Intervista alla responsabile del Centro viscerale della Clinica Luganese Moncucco Helen Schaufelberger, alla Dottoressa Alessandra Franzetti Pellanda e al Dottor Andrea Donadini sulla problematica tumorale del tratto gastrointestinale
LUGANO – A partire dalla fine dello scorso anno, la Clinica Luganese Moncucco annovera all’interno della sua struttura anche un Centro viscerale, che è un punto di riferimento per i pazienti affetti da patologie del tratto digestivo.
Grazie all’integrazione di medici specialisti (chirurghi viscerali, gastroenterologi e medici attivi nel campo dell’oncologia), il Centro viscerale della Clinica ha attivato una collaborazione con un altro istituto riconosciuto come un’eccellenza nel settore: il St. Claraspital di Basilea, recentemente associatosi all’ospedale universitario di Basilea.
Una delle principali patologie che devono trattare gli specialisti del Centro viscerale, è la problematica tumorale del tratto gastrointestinale. Questa tematica, insieme ad altri approfondimenti scientifici sulle malattie addominali, è stata affrontata lo scorso 4 ottobre durante un simposio organizzato dalla Clinica Luganese Moncucco. Un convegno a cui hanno partecipato, sia in veste di relatori che di organizzatori, la Dottoressa Helen Schaufelberger (responsabile del Centro viscerale), la Dottoressa Alessandra Franzetti Pellanda e il Dottor Andrea Donadini. Li abbiamo intervistati.
Quanto è fondamentale il coordinamento e la cooperazione tra specialisti nel vostro settore?
Dr.ssa Franzetti Pellanda: “È fondamentale. Anche perché quando si tratta di tumori del tratto gastrointestinale, parliamo di un apparato vasto composto da diversi organi, dove i tipi di tumore sono molto diversi tra loro e dove le conoscenze che noi specialisti abbiamo sono differenti e per questo complementari. Per poter decidere una diagnostica corretta e una proposta terapeutica adatta, è assolutamente indispensabile il confronto di medici specialisti in campi diversi”.
Come avviene il coordinamento?
Dr.ssa Schaufelberger: “Quando un paziente viene al Centro viscerale ha una vasta possibilità di scelta. Noi mettiamo a disposizione chirurghi, gastroenterologi, oncologi e diversi medici specializzati. Tutti loro possono entrare a far parte dell’iter di cura di un paziente, ma alla fine sarà sempre l’ammalato a scegliere a chi affidarsi".
Si può affermare che il lavoro in pool è imprescindibile per pazienti affetti da questa patologia?
Dr. Donadini: “Direi di sì. Come detto precedentemente dalle mie colleghe, il tema è molto complesso. Ogni tipo di tumore necessita un approccio diverso, anche per quanto riguarda le terapie. Il chirurgo discute tutti i casi a seconda del tipo di tumore e di dove è localizzato, per capire se è operabile o meno. Ritengo che la discussione interdisciplinare sia la chiave per una buona presa a carico del paziente”.
Quali sono le casistiche che vanno per la maggiore in Ticino?
Dr.ssa Franzetti Pellanda: “Credo che il Ticino non si discosti dal resto della Svizzera e dal resto dell’Europa. Sicuramente nel tratto gastroenterico, i tumori del colon retto sono i più frequenti. Ci sono poi il tumore del fegato, il tumore del pancreas, dell’esofago e delle vie biliari, anche se quest’ultimo è più raro. Non tutti hanno la stessa presa a carico diagnostica-terapeutica. Ancora una volta, quindi, il caso va discusso in un gremio multidisciplinare”.
Esiste un modo per “prevenire” tumori al tratto gastrointestinale?
Dr.ssa Schaufelberger: “Generalmente il tumore più "facile" da prevenire è quello al colon retto. In che modo? Con uno screening endoscopico. In questo caso è possibile scoprire se sono presenti dei “polipi”, ovvero delle mucose generate dall’intestino che sono il primo nucleo verso un futuro tumore”.
Come si cura, allora, un tumore al tratto gastrointestinale?
Dr. Donadini: “Ci sono, ovviamente, i casi più disparati. In determinate situazioni è possibile operare subito sperando che la chirurgia possa rivelarsi risolutiva. Ci sono, invece, tumori che prima di essere operati vanno sottoposti a una chemioterapia o ad una radio-chemioterapia combinata. È inutile nascondere che ci sono anche casi in cui il tumore, a causa di un’espansione troppo grande, non può essere rimosso mediante la chirurgia”.
Quali sono le più grandi paure che avvertite in un paziente?
Dr.ssa Franzetti Pellanda: “Le parole “tumore” e “cancro” evocano già di per sé molto paure, prima di tutto quella della morte. Per essere rassicurato un paziente deve essere innanzitutto informato correttamente sulla diagnosi e sulle proposte terapeutiche sapendo che alla fine, quale strada prendere lo deciderà sempre lui. La qualità della comunicazione deve andare oltre gli aspetti puramente tecnici e trasmettere all’ammalato la sicurezza che non verrà lasciato solo nel suo percorso di cura ma, al contrario, verrà seguito da un team di esperti”.
Dr. Donadini: “Oltre a tutto quanto detto dalla mia collega, credo che un aspetto altrettanto importante sia il coinvolgimento della famiglia e delle persone che sono vicine all’ammalato. Questo per creare un percorso di sostengo, attraverso il quale un paziente oncologico è conscio che nel “combattere” la malattia non sarà solo”.
Titoli di specialità:
Dr. med. Helen Schaufelberger – Specialista in gastroenterologia e medicina interna generale
Dr. med. Alessandra Franzetti Pellanda – Specialista in radioterapia
Dr. med. Andrea Donadini – Specialista in chirurgia viscerale, chirurgia generale e traumatologia