SALUTE E SANITà
Ars Medica tra i leader in Europa nella formazione di superchirurghi e negli interventi su misura  
La Clinica di Gravesano si conferma centro d’eccellenza sia nella formazione che nella prevenzione, cura e trattamento chirurgico degli infortuni con un prestigioso riconoscimento e una prima assoluta in Ticino: gli interventi “custom made”

GRAVESANO - Nei giorni scorsi la Clinica Ars Medica ha riottenuto il riconoscimento di Teaching Center dalla Società europea di traumatologia dello sport, chirurgia del ginocchio e artroscopia (ESSKA). La sola in Ticino, unitamente al La Colline di Ginevra e al Bruderholz di Basilea, le altre due cliniche riconosciute in Svizzera quali super formatrici.

Il dottor Matteo Denti, accreditato ad Ars Medica, specialista in Chirurgia ortopedica e traumatologia dell'apparato locomotore, dal 2014 al 2016 presidente di ESSKA di cui è stato anche nel board per 18 anni, spiega cosa significhi la conferma di questo riconoscimento. “In estrema sintesi, vuol dire essere rivalutati e riconosciuti come un centro leader in Europa. Significa che la struttura e gli oltre 30 specialisti che qui operano sono considerati idonei nell’insegnamento”, osserva lo specialista.

Chi può beneficiare di questi insegnamenti?

“Nel nostro centro accreditato ESSKA potranno arrivare chirurghi ortopedici già formati per cercare di migliorare la loro chirurgia e super specializzarsi”. La Clinica Ars Medica, che è anche Teaching Center estero della società italiana SIAGASCOT affiliata all’ESSKA, medical partner dell’HC Lugano e del FC Lugano, prosegue pertanto il suo percorso nell’eccellenza, sia a livello di superformazione, sia nella prevenzione, cura e trattamento chirurgico degli infortuni.

Infortuni che nel Cantone non mancano...

“Rileviamo molti traumi in persone con un’età media di 40-50 anni che in grande percentuale svolgono ancora attività sportiva - commenta il traumatologo - . E se un tempo pazienti con certe lesioni legamentose avremmo magari deciso di non operarli, oggi invece vengono trattati chirurgicamente sia per loro richiesta, sia per gli ottimi risultati che la chirurgia con tecnologie moderne riesce a ottenere”.

E parlando di interventi su misura, all’inizio di maggio all’Ars Medica ha avuto luogo un’operazione chirurgica molto particolare. Una protesi inversa “custom made” è stata impiantata alla spalla di un’anziana paziente di 84 anni, una prima assoluta a livello cantonale. Ciò è stato possibile grazie alla collaborazione tra il dottor Francesco Marbach, specialista in Chirurgia ortopedica e traumatologia dell’apparato locomotore alla clinica di Gravesano, e la LimaCorporate con il suo team ProMade di San Daniele, azienda italiana leader nella produzione di impianti ortopedici.

Come spiega il dottor Marbach in un’intervista al CdT , “le protesi su misura, o custom made, si rendono necessarie quando si riscontra un’anomalia ossea che non può essere corretta chirurgicamente utilizzando le protesi già presenti sul mercato. Nel caso della signora 84enne sulla quale siamo intervenuti, l’anomalia era troppo importante, sì da rendere necessaria la realizzazione di un impianto su misura. Alla paziente avevo già impiantato con successo una protesi standard alla spalla sinistra; per la spalla destra, invece, la TAC ha rivelato un eccessivo consumo della glena (la struttura anatomica della scapola nella quale si inserisce la testa dell’omero, ndr) che ha reso necessario l’impianto di una protesi su misura”.

Ed è qui che interviene la LimaCorporate di San Daniele, dove un’équipe di ingegneri e informatici realizza protesi su misura coinvolgendo direttamente l’operatore, in questo caso il dottor Marbach. Lavorando di concerto, gli specialisti hanno prima progettato e poi realizzato la protesi, scambiandosi pareri, suggerimenti e documentazione clinica della paziente. Fino ad arrivare alla fase finale, l’intervento chirurgico.

“Mi sono studiato l’intervento a memoria, seguendo una procedura ben definita”, racconta Marbach al CdT. “Per impiantare una protesi custom made occorrono maschere guida, realizzate al computer da ingegneri della LimaCorporate. Il vantaggio delle maschere è che applicandole sull’osso del paziente permettono di sapere perfettamente dove praticare i fori. Occorre seguire step definiti, il passaggio allo step successivo è consentito solo se lo step precedente è stato eseguito a regola d’arte. Non si può sbagliare. Una volta fatti i fori si procede all’impianto della protesi nella glena”. Il risultato? “L’intervento è andato veramente bene”, commenta lo specialista.

Nella sua attività il dottor Marbach è confrontato quotidianamente con persone affette da problemi alla spalla, che hanno natura sia traumatica che degenerativa. Del resto, come spiega lo stesso specialista, la spalla è un’articolazione molto sollecitata, in quanto è l’unica che permette di compiere i movimenti in tutti i piani. Per avere un’idea dei numeri, il dottor Marbach conclude l’intervista al CdT riportando  alcuni dati messi a disposizione da LimaCorporate. “Nel 2023 sono state 246 le glene customizzate impiantate nel mondo, di cui 190 in Europa. In Svizzera, la prima protesi è stata messa nel 2016, poi non più fino al 2019. Tendenzialmente, fino al 2023 si parla di 1-2 impianti l’anno”. L’ultimo, appunto, all’inizio di maggio, con questa prima assoluta a livello cantonale.

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