Occorre alla svelta un bazooka economico a sostegno del settore turistico: la nostra vicinanza con la Lombardia ci penalizzerà al di là del numero di casi presenti sul nostro territorio
di Andrea Leoni
Complimenti al Municipio di Locarno. L’annullamento deciso ieri, causa Coronavirus, di tutte le manifestazioni sul suolo pubblico per il mese di marzo dimostra coraggio, consapevolezza e umanità.
Coraggio perché l’Esecutivo locarnese ha esercitato il suo ruolo d’istituzione più prossima ai cittadini prendendo una decisione difficile, senza attendere che la stessa fosse imposta dalle autorità superiori (a cui magari addossare la responsabilità in modo pilatesco). Consapevolezza perché, come ha spiegato il sindaco Alain Scherrer, l’Ente pubblico deve dare l’esempio e tutti i segnali che ci giungono sul piano interno e a livello internazionale, soprattutto dalla Lombardia, spingono ad un’osservazione più scrupolosa del principio di precauzione. Umanità perché nel proporre una misura spiacevole e che non sarà economicamente indolore per una delle principali mete turistiche del Ticino, il Municipio di Locarno ha dato un messaggio bellissimo: lo facciamo a tutela delle persone più fragili, come anziani e malati, i più esposti alle punte mortali del virus.
Il senso di comunità e di unione che porta in dote questa scelta dolorosa, riconcilia con una società più a misura d’uomo. D’altra parte, come più volte ricordato da Papa Francesco, l’inclusione dei più deboli è il parametro fondamentale per misurare la qualità di una convivenza civile. Imporre un sacrificio alla maggioranza per non emarginare una minoranza fragile, è un atto di altissimo valore civico. Grazie per l’esempio anche da chi abita nel resto del Cantone.
La decisione del Municipio di Locarno solleva anche due questioni di carattere più generale. La prima riguarda gli anziani, nel Cantone più attempato della Svizzera, vale la pena ricordarlo. È rivelatore il senso d’indicibile sollievo e di consolazione che si percepisce sottotraccia quando si sottolinea in continuazione il fatto che il Coronavirus colpisca duramente solo i vecchi. Quasi che il decesso di un anziano fosse una morte di serie B. Questo naturalmente fin quando l’ottuagenario non è tuo padre, o tua madre, o tuo nonno, o tua sorella o tua zia. Questo conforto un po’ meschino che si sta diffondendo nell’opinione pubblica ci conferma quanto gli anziani, così come i malati cronici, rappresentino talvolta un noioso fardello in questa società ultra veloce e senza tempo. Ma la vita è sacra, a qualunque età, ed è un dovere di tutti proteggerla: difendiamo quindi i nostri anziani e i nostri malati come fossero bambini.
La seconda questione di carattere generale, tocca invece il tema, decisivo, della politica. Mai come ora abbiamo bisogno di un Governo che governi, che si assuma la responsabilità delle decisioni senza pendere dalle labbra dei tecnici. Gli specialisti giocano un ruolo fondamentale nel fornire dati e scenari scientifici, ma devono essere i politici a decidere, senza fare copia e incolla del parere degli esperti, ma esercitando l’azione politica, che è la sintesi tra i dati e l’umore del Paese. È un po’ come quando si decide un’azione militare. I generali propongono o sconsigliano una strategia, ma spetta al Governo autorizzarla, modificarla o negarla.
Infine un concetto brutale, urticante, ma che conviene che cominciamo a dirci chiaramente, per poter correre quanto prima ai ripari. Il nostro Cantone si trova sfortunatamente alle porte del più grande focolaio occidentale di Coronavirus, la Lombardia. Se noi vivessimo altrove andremmo in vacanza in Ticino o saremmo felici che i nostri figli ci andassero in passeggiata? Tra poche ore il Governo italiano varerà nuove misure, ancora più restrittive, diffuse sul territorio e prolungate nel tempo. I contagi, infatti, continuano a crescere in maniera esponenziale (siamo a 2’500) e anche i morti aumentano in maniera significativa. La posizione geografica del nostro Cantone ci penalizzerà, al di là del numero dei casi presenti sul nostro territorio. Bisogna preparare un bazooka economico per sostenere il settore turistico. Alla svelta.