La radiotelevisione pubblica prende posizione sull'articolo del foglio leghista in merito alla partecipazione di Claudio Zali alla trasmissione “Per un pugno di voti”
COMANO - La RSI non ci sta e replica alle accuse lanciate nell’edizione del 17 febbraio dal Mattino della Domenica e riprese da Liberatv. Al centro della diatriba c’è la trasmissione di Rete Uno “Per un pugno di voti” e la partecipazione alla trasmissione del presidente del Governo Claudio Zali, in agenda il 12 marzo.
Zali, secondo quanto scritto dal Mattino, ha declinato l’invito a causa di altri impegni. La Lega ha quindi proposto il capogruppo Daniele Caverzasio, incontrando l’opposizione della radiotelevisione pubblica. Da qui il rifiuto leghista di partecipare al programma e la “minaccia” di ricorrere all’ombudsman.
“Neppure l’imminente scadenza elettorale - si legge nella replica della RSI - può giustificare l’elenco di falsità contenuto nell’articolo, siglato LDT, apparso a pagina 3 del Mattino di domenica 17 febbraio. Non possiamo accettare le accuse gratuite e la denigrazione dei nostri colleghi e ci pare corretto elencare semplicemente i fatti”.
“Il palinsesto RSI - spiegano i vertici della radiotelevisione pubblica - è stato presentato a tutti i partiti - Lega dei Ticinesi compresa - il 10 gennaio 2019: fa parte di questa copertura l’invito ai consiglieri di Stato uscenti al principale appuntamento pre-elettorale radiofonico, che andrà in onda dal 25 febbraio con il titolo “Per un pugno di voti”. Una scelta che pare ovvia e comprensibile ma che, dopo una serie di comunicazioni un po' confuse e decisioni non si sa bene di chi - tutte interne alla Lega dei Ticinesi - è stata messa in discussione, imponendo un altro candidato al posto dell’attuale presidente del Governo”.
“Noi - termina la RSI - abbiamo fatto correttamente il nostro lavoro e quindi ribadiamo le ragioni giornalistiche dell’invito a Claudio Zali. Un invito che non è un rifiuto alla presenza di Daniele Caverzasio. Se non sarà possibile, ce ne faremo una ragione”.