POLITICA E POTERE
Manifestante ammanettata, il PLR accusa la RSI: "Servizio tendenzioso e incompleto"
La presa di posizione: "Il servizio pubblico ha ignorato i contenuti della serata con Cassis". In arrivo un esposto ufficiale "per porre rimedio all'evidente squilibrio informativo"
TIPRESS

CAMIGNOLO - Dopo le polemiche e il video del fermo della manifestante pro-Palestina a Camignolo, arriva la replica del Partito liberale radicale (PLR). In un comunicato diffuso oggi, il partito “deplora la scelta editoriale del Quotidiano della RSI del 15 ottobre”, che avrebbe “deliberatamente ignorato il merito della serata per concentrarsi unicamente sul fermo di una partecipante al presidio”.

“Aprire l’edizione con il fermo, omettendo completamente i contenuti del dibattito con il consigliere federale Ignazio Cassis, significa distorcere la percezione dei fatti e impoverire il diritto dei cittadini a un’informazione corretta”, scrive il PLR, parlando di “servizio tendenzioso e incompleto, non conforme alla missione di equilibrio e completezza che ci si attende da un vero servizio pubblico”.

“Omettere gli insulti e le offese dei manifestanti è fuorviante”

Secondo il PLR, il servizio della RSI non avrebbe riportato il comportamento dei manifestanti, che durante il presidio “avrebbero scandito insulti e offese anche verso semplici cittadini arrivati a seguire la serata sugli Accordi bilaterali”. “Omettere questi aspetti non ha permesso allo spettatore di comprendere il contesto dei fatti. La libertà di espressione – afferma il partito – va esercitata nel rispetto delle regole e delle persone”.

“Polizia professionale, dispositivo giustificato”

Il PLR esprime inoltre apprezzamento per la professionalità della Polizia cantonale, che “ha gestito l’evento con misura ed equilibrio, garantendo sicurezza e libertà di espressione”.
Il partito ricorda che il fermo della manifestante “è durato meno di un’ora” e che “è stato disposto solo dopo ripetute richieste di allontanamento da una zona chiaramente delimitata e non accessibile”.

Il PLR respinge dunque le accuse di violenza sproporzionata, ricordando che “episodi recenti, come quelli di Bellinzona, hanno dimostrato quanto sia necessaria prudenza da parte delle forze dell’ordine nel calibrare i dispositivi di sicurezza”.

Nel comunicato, il partito critica anche la RSI per la descrizione geografica dell’accaduto: nel servizio, la zona del fermo è stata definita come “discosta rispetto all’azione di protesta”. “Una descrizione dei fatti fuorviante ed errata”, si legge nella nota.

Il PLR annuncia infine la presentazione di un esposto ufficiale alla RSI, chiedendo al servizio pubblico di “porre rimedio all’evidente squilibrio informativo” e di garantire “un confronto pubblico civile, fondato su fatti completi e verificabili”.

“Purtroppo – conclude la presa di posizione – questo non è un caso isolato. Serve più equilibrio, rispetto e responsabilità nell’informazione pubblica”.

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