POLITICA E POTERE
Licenziamento del prof Caruso, Sergi e Pronzini chiamano alla cassa i ministri
I due deputati chiedono che i cinque consiglieri di Stato risarciscano di tasca propria - versando 300 franchi a testa - i costi giudiziari procurati al Cantone
TiPress / Francesca Agosta

BELLINZONA - I deputati del Movimento per il socialismo, Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini, chiedono che i cinque consiglieri di Stato risarciscano di tasca propria - versando 300 franchi a testa - i costi giudiziari procurati al Cantone dal licenziamento del docente della SPAI di Mendrisio Roberto Caruso.

“Lo scorso 5 giugno – scrivono i due deputati ricordando la genesi del caso - Christian Vitta, Norman Gobbi, Marina Carobbio, Raffaele De Rosa e Claudio Zali hanno deciso di esonerare e sospendere Caruso dalla funzione di docente (nominato) senza privazione dello stipendio, con effetto immediato. Il 20 giugno Roberto Caruso ha presentato ricorso davanti al Tribunale cantonale amministrativo. Con sentenza del 13 agosto il TRAM ha accolto il ricorso ed annullato la decisione del Governo”.

Nella pretesa di risarcimento, che per diventare effettiva dovrà essere approvata dalla maggioranza assoluta del Parlamento, i due deputati citano alcuni passaggi chiave della sentenza: “Il Consiglio di Stato ha violato il diritto di essere sentito del ricorrente; tale disattenzione implica, di principio, l'annullamento della decisione impugnata, a prescindere dalle possibilità di successo nel merito (…). La riparazione del vizio deve però rimanere l'eccezione, segnatamente in presenza di gravi violazioni, non fosse altro perché la concessione successiva del diritto di essere sentito costituisce spesso solo un surrogato imperfetto dell'omessa audizione preventiva; soltanto in questo modo si può evitare che l'autorità di prime cure disattenda sistematicamente il diritto di essere sentito delle parti, vanificando le garanzie processuali espressamente previste per il procedimento di prima istanza; nel caso in esame, la violazione in cui è incorsa l'autorità di nomina non è affatto trascurabile, avendo privato il ricorrente del diritto di esprimersi prima di adottare la sospensione immediata dalla funzione; la misura, seppure neutra dal punto di vista economico, è suscettibile di influire sulla reputazione professionale dell'insorgente”.

Si tratta, osservano Sergi e Pronzini, di affermazioni molto pesanti da parte dei giudici del Tribunale amministrativo, “che descrivono un atteggiamento non solo inaccettabile da parte del Consiglio di Stato, ma persecutorio, ed un abuso di potere che non può essere tollerato. Esso ha inoltre causato una spesa allo Stato di 1'500 franchi quali ripetibili. Si potrebbe, inoltre, aggiungere il tempo utilizzato dal DECS per orchestrare il caso ed il tempo utilizzato dal CdS per ratificarlo, nonché i costi per il docente che ha sostituito dal 5 giugno alla fine dell'anno scolastico il docente Roberto Caruso”.

I due deputati ritengono che in questo caso sia applicabile la legge sulla responsabilità civile degli enti pubblici e degli agenti pubblici, estendibile anche ai membri dell’Esecutivo cantonale: “L’agente pubblico risponde verso l’ente pubblico del danno cagionato mancando con l’intenzione o per colpa grave ai propri doveri di servizio”. La legge, concludono, è quindi applicabile ai Consiglieri di Stato per il danno cagionato al Cantone e i ministri vanno chiamati alla casa.

 

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