Intervista alla municipale di Lugano: "Il partito non ha saputo entusiasmare, Chiesa e Regazzi sì. Speziali via? Assolutamente no!"
di Andrea Leoni
Karin Valenzano Rossi, cosa non va nel PLR?
“Niente di troppo grave che non si possa migliorare con un serio e franco esame di coscienza. Credo che il PLR - o almeno una buona parte di esso - per senso di responsabilità, sia portato a non affrontare comunicativamente con la giusta determinazione i temi che interessano davvero alle persone. Anche in questa campagna elettorale si sono lasciati agli altri partiti i temi veri, quelli attuali, scomodi dal profilo istituzionale e più sentiti dalla popolazione. Il PLR ha senz'altro delle posizioni e delle soluzioni, ma non riesce ad esprimerle semplicemente e chiaramente. In generale il PLR ha una comunicazione e una modalità troppo complicata in molto di quello che fa”.
Quali sono i temi veri?
“Il tema della migrazione va affrontato in modo serio. A Lugano, per esempio, ci sono davvero asilanti che bighellonano, delinquono e creano problemi sociali e di convivenza. Dirlo a chiare lettere non significa essere razzisti, o non accoglienti con chi ha bisogno, ma realisti. Il PLR invece non affronta il tema in modo chiaro e realista, forse - ma è una supposizione - per timore di essere tacciati di gente chiusa o di razzisti. Il “politicamente corretto” zavorra, non nei fatti, ma sicuramente nella comunicazione. Ed è un problema serio. Anche i premi di casse malati sono un tema serio che tocca i cittadini. E su questo dossier il PLR non é riuscito a spiegare in modo semplice la nostra posizione. La gente, che oggi come oggi fa davvero fatica, non ha trovato alcuna risposta concreta. Il partito a livello cantonale dovrebbe inoltre sottolineare maggiormente le particolarità del Ticino (penso ai frontalieri o a temi come la neutralità e gli accordi con l’Unione europea) e se del caso, avere il coraggio di distanziarsi da quello che viene detto a livello nazionale o dai nostri consiglieri federali. Noi siamo qui e siamo chiamati a risolvere o attenuare i problemi dei nostri cittadini, cosa che facciamo ma nella comunicazione traspare altro".
Perché la candidatura Farinelli non è passata?
“Non ho una risposta attendibile. Alex ha fatto molto ed è preparato e moderato. Il PLR non ha saputo entusiasmare, mentre UDC e Centro, con Chiesa e Regazzi lo hanno fatto. La gente ha bisogno anche di trascinatori. Nel PLR ce ne sono senz'altro ma i negativi, i brontoloni e i nostalgici si fanno sentire di più. Abbiamo tanti allenatori che, per finire, appesantiscono i giocatori in campo invece di spronarli e aiutarli, coinvolgendo e convincendo la base”.
Diversi liberali luganesi, lo avrà sentito anche lei, hanno scelto di votare Chiesa e Regazzi.
“È ovvio che un liberale con maggiore sensibilità di destra, che non vede presi di petto dal partito i temi che gli stanno a cuore, finisce per votare Chiesa e Regazzi, come è accaduto. Del resto sia Chiesa, che ci vive, che Regazzi, erano validi candidati con importanti contatti nella società luganese e nel mondo economico, che hanno saputo generare un effetto positivo”.
Alessandro Speziali dovrebbe lasciare la presidenza?
“No, penso di no! È affrettato e sbagliato giudicare il lavoro di un presidente dopo una sola tornata elettorale. Seguendo questa logica, anche Fiorenzo Dadò avrebbe dovuto lasciare all’inizio della sua presidenza. Invece è rimasto, ha continuato a lavorare e ieri ha vinto”. I capi espiatori servono solo nel brevissimo termine come pretesto per non farsi un serio e franco esame di coscienza e di cosa ogni liberale radicale avrebbe potuto fare meglio per centrare l’obbiettivo. Dare la colpa a qualcuno non è mai la risposta: bisogna rimboccarsi le maniche e affrontare i problemi quotidiani con coraggio, determinazione e tanto entusiasmo.
A proposito di Dadò. Lui, sostanzialmente, ha detto che siete stati voi a spingere il Centro fra le braccia di Lega e UDC, rifiutando l’alleanza che vi aveva ripetutamente offerto. Pentita?
“Io l’ho sempre detto e lo ripeto oggi: le collaborazioni sono fondamentali e devono partire dai temi. E sono d’accordo con quanto dice Amalia Mirante: le buone idee non hanno colore. La gente è stufa di veder litigare i politici per delle sfumature o per la gara al posizionamento personale mentre il quotidiano dei cittadini diventa sempre più difficile. Concordo con Dadò sulla possibilità, in futuro, di costruire alleanze, anche tra PLR e il Centro. A livello comunale a Lugano sono molti i punti di contatto e tanti i temi importanti su cui si sono naturalmente trovate posizioni comuni. Anche dal profilo personale la collaborazione con il PPD (prima) Centro (ora) è stata ed è tutt’ora molto buona, sia in Municipio sia in Consiglio Comunale: dalla riduzione del moltiplicatore, passando per l’aeroporto e i grandi progetti così come su temi più puntuali e quotidiani. Per un progetto di più ampio respiro però, come a livello federale e a livello cantonale, non si può “darsele" di santa ragione per tutta la legislatura - con toni aspri e sgambetti in Gran Consiglio - e poi, quando arrivano le elezioni federali bussare alla porta e affermare che “i liberali non ci vogliono”. Se si vuole costruire una collaborazione che funzioni e che sia credibile agli occhi degli elettori, bisogna essere coerenti e collaborare giorno dopo giorno, cominciando dai temi concreti”.