Socialista Ticino è oggi ancora più chiaro che non c’è alcun margine per nuovi sgravi fiscali che andrebbero ancora una volta a beneficio delle persone più ricche e limiterebbero la capacità di intervento dello Stato".

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