Il presidente della DISTI e il direttore della Camera di commercio commentano la scelta della tv pubblica di programmare la campagna del centro commerciale lombardo
LUGANO – Lo spot del centro commerciale Iper di Varese in programma in questi giorni sulla RSI non è passato inosservato.
“Come minimo, e uso un eufemismo, denota scarsa sensibilità da parte della RSI”, dice in modo lapidario Luca Albertoni, direttore della Camera di commercio, impegnata in prima fila, insieme ad altre associazioni economiche, nella campagna “Non innaffiamo il giardino del vicino”, che sta andando in onda, tra l’altro, proprio alla RSI.
Una campagna che intende sensibilizzare i ticinesi sugli effetti devastanti per l’economia e l’occupazione che produce la cattiva abitudine di andare a fare acquisti oltre confine, o di chiamare i “padroncini” per i lavori di casa.
Anche a Enzo Lucibello, presidente della DISTI, l’associazione dei grandi distributori ticinesi, non è sfuggito lo spot dell’Iper che intercala le partite dei Mondiali, che giudica inopportuno.
“In linea di principio – dice a liberatv - sono per un commercio libero a 360 gradi. A patto però che ci siano delle condizioni di base uguali per tutti, dagli orari di apertura ai posteggi. E visto com’è andata a finire la votazione in Gran Consiglio sulla nuova legge sul commercio, mi pare che noi ticinesi siamo nettamente sfavoriti rispetto alla concorrenza di oltre confine”.
Mi sembra quindi inopportuno, conclude Lucibello, “che in un periodo economico in cui si deve combattere per ogni franco di fatturato, vengano concessi vantaggi del genere a negozi che sorgono a pochi chilometri da noi e che beneficiano di condizioni quadro nettamente diverse. I vertici della RSI dovrebbero quindi chiedersi se sia opportuno programmare spot del genere”.
emmebi