Presentata un'iniziativa parlamentare elaborata a scapito dei partiti minori, destinati a crescere con le imminenti elezioni
BELLINZONA – Sette deputati del PLR chiedono, attraverso un’iniziativa parlamentare elaborata, l’introduzione di una soglia di sbarramento del 4% contro la frammentazione del Gran Consiglio. Primo firmatario Paolo Ortelli, seguito da Maristella Polli, Giovanna Viscardi, Giacomo Garzoli, Giorgio Galusero, Sebastiano Gaffuri e Fabio Käppeli. “Appare chiaro a tutti – scrivono i deputati – come l’attuale frammentazione politica che caratterizza il Parlamento cantonale stia dimostrando importanti limiti operativi”.
“Una situazione che si sta traducendo in una crescente e limitante possibilità operativa del nostro organo legislativo cantonale. Elementi che hanno portato via via questo Parlamento a ridurre la sua efficacia operativa, e la sua capacità di espletare al meglio le sempre crescenti e numerose sollecitazione da parte dell’esecutivo e della cittadinanza, impedendo così allo stesso di concentrarsi soprattutto con maggiore efficacia sui temi strategici per un corretto funzionamento e sviluppo del Cantone”.
In Gran Consiglio, oggi, sono presenti nove partiti. Ma il numero è destinato ad aumentare con le imminenti Elezioni del prossimo 2 aprile. Le previsioni indicano la possibilità di contare ben undici partiti nel prossimo Parlamento. Per i deputati PLR “è giunto, con coraggio, il momento di agire”. La frammentazione, se eccessiva, “risulta essere potenzialmente disfunzionale. L’introduzione di soglie di sbarramento, attualmente praticamente inesistenti in Ticino, è lo strumento indicato per far fronte al problema”.
A questo proposito, “vogliamo ricordare come, tutte le altre realtà cantonali che presentano un sistema elettorale per il Gran Consiglio comparabile e simile al Ticino (Ginevra, Vaud, Zurigo) presentano da sempre delle soglie di sbarramento per l’ottenimento di un seggio in Parlamento”. Sulla base di quanto espresso, l’iniziativa chiede di modificare l’articolo 58 della Costituzione cantonale introducendo un quorum diretto per l’elezione del Gran Consiglio. Nella fattispecie, si chiede che “le liste che non raggiungono il 4% del totale dei voti validi non partecipano alla ripartizione”.