"Capisco la strumentalizzazione politica e la solita narrativa distruttiva, ma sono convinta che la continuità sia senz’altro segno di responsabilità"
Karin Valenzano Rossi, cosa pensa delle critiche, sia politiche che giornalistiche, piovute sul PLR di Lugano per non essersi assunto la responsabilità delle finanze della Città? C'è chi sostiene che sarebbe stato un passaggio importante per rilanciarsi come "partito-guida", anche nella prospettiva di una riconquista del sindacato in futuro.
In una logica squisitamente politico-strategica, direi quasi fanta-politica al pari del fanta-calcio, le riflessioni ci possono senz’altro stare. Mi sembrano però piuttosto ancorate a dinamiche del passato, quando gli scenari rispetto alle maggioranze decisionali, sia nell’esecutivo sia nel legislativo, erano completamente diverse e quando il peso effettivo dei partiti nelle istituzioni e nella società era ben altra cosa. Da allora i cambiamenti nel modo di fare politica e di gestire la cosa pubblica sono stati radicali e diverso è anche il rapporto tra istituzioni, cittadini e i media. Nel contesto reale invece, visto che la scelta dei dicasteri non è una mera mossa politica ma una scelta di responsabilità in primis verso i cittadini che ci hanno eletti, è necessario valutare quale sia l’opzione migliore che permetta di essere subito e al meglio utili ed efficaci per la Città e quindi per il dicastero che si dirige, per i progetti in corso o in preparazione, per i collaboratori e per la cittadinanza! Non è un gioco di società con banconote finte dove si possono fare strategie per divertimento, ma la realtà confrontata con la gestione dei soldi dei cittadini. La Città di Lugano è una Città grande, con temi complessi e dinamiche articolate. Conoscere bene un dicastero, per poterlo condurre al meglio, richiede tempo e molte energie. Roberto Badaracco ed io abbiamo investito tanto e lavorato sodo; lasciare i nostri rispettivi dicasteri e progetti solo per assecondare speculazioni politiche avrebbe disatteso quella responsabilità e serietà che invece i cittadini meritano. Capisco la strumentalizzazione politica e la solita narrativa distruttiva, ma sono convinta che sia esattamente il contrario. La continuità è senz’altro segno di responsabilità. La compagine municipale ha già visto l’avvicendamento di due membri dell’esecutivo, con la conseguente perdita di conoscenze ed esperienza nella conduzione dei rispettivi dicasteri. Aggiungere un ulteriore avvicendamento, con la perdita temporanea di efficienza e incisività in più dicasteri, per meri appetiti o chimere politiche, non sarebbe stato serio! Per il rilancio politico invocato da molti, anche in un’eventuale prospettiva di sindacato, conta il lavoro quotidiano, la capacità di avere visioni, di trovare soluzioni pratiche (talvolta anche impopolari), di resistere ai canti delle sirene che promuovono soluzioni facili e a breve termine, di avere il coraggio di decidere, di resistere e di condurre verso obbiettivi comuni, costruiti attraverso il consenso e la persuasione delle idee e dei valori. Contano ovviamente anche le persone e le loro caratteristiche individuali. Questi requisiti non sono strettamente connessi a un solo dicastero ma possono essere espresse in ognuno dei 7 dicasteri della Città, che per rilevanza dei temi e importanza senz’altro si equivalgono. Il PLR e i suoi esponenti hanno tutte le carte in regola per poter essere incisivi.
Cosa pensa dell'auspicio del presidente Paolo Morel - così come dell'ex vicesindaco Erasmo Pelli - che aveva invitato lei e Roberto Badaracco a considerare l'ipotesi di guidare le finanze luganesi?
Penso che fosse un invito dovuto e corretto, affinché la scelta venisse operata sulla scorta di riflessioni compiute. Cosa che, come detto sopra, è stata fatta da entrambi i municipali con dovizia di approfondimenti. Nella dialettica interna penso sia doveroso e sano che il Presidente e chi ha esperienze pregresse “spronino” gli eletti. Questi e i municipali hanno tuttavia ruoli e responsabilità diversi.
Altra critica. Il PLR fa valere il suo peso politico di primo partito in Consiglio Comunale quando si tratta di rivendicare il vicesindacato. Ma questo peso “scompare” quando si tratta di assumersi la responsabilità delle finanze…
Ecco un perfetto esempio di narrativa disfattista. Anche alla luce della legislatura passata e dei relativi eventi significativi, mi chiedo come si possa considerare “semplice” la conduzione di un dicastero come il mio o quello di Roberto Badaracco. Qui non è scomparso proprio nessuno, anzi! D’altrone, come sempre in passato, le finanze sono rimaste in capo a chi ha la maggioranza nell’esecutivo.
Perché lei non se l'è sentita di cambiare dicastero?
Come ho già avuto modo di spiegare sopra, non è che io “non me la sia sentita”; ho semplicemente voluto valorizzare gli sforzi fatti in questi anni e preferire l’immediata capacità di portare avanti il mio dicastero. Pensi che all’inizio della scorsa legislatura, quando sindaco era Marco Borradori e Michele Foletti dirigeva le finanze, avevo chiesto a quest’ultimo se per caso le finanze fossero state disponibili. È sempre stato un dicastero che per affinità ed esperienza professionale mi ha attirato e interessato molto. Allora ho ricevuto risposta negativa e ho quindi optato per il mio attuale dicastero, che ho avuto nel frattempo modo di conoscere, apprezzare e assumerne la responsabilità.