La decisione del capo dell’Esercito arriva pochi giorni dopo una controversa intervista al SonntagsBlick, in cui aveva ipotizzato l’invio di 200 soldati svizzeri per una missione di pace tra Ucraina e Russia
BERNA - Scossa ai vertici del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS): il capo dell’Esercito Thomas Süssli e il direttore del Servizio attività informative della Confederazione (SIC) Christian Dussey hanno rassegnato le dimissioni con largo anticipo, come riportato dalla NZZ.
Süssli ha presentato le sue dimissioni a fine gennaio, ma rimarrà in carica fino alla fine del 2025. Dussey, che ha lasciato il suo incarico pochi giorni prima di Süssli, resterà in funzione fino a marzo 2026. Le dimissioni verranno comunicate ufficialmente al Consiglio federale nella riunione di mercoledì.
Questa doppia uscita cambia le carte in tavola per il futuro del DDPS, proprio mentre il Parlamento si prepara a eleggere il successore di Viola Amherd il prossimo 12 marzo. Il Centro ha candidato Markus Ritter e Martin Pfister. Chiunque venga scelto dovrà affrontare fin da subito importanti decisioni strategiche e di personale.
La decisione di Süssli arriva pochi giorni dopo una controversa intervista al SonntagsBlick, in cui aveva ipotizzato l’invio di 200 soldati svizzeri per una missione di pace tra Ucraina e Russia, una proposta che aveva sollevato numerose polemiche. La notizia delle dimissioni giunge inoltre all’indomani della pubblicazione di tre audit del Controllo federale delle finanze riguardanti la Ruag, aggiungendo ulteriore pressione su un DDPS già scosso da polemiche e incertezze.