POLITICA E POTERE
Promossa la Scuola ticinese: nel 2023 spesa contenuta, ma buoni esiti finali
Dai dati diffusi dal DECS emergono aspetti che necessitano di approfondimento: la transizione dalla scuola dell’obbligo alle formazioni di grado secondario e un orientamento alle scelte professionali e di studio ancora legato a stereotipi di genere
TiPress/Alessandro Crinari

BELLINZONA - Malgrado una spesa per l’educazione tra le più basse in Svizzera, il Ticino è il cantone con il tasso di maturità liceali e professionali entro i 25 anni più alto nella Confederazione, e si conferma al secondo posto per numero di diplomi ottenuti presso un’Università o un Politecnico federale. Dai dati statistici diffusi oggi dal Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) con lo studio “Scuola Ticinese in cifre” emergono anche ambiti nei quali è auspicabile un miglioramento; tra questi, la transizione dalla scuola dell’obbligo alle formazioni di grado secondario II e un orientamento alle scelte professionali e di studio ancora culturalmente legato agli stereotipi di genere.

“Scuola ticinese in cifre” fornisce ogni anno informazioni utili sulla situazione e le tendenze in atto nel sistema educativo cantonale. La panoramica di dati statistici, preparata dal Servizio della statistica scolastica del DECS, è organizzata in cinque capitoli: Allievi, Esiti e diplomi, Docenti, Spesa pubblica per l’educazione e Aiuto allo studio. 

Per quanto concerne gli esiti delle formazioni di grado secondario II, il Ticino è il cantone con il tasso di maturità entro i 25 anni di età più alto della Svizzera (58%). Il nostro Cantone svetta nel confronto intercantonale sia con il secondo tasso di maturità liceale più alto (33%) che con il tasso di maturità professionale più alto (23%). Per quanto riguarda il grado terziario universitario, il Ticino si conferma al secondo posto tra i cantoni con il tasso di diplomi più elevato ottenuto presso un’università svizzera o un politecnico federale (20% di diplomati tra la popolazione cantonale residente di pari età). A livello nazionale, gli studenti universitari ticinesi si distinguono per una riuscita accademica sopra la media.  

Tra gli aspetti che meritano approfondimento vi è la questione dell’efficienza della transizione dalle scuole medie alle scuole post-obbligatorie. Nell’anno scolastico 2021/22 il 23% degli allievi di prima liceo e il 28% degli allievi di prima della Scuola cantonale di commercio di Bellinzona non sono stati promossi. Sul fronte della formazione professionale, a fine 2021, in Ticino si registrava un tasso di scioglimento dei contratti di tirocinio pari al 36%, più di uno su tre, secondo dato più alto a livello nazionale. Il tasso di rientro in un tirocinio in Ticino, pari all’80%, è invece in linea con la media svizzera. La qualità di un sistema educativo si misura al termine del percorso formativo, in cui il Ticino ottiene risultati positivi. Ripetizioni e riorientamento possono rivelarsi anche esperienze utili e preziose per la maturazione delle allieve e degli allievi. Ciononostante, è doveroso riflettere e agire con tutti i partner coinvolti allo scopo di migliorare per quanto possibile anche la qualità e l’efficienza della transizione dalla scuola media verso le formazioni post-obbligatorie.  

I dati ribadiscono inoltre l’impatto ancora marcato del genere sulle scelte delle allieve e degli allievi, sia a livello di percorsi professionali e liceali, che a livello di percorsi di studio di grado universitario, con le ragazze che si orientano prevalentemente verso l’insegnamento, l’ambito sociosanitario e le scienze umane, e ragazzi che invece si orientano prevalentemente verso la costruzione, l’industria, la tecnica, l’informatica e le tecnologie innovative. Su questo fronte si stanno facendo passi avanti, ma occorre continuare a insistere per superare le barriere culturali e giungere a un ampliamento effettivo delle opportunità di scelta formative e professionali per tutte le giovani e i tutti giovani del nostro Cantone.  

La Consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti, Direttrice del DECS, ha commentato i dati presentati oggi sottolineando che questi sono preziosi, in quanto permettono di identificare oggettivamente ambiti in cui vi sono margini di miglioramento e altri in cui il Ticino già oggi ottiene risultati sopra la media nazionale. Nonostante una spesa pubblica per l’educazione inferiore alla media nazionale, il sistema educativo ticinese risulta complessivamente in buona salute. “Per mantenere il sistema educativo ticinese al livello attuale e migliorarlo ulteriormente” – ha affermato la Direttrice del DECS – “occorrono risorse finanziarie adeguate al fabbisogno. La scuola è un investimento sul futuro, centrale per il nostro Cantone.”    

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