Il primo cittadino non si ripresenterà alle prossime comunali di aprile: “Un privilegio incalcolabile che mi ha sostenuto e ispirato, ma servire bene la Città è anche sapere quando è il momento di lasciare il posto ad altri”
LOCARNO - Alain Scherrer non si ricandiderà alle prossime elezioni comunali di aprile 2024. La sua decisione è stata resa nota attraverso un comunicato stampa nel quale il primo cittadino di Locarno si dice onorato del privilegio di sedere a Palazzo Marcacci per tanti anni e, in una lunga lettera di ringraziamento, ripercorre le tappe salienti del suo mandato e si lascia andare ad alcune considerazioni di carattere personale.
"Essere il Sindaco di Locarno è, secondo il mio parere ovviamente di parte, il lavoro più bello del mondo", premette Scherrer. "È un privilegio incalcolabile che mi ha sostenuto e ispirato, sia nei momenti migliori sia nelle ore più difficili dei miei giorni più complessi. Sono orgoglioso di questa carica e sono molto fiero dei risultati raggiunti negli anni in cui sono stato a Palazzo Marcacci".
"Tuttavia, fin dai primi momenti in cui ho ricoperto questo incarico, ho creduto che una parte del servire bene la Città consista nel sapere quando è il momento di lasciare il posto ad altri. E, una volta arrivato questo momento, nell’avere il coraggio di farlo. Nella mia testa, anche se non nel mio cuore, so che questo momento è adesso".
"Perciò annuncio l’intenzione di non più ripresentarmi alle prossime elezioni comunali del 2024. Magari qualcuno rimarrà turbato da questa decisione, ma, a onore del vero, ci saranno altri che affronteranno la notizia senza problemi. È questa la bellezza della democrazia.
A coloro che si sentono un po’ scossi, delusi, forse anche arrabbiati con me, mi preme sottolineare che la mia decisione proviene da una lunga riflessione e da un forte senso del dovere e dell’amore.
Un amore per i miei cittadini, per il mio Partito e per la nostra Città. Al termine della presente Legislatura avrò trascorso 24 anni di politica attiva, quattro da Consigliere comunale, undici come Municipale e nove nel ruolo di Sindaco.
Sono umano. Tutti i politici lo sono. Diamo tutto quello che possiamo dare incondizionatamente per tutto il tempo in cui abbiamo la forza di farlo. La società è diventata sempre più esigente, sia a livello professionale, sia a livello istituzionale. Anche se ho potuto contare su una straordinaria squadra, composta da colleghe e colleghi di Municipio, e da collaboratrici e collaboratori dell’Amministrazione, devo accantonare l’idea del “sindaco supereroe” che regge infiniti mandati e impegni con l’illusione di essere sempre performante a 360 gradi.
Sebbene sia profondamente riconoscente al mio datore di lavoro per la fiducia e la libertà che mi ha sempre concesso, le richieste a livello professionale si sono fatte sempre più pressanti, complesse e necessitano di risposte oneste, competenti e che portano a soluzioni. Lo stesso discorso vale a livello istituzionale.
In sostanza ho cercato di rispondere a due interrogativi: è giusto per me continuare? E soprattutto, è giusto per la mia Città?
Quando sono diventato Sindaco, mio figlio era un cucciolotto. Ora, mentre esprimo le mie intenzioni, è un adolescente. Ho assaporato appieno tutte le tappe della sua crescita? Dare tutto sé stesso a questo ruolo, quello di Sindaco, è l’unico modo per farlo. Per me ora è troppo, data la natura delle sfide che il Paese deve affrontare.
Sono stati gli anni più soddisfacenti della mia vita. Spero di lasciare i locarnesi con la convinzione che si può essere gentili e forti allo stesso tempo, empatici ma risoluti, ottimisti ma concentrati. È stato un privilegio conoscere persone meravigliose in questo cammino. Non ricorderò tutti i nomi, ma i loro volti saranno sempre nel mio cuore. Nei prossimi mesi avrò il tempo di ringraziare una lunghissima lista di persone, senza le quali non avrei potuto svolgere serenamente questo impegno.
Ma ci sono un paio di eccezioni: mia moglie, mio figlio, la mia famiglia. Pochi capiscono il prezzo che le famiglie dei politici pagano per l’impegno che ho scelto di assumere. La mia è stata la roccia! Avere sempre al mio fianco mia moglie Emma è stata la mia forza. E se sono la persona che sono, lo devo a mia mamma e mio papà, per gli insegnamenti e l’educazione che mi hanno dato, in primis il rispetto per gli altri.
Infine, e soprattutto, ringrazio il popolo di questa straordinaria, bellissima, talentuosa, diversa – a volte litigiosa – Città. Abbiamo affrontato assieme i momenti più difficili. Alle cittadine e ai cittadini, che abbiate votato per me o meno, sappiate che essere il vostro Sindaco è un privilegio della mia vita. Nulla, assolutamente nulla di ciò che farò in futuro potrà mai avvicinarsi a questo".