Lâincontro del 15 febbraio presso la Clinica di Gravesano è stato unâoccasione per fare luce su una patologia tanto seria quanto imprevedibile. Sono intervenuti il fondatore dellâAssociazione, dottor Thomas Robert, e la presidente Marzia Nobs
GRAVESANO - à una patologia subdola, silente, che non dà avvisaglie nÊ sintomi, e quando improvvisamente questi si manifestano bisogna intervenire tempestivamente. Ed è ciò la rende particolarmente insidiosa.
Il 15 febbraio, presso la Clinica Ars Medica, si è tenuta la conferenza pubblica dal titolo "Aneurisma cerebrale: cos'è e come si curaâ, che ha riscosso enorme successo e suscitato grande interesse tra il pubblico. Prevenzione, diagnosi, cura e monitoraggio sono i temi trattati durante la serata dal dottor Thomas Robert, specialista in neurochirurgia e operativo al Centro Colonna Vertebrale di Ars Medica.
La conferenza, moderata dalla giornalista Maria Grazia Buletti, si è aperta con il saluto di benvenuto di Fabio Rezzonico, Direttore Generale Regione Ticino di Swiss Medical Network. Al dibattito ha partecipato anche la neo costitutita Associazione Ticinese per pazienti con Aneurisma Cerebrale e altre malformazioni neuro-vascolari (ATAC), promossa dallo stesso dottor Robert, e i cui ex pazienti hanno condiviso le proprie esperienze con i numerosi partecipanti, che hanno cosÏ potuto chiarire i loro dubbi e conoscere questa patologia, in modo da evitare, ed eventualmente saper gestire, situazioni di emergenza.
Come spiega il dottor Robert, lâaneurisma cerebale (che è una dilatazione anomala e permanente della parete arteriosa o venosa) si manifesta casualmente; nel corso d'indagini alla ricerca di altre patologie, come emicranie o capogiri, o attraverso un sanguinamento nel cervello a causa della sua rottura. Vi sono persone portatrici inconsapevoli di questa patologia, mentre in altri casi quando lo si scopre lo si deve affrontare con estrema urgenza, con tutte le conseguenze di ciascuna singola specifica situazione. In un simile frangente, si rende necessario rivolgersi immediatamente alle urgenze del Pronto soccorso, per unâimmediata e adeguata presa a carico.
Il trattamento dellâaneurisma cerebrale ha come obiettivo primario quello di fermare o ridurre il rischio di emorragia subaracnoidea, e consiste in un intervento specifico per ogni singolo paziente, identificato sulla base delle sue caratteristiche: etĂ , storia clinica, sintomi sviluppati, oltre alle caratteristiche dellâaneurisma per dimensioni e sede. I tipi d'intervento sono due: la craniotomia con âclippingâ chirurgico, che consiste nel posizionamento di una clip metallica nella sede del colletto dellâaneurisma, e il trattamento mini invasivo, con lâinserimento nellâarteria femorale di un catetere che risale fino allâaneurisma dove si posizionano dei coils (micro spirali) che andranno a riempirlo.
Per prevenire lâinsorgenza di aneurismi cerebrali è necessario sicuramente condurre uno stile di vita sano (monitoraggio della pressione arteriosa, smettere di fumare, eliminare o ridurre lâalcool) per tenere sotto controllo i fattori di rischio, ma anche unâanamnesi familiare del paziente è importante, per escludere o trattare eventuali familiaritĂ con la patologia.
Durante la conferenza è intervenuta anche la Presidente dellâATAC Marzia Nobs, che ha sofferto di aneurisma cerebrale, e ha raccontato alla platea la propria toccante esperienza personale. Nel 2018, Marzia ha 50 anni, gode di buona salute, senza problemi particolari, ed effettua esami e controlli con cadenza regolare. Una sera, finita una telefonata, alzandosi avverte come âuna fucilata alla testaâ e dallâintensitĂ di quel dolore capisce subito che si tratta di qualcosa di anomalo. Con prontezza avverte unâamica e chiama lâambulanza; lascia la porta aperta, cosĂŹ che al loro arrivo i soccorritori possano entrare. Giusto in tempo, perchĂŠ pochi minuti dopo aver chiesto aiuto inizia a stare male, vomita. Ricoverata in pronto soccorso viene dimessa, ma le sue condizioni continuano a peggiorare. Dorme tutto il tempo, è spossata, continua a lavorare nel suo salone di parrucchiera, ma si sente debole e si deve fermare spesso. Viene portata una seconda volta in ospedale, e questa volta viene ricoverata dâurgenza. Attraverso esami specifici si scopre che Marzia ha ben tre aneurismi cerebrali, di cui uno si è rotto, causando emorragia, dunque va operato immediatamente. Dopo lâintervento, il blackout. Marzia non ricorda nulla delle tre settimane successive, ma sa che la prognosi è complicata e la convalescenza lunga e difficile. Paralizzata sul lato destro, in sedia a rotelle, deve imparare nuovamente a deglutire, a parlare, a camminare. Nel 2019 e nel 2020 Marzia è operata degli altri due aneurismi; stavolta sono interventi programmati, cosĂŹ riesce ad evitarne la rottura. Tutto questo le costa in ogni caso quasi un anno e mezzo di ricovero alla clinica Hildebrand di Brissago, e diversi altri mesi in day hospital, per la riabilitazione. Tuttâoggi, a distanza di due anni, Marzia si sottopone a sedute di ergoterapia e fisioterapia, due volte la settimana, ed è seguita da uno psicoterapeuta. Sa che il percorso di guarigione è ancora lungo e che probabilmente non tornerĂ mai esattamente tutto comâera prima, ma non si arrende, continua ad affrontare il suo percorso con coraggio e positivitĂ . Per cercare di alleviare la sua sofferenza e superare questo trauma, Marzia sente di voler essere dâaiuto ad altre persone nelle sue condizioni e ai loro familiari.
CosĂŹ, da questa esperienza travagliata ed emblematica nasce lâidea di mettere in contatto le persone - pazienti e loro familiari, ed ex pazienti - attraverso unâiniziativa di auto-aiuto che è sfociata nella costituzione, lo scorso 29 gennaio, dellâATAC. Conoscere una patologia cosĂŹ insidiosa permette di non trovarsi in una situazione di emergenza e agevola una presa a carico programmata e personalizzata. Oggi Marzia porta la propria testimonianza anche in seno allâAssociazione costituita dal dottor Robert - il suo âangelo custodeâ, come afferma lei stessa. LâATAC raccoglie diverse persone, alcune delle quali si mettono, come lei, a disposizione per sostenere con la propria esperienza chi sta affrontando la patologia, la convalescenza, o deve sottoporsi a un intervento.