Il responsabile del Reparto di geriatria della Clinica: “La caratteristica principale dell’anziano è la fragilità. Ecco perché, nel trattamento di questi pazienti, un approccio globale è fondamentale per evitare il rischio di complicazioni e recidive”
LUGANO - Il dottor Pio Eugenio Fontana, cinquantasette anni, è specialista in Medicina Interna e Geriatria e si è formato a Ginevra, dove ha ottenuto anche il Certificato di Formazione Continua in Gerontologia (CEFEG) e l’accreditamento alla Società Europea di Medicina dell’Invecchiamento (EAMA). Tornato in Ticino, è stato Caposervizio di Geriatria all’Ente Ospedaliero Cantonale, poi, con il collega Franco Tanzi, ha dato vita al Reparto di Geriatria della Clinica Luganese Moncucco, del quale è oggi responsabile. Accanto all’attività clinica, ha insegnato geriatria alla Scuola infermieri Cantonale ed alla SUPSI, è stato medico consulente della Clinica di Geriatria dell’Università di Ginevra e, per più di un decennio, responsabile di alcuni centri Alzheimer ticinesi. Oggi insegna alla Facoltà di medicina di Lugano.
“La caratteristica principale dell’anziano è la fragilità - esordisce il dottor Fontana –. Più si invecchia, meno si hanno riserve in caso di eventi acuti, e più facilmente si sviluppano complicazioni, con aumento della dipendenza e della mortalità”. Si calcola che circa il 50% delle persone anziane che si fratturano l’anca, entro i due anni successivi muoiono o sono costrette in sedia a rotelle.
“Tale fragilità dipende anche dalla presenza, nella stessa persona, di malattie multiple e di trattamenti farmacologici complessi, non sempre innocui. Noi geriatri ci occupiamo specificamente di queste problematiche. Studi scientifici risalenti già a vent’anni fa hanno dimostrato che un team ospedaliero multidisciplinare, che comprenda l’ortopedico-traumatologo, il geriatra, l’anestesista ed il medico di pronto soccorso addestrati a lavorare in modo coordinato, riduce sensibilmente il rischio di complicazioni e migliora la prognosi in caso di frattura. Il rischio di complicazioni durante e dopo l’intervento di osteosintesi, che è già maggiore a causa dalla fragilità dovuta all’età ed alla polimorbidità del paziente, è infatti accresciuto se la gestione medica viene demandata ai soli chirurghi”. Ecco, allora, che la collaborazione in team si rivela vincente.
Un team multidisciplinare
La Clinica Luganese Moncucco dispone, da alcuni anni, di un Servizio di Ortogeriatria molto ben organizzato, che mette a disposizione degli anziani che sono rimasti vittime di fratture tutte le competenze umane ed i dispositivi tecnologici necessari. “Il team multidisciplinare segue il paziente sin dal suo arrivo in pronto soccorso – prosegue Fontana –. Si esegue l’operazione, e già il giorno dopo l’intervento la gestione non strettamente chirurgica del paziente passa al consulente geriatra: cura del dolore, prevenzione delle trombosi, correzione dell’equilibrio dei sali minerali e dell’acqua corporea, cura dell’anemizzazione post-chirurgica e di eventuali infezioni, problemi renali, cardiaci. Importantissima anche la prevenzione e, se necessario, la cura dello stato confusionali acuto, molto frequenti nei pazienti più fragili dopo le operazioni”. Se tutto procede bene e non ci sono complicazioni di tipo chirurgico, il paziente viene trasferito in Geriatria dopo tre o quattro giorni. A quel punto i ruoli si invertono, il traumatologo o il chirurgo ortopedico vanno a vedere come va la ferita, fanno eseguire le radiografie di controllo, mentre la squadra medica e paramedica della Geriatria si occupa della parte riabilitativa.
“Siccome si tratta molto spesso di pazienti polimorbidi - precisa il medico - approfittiamo della degenza in Geriatria per eseguire una valutazione multidisciplinare geriatrica: a tutti i pazienti offriamo una valutazione funzionale precoce (indispensabile per definire il progetto riabilitativo ed il procedere dopo il ricovero a Moncucco), una misura dell’equilibrio e dello stato nutrizionale, dei test della memoria (per la diagnosi precoce dei disturbi cognitivi), una valutazione osteologica (abbiamo una specialista molto valida, la Dr.ssa Eleni Tsiantouli, che si è formata appositamente a Ginevra) perché le fratture dell’anziano sono quasi sempre sono causate dall’osteoporosi, malattia oggi curabile con grande efficacia”.
Negli ospedali che non dispongono di un programma di Ortogeriatria, invece, il paziente viene operato e torna a casa dopo una più o meno breve degenza, senza particolari approfondimenti volti ridurre o evitare il rischio di altre cadute e fratture. “Una volta rientrato al proprio domicilio - continua Fontana - l’anziano che non ha ricevuto la valutazione e le cure giuste, ha un alto rischio di cadere e di farsi male di nuovo.
Il mancato accesso alle cure dell’osteoporosi è un problema molto noto ed anche la malnutrizione ed i disturbi della marcia possono essere trascurati senza l’apporto del geriatra”.
Oggigiorno, quando si parla di traumatologia dell’anziano, è dunque fondamentale investire su un team multidisciplinare, per favorire una migliore ripresa ed una migliore qualità di vita. “Ma, anche - spiega il geriatra - per evitare che altre patologie soggiacenti sfuggano alla diagnosi. Al giorno d’oggi i tuttologi non esistono più, la medicina è diventata troppo complessa. Per questa ragione possiamo avvalerci di una nutrita serie di specialisti: neurologi, cardiologi, pneumologi, neuropsicologi, psichiatri, nutrizionisti, eccetera”.
La gestione del decorso post operatorio
In merito al decorso, spiega il dottor Fontana, “se il paziente si riprende in modo adeguato, torna a casa (in genere con degli aiuti infermieristici ed un programma di fisioterapia domiciliari) e viene riaffidato al suo medico di famiglia. Per problematiche specifiche (quale, ad esempio, un parkinsonismo od un declino cognitivo) riceve degli appuntamenti per visite presso il nostro ambulatorio di Geriatria, che dispone anche di una Memory Clinic ed un Centro Osteoporosi. Nei casi in cui la guarigione richiede più tempo, organizziamo il proseguimento delle cure che, in base al tipo di paziente, può aver luogo nei centri ad alto contenuto sanitario, i “CAT” di Sonvico e Castelrotto, oppure nelle cliniche di riabilitazione di Novaggio e Faido. In alcuni casi, se il paziente non è più in grado di tornare a casa perché la frattura gli ha causato una perdita funzionale non recuperabile, lo aiutiamo a trovare un posto in una casa per anziani del territorio, con le quali collaboriamo da molti anni”.
Una figura molto importante del nostro team multidisciplinare - aggiunge il medico - è l’infermiere “case manager”, introdotta un paio d’anni fa in Clinica. Essa favorisce e coordina la comunicazione all’interno del team multidisciplinare, nonché con i familiari, i medici di famiglia ed i servizi di cure domiciliari. Segue anche il decorso clinico del paziente e, in collaborazione con medici e paramedici, prepara il rientro a casa dei pazienti od il trasferimento in altre strutture. “Non ci troviamo mai nella situazione di non saper cosa fare all’ultimo minuto - garantisce Fontana.
La pianificazione dell’intero percorso di cura comincia molto presto. Un primo punto della situazione psicofisica, funzionale e sociale del paziente viene infatti fatto già 48 ore dall’arrivo in Clinica: di quali cure e di quanto tempo questa persona avrà presumibilmente bisogno per guarire e riprendersi dal punto di vista funzionale? Ce la farà ad andare a casa direttamente o dovrà soggiornare in un reparto di proseguimento cure? Sarà necessaria una badante o, piuttosto, un trasferimento in casa per anziani? Ogni settimana ci troviamo tutti insieme e discutiamo di ogni paziente, analizzando il suo stato di salute, i suoi progressi e gli obiettivi per lui ragionevoli. Man mano che il ricovero procede, i vari punti possono essere così chiariti, il progetto terapeutico prende forma e può essere presentato in modo strutturato al paziente ed ai suoi familiari. Questo approccio permette anche di evitare di prolungare oltre il necessario la degenza in ambito acuto e di ridurre, quindi, i costi non necessari”.
L’aromoterapia clinica
È interessante notare come, già da qualche anno, nel reparto di Geriatria di Moncucco abbia preso piede l’uso terapeutico degli oli essenziali naturali, la cosiddetta Aromaterapia Clinica. “La utilizziamo soprattutto per trattare ansia, agitazione, e nella cura dello stato confusionale acuto post operatorio - spiega il dottor Fontana -, in base al tipo di disturbo e al paziente. Abbiamo tre infermiere specializzate in questa forma di terapia complementare”.
Chi sono gli anziani oggi?
Per finire, una riflessione sul concetto moderno di anziano. Chi sono gli anziani oggi? “Rispondo con qualche dato - dice Fontana -. Nel 1948, quando entrò in vigore l’AVS, lo svizzero medio viveva 65 anni, mentre nel 1911, quindi poco più di un secolo fa, l’aspettativa di vita era di soli 45 anni per gli uomini e di 50 per le donne. Gli anziani erano un’eccezione, ecco perché non è vero che un tempo le famiglie curavano meglio gli anziani, perché…non c’erano. In Vallese, per esempio, nelle famiglie contadine povere, quando i vecchi si ammalavano e non potevano più lavorare, finivano spesso i loro giorni abbandonati sui giacigli di paglia. Nessuno aveva il tempo e le forze di occuparsene, troppo dura era la quotidiana lotta per la sopravvivenza. Oggi viviamo molto di più perché invecchiamo meglio e ci ammaliamo più tardi. Dipende molto dalle migliorate condizioni di vita ed anche dai progressi della medicina.
Incontriamo sempre più spesso persone di 70 o più anni “fit”, che vivono bene, in piena autonomia fisica ed intellettuale: praticano i loro hobby, studiano, viaggiano, a volte lavorano, fanno sport e, fenomeno in costante crescita, intraprendono nuove relazioni sentimentali. Sono il frutto di quello che gli studiosi chiamano “invecchiamento di successo” e rappresentano una nuova fase della vita umana, sconosciuta in passato, ma oggi alla portata di coloro che sono disposti, con abitudini di vita sane, ad investire sulla propria salute”.