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Salute e Sanità
01.10.2024 - 12:090

Marco Marano, un medico ticinese alle Olimpiadi

L’esperienza del Direttore Medico del Centro Swiss Olympic Ars Medica, che ha assistito gli atleti ai Giochi di Parigi: “In caso di infortunio, la giusta mentalità è la cosa più importante. Un olimpico difficilmente rinuncia alla gara”

MANNO - Il dottor Marco Marano, Direttore Medico del Centro Swiss Olympic Ars Medica ha assistito gli atleti ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, unico medico svizzero presente. In questa intervista a cura del Gruppo Swiss Medical Network, Marano spiega ciò che distingue gli atleti olimpici da quelli amatoriali, e come la giusta mentalità, in caso di infortunio, sia la cosa più importante: la forza di volontà, la determinazione e l'importanza dell'obiettivo perseguito permettono di superare situazioni che nel quotidiano sembrano insormontabili.

Dare assistenza medica agli atleti dei Giochi Olimpici, cosa rappresenta per lei quest’esperienza?

Si è trattato di un’esperienza che mi ha portato dritto nel cuore del gotha dello sport, in rappresentanza di tutti noi: ho provato una grande soddisfazione! È stata un’avventura molto entusiasmante perché mi ha consentito di vivere quotidianamente a contatto con atleti davvero top che fino al giorno prima seguivo alla tv, e che poi ho visitato nello studio durante il periodo delle Olimpiadi. Sono medico dello sport e un grandissimo appassionato di sport; quest’esperienza mi ha lasciato un segno che ricorderò per tutta la vita.

Quali sfide particolari ha dovuto affrontare?

Dal punto di vista prettamente professionale, l’allenamento che faccio nell’ambito del mio ruolo di medico dello sport mi ha consentito di essere già preparato: a Lugano, nell’ambito della medicina dello sport, la mia esperienza mi ha consentito di gestire in modo lineare la squadra di Hockey e quella di calcio, senza dover affrontare situazioni critiche. Proprio ciò che poi sono stato chiamato a fare durante i Giochi olimpici.

Essere medico dello sport alle Olimpiadi esige immediatezza: bisogna gestire tutto e subito. Questa è stata la differenza nella sfida rispetto a quanto faccio abitualmente a Lugano. Significa dare risposta immediata, perché gli atleti gareggiano in tempo reale. E questa è la prova davvero entusiasmante: dover valutare e gestire il problema nell’immediato, cosa leggermente diversa (e unica) rispetto a quanto vivo quotidianamente in Ticino.

Quali competenze ed esperienze speciali derivanti dal suo lavoro presso il nostro Centro sportivo l’hanno aiutata a fornire il miglior supporto possibile agli atleti?

In realtà, essendo Medical-partner di squadre professionstiche di Hockey e di Calcio, abbiamo già esperienza di traumi sportivi in atleti di élite. Quindi, proprio questo esercizio quotidiano mi ha consentito di essere pronto nella gestione degli infortuni che ho dovuto seguire.

In che modo l'assistenza medica agli atleti olimpici differisce dal lavoro quotidiano alla Clinica Ars Medica?

Oltre a quanto già detto, l’atleta olimpico presenta una particolarità: difficilmente rinuncia alla gara. Si tratta di sportivi ad altissimo livello, arrivati dopo un percorso di tanti anni che è costato tantissima fatica. Difficilmente accetterebbero il fatto di non partecipare. Dunque, la questione diventa: come far partecipare l’atleta infortunato alla gara? Questa è la vera differenza rispetto all’a presa a carico dell’atleta classico.

È come vivere sempre il giorno prima di una finale importante della squadra. Sono tre settimane così.

Può condividere un'esperienza speciale o un momento particolarmente memorabile per lei durante i Giochi Olimpici?

Di momenti memorabili ne abbiamo vissuti alcuni, fra i quali ricordo uno non prettamente medico che riguarda la festa della squadra di Rugby francese che stava festeggiando l’oro ancora il mattino seguente: alle 6.30, quando sono arrivato al lavoro, mi sono trovato nel pieno della loro festa ed è stato davvero molto divertente! Poi, come dimenticare l’emozione degli incontri? Quello con Federica Pellegrini e quello con l’atleta dei 100 metri Marsel Jacob…

Mentre dal punto di vista prettamente medico, ricordo la visita all’atleta Khadija El Mardi, Campionessa mondiale 2023 pesi massimi e prima donna africana, araba, marocchina, madre di tre figli, a vincere una medaglia d’oro nella boxe. Mi ha raccontato del suo percorso di vita e di cosa abbia significato, per lei, vincere. Mi ha parlato di cosa significa arrivare da un paese arabo ed essere donna. Mi ha confidato che si sta dedicando all’apertura di centri per le donne che, nel suo paese, praticano sport. E della delusione quando non ce l’ha fatta a coronare quel suo sogno di vincere alle Olimpiadi. Ha parlato del padre come colui che l’aveva spinta e sostenuta a fare sport: era deceduto poco prima dei Giochi.

Di storie come queste è piena l’Olimpiade. E testimoniano la forza dell’atleta, degli atleti che arrivano da Paesi dove non è sempre facile praticare sport; atleti e atlete con la caparbietà che permette loro di essere arrivati fino lì.

Quali misure ha adottato per garantire che gli atleti rimanessero in salute e in grado di esibirsi durante i Giochi?

Abbiamo cercato di ripetere quanto faccio quotidianamente, contestualizzandolo. Come già abbiamo detto, ha avuto una grande valenza l’esperienza maturata al centro dello sport Ars Medica.

In che modo il suo lavoro con gli atleti d'élite ha influenzato la sua comprensione della salute e della prevenzione, e come utilizza queste conoscenze nel suo lavoro quotidiano?

Penso che la medicina dello sport praticata con atleti di alto livello si svolge sul “filo del rasoio”: ci spingiamo sempre molto in avanti per quanto riguarda i trattamenti che consigliamo e la gestione degli infortuni. Nel tempo, si riesce poi a portare i trattamenti che facciamo con quelli d’élite anche nella pratica quotidiana. Allora mettiamo l’esperienza a beneficio degli sportivi amatoriali che ne beneficeranno. Quindi, si tratta di esperienza che ci aiuta molto anche nella realtà quotidiana, e tanti pazienti si accorgono che questo nostro approccio differisce rispetto a quello dei medici che non lo praticano.

Quali innovazioni o tecniche mediche che ha utilizzato ai Giochi Olimpici possono essere utili anche ai nostri pazienti alla Clinica Ars Medica?

Più che di innovazioni tecniche, parlerei del concetto che amo ribadire: l’esperienza olimpica permette di capire che spesso anche la volontà e la testa fanno tanto. Perseguire un obiettivo così importante permette di andare oltre a situazioni che nella vita quotidiana sembrano insormontabili. È come una filosofia di vita: da questi atleti possiamo constatare che la loro forza di volontà e la loro determinazione li fanno andare oltre i piccoli ostacoli dei momenti difficili e oltre i problemi della loro gestione.

Cosa possono imparare i pazienti della nostra rete dagli elevati standard di medicina sportiva che lei ha praticato alle Olimpiadi?

Ribadisco il fatto che l’esperienza olimpica permette di comprendere che tante volte la volontà e la testa fanno la differenza. E posso solo ripetere che si può comprendere come perseguire un obiettivo così importante faccia relativizzare situazioni che nella vita quotidiana possono sembrarci insormontabili.

I nostri pazienti devono anche comprendere che, a volte, l’infortunio può aiutare anche a crescere e non è il caso di vederne solamente il lato negativo. È un evento che ci aiuta a stare con noi stessi, conoscerci un po’ di più, e magari alzare l’asticella, nella consapevolezza di poterci spingere un po’ più in là.

 

Il dottor Marco Marano è specialista in Ortopedia e Traumatologia ed in Medicina dello Sport attivo presso la Clinica Ars Medica di Gravesano e presso il Centro dello Sport Ars Medica di Manno. Negli anni ha sviluppato il proprio campo di interesse nella traumatologia ed in particolare nella gestione e nel trattamento dei traumi e delle problematiche inerenti la salute degli sportivi. La sua formazione e la sua esperienza nel mondo dello Sport gli consentono un approccio olistico nella gestione dei pazienti sia professionisti che amatoriali. Attualmente è Direttore Medico del Centro Swiss Olympic Ars Medica di Manno. È Team Doctor dell’Hockey Club Lugano, del Football Club Lugano e medico della Nazionale maschile di Calcio Svizzera U19.

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