Il segretario del PC: "No alle discriminazioni, ma imporre il concetto di terzo sesso è un’altra cosa"
di Massimiliano Ay*
Occorre garantire la parità fra uomo e donna, punire espressioni omofobe e permettere ai transessuali una transizione di sesso sicura e gratuita (come avviene persino in un paese islamico come l’Iran e in un paese socialista come Cuba) senza ripercussioni negative ad esempio sul posto di lavoro (in merito abbiamo depositato una mozione in parlamento già la scorsa legislatura).
Per il Partito Comunista i diritti civili possono infatti progredire se anzitutto sono garantiti quelli di classe! Ma una cosa è lottare contro le discriminazioni basate sul genere o l’orientamento sessuale; altra cosa è inserire questi “gender studies” (o come si chiamano poi) nei programmi scolastici o imporre il concetto di “terzo sesso”.
Sono questi peraltro concetti estranei alla tradizione del movimento operaio e del socialismo scientifico. Lo ripeto: estranei! Al posto di unire la popolazione e la classe lavoratrice sulle vere priorità (che sono la neutralità, per evitare di finire coinvolti in una guerra; il lavoro e i diritti sociali per costruire una comunità solidale e compatta) e mentre i BRICS si staccano dal dollaro (con ripercussioni anche sulla nostra vita) cosa fa buona parte della sinistra (spocchiosa che considera tutti retrogradi e mezzi fasci)? Insiste con questi temi assolutamente divisivi che i lavoratori per primi rifiutano.
Dalle agende scolastiche alle facoltà universitarie: evitiamo le mode americane e torniamo al nostro territorio!
*Segretario del Partito Comunista