POLITICA E POTERE
La protesta dei trattori arriva a Sanremo. E in Ticino? Sem Genini: "Non si può lavorare per 17 franchi all'ora"
Amadeus apre le porte dell'Ariston ai contadini. Il segretario agricolo cantonale: "La situazione economica peggiora di anno in anno"

La ‘protesta dei trattori’ italiani arriverà al Festival di Sanremo. Amadeus ha aperto agli agricoltori le porte dell’Ariston: “La protesta è giusta e sacrosanta, sono disponibile ad accogliere i rappresentanti dei trattori sul palco”, ha detto, creando imbarazzo ai piani alti della RAI. E in Ticino? Nei giorni scorsi all’entrata di alcuni comuni sono apparsi alcuni timidi segnati di protesta, come il cartello ribaltato a Nante. Abbiamo chiesto un contributo al deputato Sem Genini, segretario agricolo cantonale, sulle condizioni dei contadini ticinesi.

Di Sem Genini *

Anche in Ticino ci sono stati alcuni cartelli capovolti però si è trattato di iniziative individuali e non organizzate da associazioni di categoria. Non ne sono sorpreso, in altre parti della Svizzera ed Europa la protesta dei contadini si sta facendo sentire ed era prevedibile e immaginabile che qualcosa sarebbe successo anche da noi. Un segnale che rappresenta anche una forma di sostegno agli agricoltori esteri e un grido d’allarme forte per farsi ascoltare, senza però creare particolari problemi alla popolazione.

La situazione economica delle famiglie contadine ticinesi è altresì molto grave e peggiora di anno in anno, infatti non si può più lavorare per 17 franchi l’ora. I dati presentati nella conferenza stampa di inizio anno dell’Unione svizzera contadini sono impietosi: il reddito è diminuito nell’ultimo anno del 4,1% in pianura, del 10,4% in collina e del 6,8% in montagna, dove ammonta a soli 40’100 franchi. L’80% delle aziende agricole non raggiunge un reddito che si riceve in settori paragonabili. Una situazione che è dovuta, tra l’altro, all’aumento dei costi di produzione e dei fattori produttivi ma anche all’inasprimento di molti requisiti, che ricadono sugli agricoltori.

Sempre più capi-aziende devono andare a lavorare in altri settori (per esempio sicurezza) per arrivare a fine mese, ciò è assurdo; con un lavoro tanto importante, che dà da mangiare a tutti noi e che persino durante il Covid ha garantito che gli scaffali fossero sempre pieni, non si riesce ad avere un reddito sufficiente? Per questi motivi abbiamo lanciato una petizione (https://act.campax.org/petitions/richieste-dell-agricoltura) con 5 punti principali:

1)

maggior riconoscimento dei molteplici ruoli dell’agricoltura, dell’impegno delle famiglie contadine, della loro importanza e del loro compito principale: la produzione alimentare sostenibile e rispettosa degli animali; 2) Nessun risparmio finanziario a spese dell’agricoltura anche nei prossimi anni nei diversi preventivi e crediti quadro;

3) Aumento dei prezzi ai produttori di circa il 10% e formazione dei prezzi sulla base dei costi effettivi sostenuti e dei rischi assunti per consentire alle famiglie agricole di ottenere un reddito equo e dignitoso, intervenendo su tutta la filiera e tutti gli attori del mercato;

4) Più considerazione e ricerca di soluzioni adatte alla realtà pratica e al contesto regionale;

5) Qualsiasi restrizione alla produzione deve essere remunerata, altrimenti si complica solo il sistema e si indebolisce la nostra produzione nazionale sostenibile a vantaggio delle importazioni e del turismo degli acquisti, che è il problema principale e che ci penalizza molto quale Cantone di confine. Con il franco così forte è poi come gettare benzina sul fuoco.

Infine, per il settore sarà un 2024 fondamentale con in settembre la votazione sull’iniziativa estrema sulla biodiversità; le famiglie contadine fanno già molto a favore di questo importante tema, anche volontariamente superando di ben lunga quanto richiesto per legge, e usano già il 19% delle loro superfici per la biodiversità.

Le richieste dell’iniziativa sono estreme e non farebbero altro che limitare la produzione agricola svizzera e aumentare le importazioni seguendo il motto, “occhio non vede, cuore non duole”. Se dovesse passare sarebbe una dura mazzata per la nostra agricoltura produttiva.

* segretario agricolo cantonale

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