Il dottor Matteo Denti a Liberatv: “Allungare i tempi di recupero garantisce un maggior successo dell’intervento, e l’intensità dell’impegno sportivo senza un adeguato allenamento aumenta il rischio di infortuni"
LUGANO – Venerdì scorso, 29 settembre, il centro congressi LAC di Lugano ha ospitato un prestigioso simposio internazionale dal titolo ”What’s new in knee surgery”, le novità nella chirurgia del ginocchio, organizzato dalla clinica Ars Medica.
Sulla scia del successo del workshop tenutosi nel 2021, un gruppo di relatori nazionali e internazionali che annovera tra i partecipanti i più eminenti specialisti in materia, ha esplorato gli aspetti della traumatologia e della chirurgia dei legamenti del ginocchio alla luce delle attuali conoscenze ed evidenze scientifiche. Un'occasione di scambio e confronto tra chirurghi, medici sportivi, e fisioterapisti coinvolti nel processo multidisciplinare di ripresa dell’attività sportiva, per cui una presa a carico del paziente a 360 gradi è fondamentale per la buona riuscita dell’intervento e del percorso riabilitativo.
Le lesioni legamentose del ginocchio costituiscono infatti una delle principali cause di infortunio tra gli sportivi, che siano professionisti o semplici amatori. L’Ars Medica, nell’ambito della medicina sportiva, è riconosciuta come il principale centro in Ticino, con tecniche che la vedono all’avanguardia nel panorama europeo.
Tra i relatori del convegno, in rappresentanza della clinica di Gravesano, c’era il dottor Matteo Denti, specialista in Chirurgia ortopedica e traumatologica dell'apparato locomotore (del ginocchio e della spalla in particolare) e già presidente dell’Esska (European Society of Sports Traumatology Knee Surgery and Arthroscopy). Liberatv lo ha intervistato per approfondire il tema e saperne di più sulle ultime scoperte in materia.
“Il convegno di Lugano è stato un grande successo, soprattutto a livello scientifico – premette il dottor Denti -. I maggiori specialisti a livello europeo si sono riuniti per discutere i temi più attuali della chirurgia e della riabilitazione ai fini della ripresa sportiva dopo un intervento ai legamenti del ginocchio”.
Focus del dibattito, non solo le più recenti e innovative tecniche chirurgiche, ma anche i modi e i tempi del ritorno all’attività sportiva di professionisti e dilettanti, per cui è emerso che la fretta e un approccio “aggressivo” non sono indicati per un recupero ottimale.
“Le tecniche chirurgiche consistono nel sostituire il legamento rotto con un tendine del paziente (semi-tendinoso, rotuleo, quadricipitale) permettono un risultato ottimale nella ricostruzione, ad esempio, del legamento crociato anteriore - afferma il dottor Denti - se abbinata ad una riabilitazione personalizzata sul singolo paziente.
Inoltre, è stato puntualizzato in base agli ultimi studi scientifici, che ritardare il tempo di ripresa ad almeno 8-9 mesi dopo l’intervento consente un migliore risultato, non solo nella stabilità post-chirurgica e nel livello di prestazione una volta ripreso lo sport, ma anche a livello biologico. Visto che utilizziamo dei tendini per sostituire il legamento rotto, la loro trasformazione in legamento richiede un certo lasso di tempo, che sono appunto 8-9 mesi; in questo periodo, l’evoluzione di questo processo biologico viene monitorata regolarmente attraverso visite ed esami, che comprendono anche la risonanza magnetica. In questo modo, si è riscontrato che adoperando una maggior cautela nella ripresa dell’attività sportiva si ottiene un successo in oltre il 95% dei casi, rispetto ad un approccio più ‘aggressivo’, con tempi di ritorno in attività notevolmente ridotti, diffuso in passato”, spiega Denti.
Per prevenire il rischio di traumi quali la lesione dei legamenti del ginocchio, comune soprattutto in discipline come il calcio, lo sci o la pallavolo, la preparazione atletica è importante, e per questo occorre un allenamento costante; tuttavia, il dottor Denti riferisce di un’aumentata incidenza delle lesioni muscolari in atleti come i calciatori o i giocatori di hockey che, giocando più partite in tempi ravvicinati, spesso non hanno tempo a sufficienza per allenarsi in modo adeguato, e perciò sono sottoposti più frequentemente al rischio di infortuni.
Un’altra evidenza, già nota ma ribadita alla luce del simposio di Lugano, è che la Svizzera, e il Ticino in particolare, detengono un importante primato nel trattamento dei traumi e delle patologie legate allo sport: “Nel campo della traumatologia legamentosa del ginocchio, e della medicina sportiva in generale, l’Ars Medica costituisce un centro d’eccellenza a livello europeo, sia per quanto concerne la chirurgia e la riabilitazione, sia per la prevenzione”, conclude il dottor Denti.
Ed è proprio questo uno degli aspetti che contribuiscono a fare dell’Ars Medica un riferimento cardinale nel panorama medico internazionale: la presa a carico integrata, dalla prevenzione alla riabilitazione, concentrate in unico istituto. Un punto di forza e un valore aggiunto al quale la clinica di Gravesano dedica un’attenzione particolare e la cui importanza è sottolineata dall’organizzazione di una nuova edizione di un convegno tanto prestigioso.