Marchesi: "“All’interno dell’accordo con la Lega, il nostro obiettivo è quello di farlo noi il secondo seggio"
BELLINZONA – Rafforzare la destra ticinese, difendere la neutralità, tornare a gestire l’immigrazione e combattere le politiche ecologiste estremiste. Questi gli obiettivi dell’UDC Ticino che ieri sera a Bellinzona ha lanciato la sua campagna per le elezioni federali del 22 ottobre.
In lista per il Consiglio nazionale ci saranno, oltre al deputato uscente Piero Marchesi, Tiziano Galeazzi, Brenno Martignoni, Paolo Pamini, Roberto Pellegrini (UDF) e Roberta Soldati. Due caselle delle otto a disposizione sono ancora da completare. Sergio Morisoli, modo, capogruppo in Gran Consiglio e coordinatore della Commissione cerca, ha detto che “si tratta di due persone liberalconservatrici, che provengono da altri partiti”.
L’UDC presenterà anche altre liste tematiche da sotto-congiungere a quella principale: UDC artigiani e imprenditori, UDC agrari, UDC donne, UDC giovani. Liste, ha spiegato Morisoli, che rappresentano il “Paese reale” e potranno dare un valore aggiunto e una spinta alla lista principale.
In lista per gli Stati, e senza il “paracadute” della candidatura parallela al Nazionale, ci sarà solo l’uscente Marco Chiesa, presidente nazionale del partito. Una sfida, quella per la Camera dei Cantoni, che vede per ora cinque candidati in corsa: oltre a Chiesa, Alex Farinelli per il PLR, Fabio Regazzi per il Centro, Bruno Storni per il PS e Greta Gysin per i Verdi.
Il presidente cantonale del partito Piero Marchesi ha spiegato che l’obiettivo è rafforzare la destra e riguadagnare il terzo seggio d’area al Consiglio nazionale perso quattro anni fa: “All’interno dell’accordo con la Lega, il nostro obiettivo è quello di farlo noi il secondo seggio. La Lega cercherà a sua volta di centrare questo obiettivo. E sono sicuro che ci sarà la giusta competizione per favorire la riconquista del seggio”.
Marco Chiesa, come riferisce il Corriere del Ticino, si è invece concentrato sui temi che l’UDC e lui stesso porteranno avanti in campagna elettorale. A cominciare dall’immigrazione: “Il centro asilanti di Chiasso è un caos. Il sistema Schengen Dublino è fallito. L’Italia non riprende più i suoi asilanti – ha detto -. E la Segreteria di Stato della migrazione prevede 40 mila arrivi quest’anno. Ma l’unico partito che ha avuto il coraggio di chiedere una sessione speciale sul tema è stato l’UDC, proponendo soluzioni concrete”. Un altro tema affrontato da Chiesa è stato quello della preferenza indigena. “In due anni a causa della libera circolazione sono arrivate in Svizzera 140 mila persone. E alcuni in Svizzera interna hanno il coraggio di parlare di mancanza di manodopera. Ma allora ne arrivano troppi e arrivano anche quelli sbagliati. Bisogna dunque tornare a parlare di tetti massimi e preferenza indigena”. Sul tema del cambiamento climatico Chiesa ha più volte criticato l’approccio degli altri partiti, basato su “tasse e divieti”.
Il senatore ha poi sottolineato la vicinanza del suo partito al mondo delle piccole e medie imprese e ha accennato al controverso tema dell’accordo istituzionale con l’UE, “che sarà tenuto nei cassetti fino a dopo le elezioni, perché sanno che farebbe esplodere il successo dell’UDC. Ma poi diventerà il tema numero uno, perché ci sono certi settori della politica che sono pronti a svendere il nostro Paese, rinunciando ai nostri valori fondamentali, come la democrazia diretta”.