L'ANALISI - Se dirigessi un museo d'arte sognerei di portare in Ticino una mostra di Alma-Tadema, il pittore che amava le donne
di Marco Bazzi
Se dirigessi un museo d’arte cercherei di organizzare una mostra su un artista che oggi mi pare un po’ dimenticato: Lawrence Alma-Tadema. Questa breve riflessione nasce oggi, in occasione della Festa delle donne, perché Alma-Tadema dedicò quasi tutta la propria arte a dipingere figure femminili. E vale la pena di riscoprirli, i suoi quadri.
Nato in Olanda nel 1836, questo artista inglese (ottenne la nazionalità britannica nel 1873) è in un certo senso il contraltare pittorico del neoclassicismo di Antonio Canova. Come il grande scultore italiano, Alma-Tadema si ispirò alle atmosfere e alla mitologia dell’antichità greco-romana.
Pensate alla risonanza internazionale (e alle ricadute turistiche) che potrebbe avere un’esposizione del genere al LAC, o a Casa Rusca a Locarno, dove hanno un curatore come Rudy Chiappini a cui di certo non manca l’esperienza: firmò infatti le grandi mostre alla Villa Malpensata di Lugano.
Non bisogna fare una mostra enciclopedica sulla vasta produzione di questo artista: basterebbero probabilmente una quindicina di opere per creare un evento. Magari legandolo a un tema che si potrebbe declinare anche su altri versanti artistici, musicali o teatrali per esempio, proponendo delle tragedie greche…
Oggi, mi si dice, le esposizioni di grande livello costano troppo. Ma è davvero così? E se il Ticino unisse le forze, invece di disperderle? Perché, per esempio, non articolare una grande mostra in due località, unendo i due laghi? Perché non sottoporre agli sponsor un progetto comune, puntando su un evento di grande richiamo? Sono solo sogni? Ma anche se lo fossero, dobbiamo cercare di recuperare la capacità di sognare…
Il LAC sta funzionando, è un gran bel centro culturale, ma che spazio avranno al suo interno le grandi mostre? Questo non lo abbiamo ancora capito. Non penso sia stato costruito soltanto per ospitare concerti e spettacoli teatrali.