Lo chiede in un’interpellanza il deputato Matteo Pronzini: “Sarebbe interessante conoscere i criteri che il CdS ha stabilito affinché un’associazione possa essere considerata rappresentativa degli interessi dei dipendenti dello Stato
BELLINZONA - Perché l’ErreDiPi (Rete per la Difesa delle Pensioni) non viene coinvolta nelle trattative avviate dal Governo sul futuro dell’Istituto di Previdenza Cantonale? Lo chiede l’MPS in un’interpellanza firmata in primis dal deputato Matteo Pronzini con le colleghe Simona Arigoni e Angelica Lepori cofirmatarie.
“Come noto, il Consiglio di Stato ha iniziato trattative con alcune organizzazioni sindacali che egli stesso ha stabilito rappresentative degli interessi dei dipendenti dello Stato (nella fattispecie OCST, VPOD e SIT). La richiesta di ErreDiPi di essere associata a queste trattative, ritenendosi un movimento rappresentativo del punto di vista degli assicurati all’IPCT, è stata respinta nelle scorse settimane dal Governo, che non riconosce ErreDiPi come un’associazione rappresentativa degli interessi degli assicurati all’Istituto di Previdenza Cantonale.
Sarebbe a questo proposito interessante sapere quali sono i criteri che il CdS ha stabilito affinché un’associazione (qualsiasi sia la sua forma) possa essere considerata rappresentativa degli interessi, generali o particolari, dei dipendenti dello Stato. Infatti la “rappresentatività” di un’associazione deve pur fondarsi su dati oggettivi: non può essere solo una “patente”, un riconoscimento fondato su basi politiche da parte della controparte che riconosce l’altro come “rappresentativo”.
È noto a tutti che, da alcuni mesi, gli assicurati all’IPCT si sono costituti in rete e stanno mobilitando, con grande successo. Potremmo citare, ad esempio il presidio dello scorso 14 dicembre 2022 davanti al Parlamento cantonale con il piagnisteo dei poveri deputati leghisti impauriti. Sarebbe poi utile capire sulla base di quali approfondite riflessioni il Governo ha riservato, a titolo del tutto indicativo, un importo di 12 milioni di franchi annui nel piano finanziario a partire dal 2024 per attuale misure compensative di fronte alla decisione di ridurre del 20% le future rendite pensionistiche, conseguenza diretta della riduzione del tasso di conversione. Da un punto di vista prettamente matematico, per compensare tale riduzione del 20% è necessario un aumento del 5% dei contributi di vecchiaia per 40 anni di contribuzione. I 12 milioni di franchi riservati dal Governo corrispondono al 1% della massa salariale.
Secondo il Governo, chi dovrà metterci il rimanente 4%? E cosa succederà per tutti quei dipendenti che non avranno a disposizione 40 anni di contribuzione per compensare la perdita? Tutte domande che esigono, prima di avviare una trattativa, che il Governo dica in modo chiaro, al Parlamento e ai cittadini e alle cittadine, quali sono i suoi obiettivi, quali i margini di trattativa, soprattutto dal punto di vista finanziario.
Chiediamo di conseguenza al CdS:
1. Quali sono i criteri di rappresentatività che il CdS adotta per definire un’organizzazione “rappresentativa” degli interessi degli assicurati all’IPCT e quindi poter essere ammessa alle trattative sulle questioni relative all’IPCT?
2. Tra questi criteri vi è anche la rappresentatività numerica e sulla base di quali parametri essa viene valutata?
3. Qual è la percentuale della rappresentatività numerica delle organizzazioni attualmente riconosciute nell’ambito della trattativa avviata?
4. È sicuro il CdS che, seguendo gli stessi criteri utilizzati per definire la rappresentatività delle attuali organizzazioni riconosciute, non ve ne siano anche altre organizzazioni che possano e debbano essere considerate rappresentative degli interessi degli assicurati IPCT?
5. Non crede utile e opportuno - anche considerando che le attuali trattative sono da considerare come una usuale procedura di consultazione a cui normalmente qualsiasi gruppo di cittadine e cittadini può partecipare- riesaminare la richiesta di ErreDiPi di partecipare a pieno titolo alle trattative appena iniziate?
6. Da un punto di vista prettamente matematico per compensare il previsto taglio delle pensioni del 20% sarebbe necessario un aumento del 5% dei contributi di vecchiaia per 40 anni di contribuzione. I 12 milioni di franchi riservati dal Governo corrispondono al 1% della massa salariale. A mente del Governo chi dovrà metterci il rimanente 4% e con quali modalità?
7. E quali misure intende proporre per tutti quei dipendenti che non avranno a disposizione 40 anni di contribuzione per compensare la perdita?".