SECONDO ME "Dieci anni fa la direzione del Pardo si rifiutò di proiettare il documentario Submission. Documentario che costò la vita al regista Theo Van Gogh. A proposito di violenza sulle donne e libertà d'espressione...."
di Lorenzo Quadri
Prosegue la telenovela Polanski a Locarno. Non sarebbe male, almeno di tanto in tanto, evitare di prendere la gente per i fondelli pensando di avere a che fare con degli scemi da poter manipolare sempre e comunque.
Il comunicato dell'ufficio stampa del festival è semplicemente grottesco:
1) prima si invita il regista stupratore di minorenni, poi si propaganda l'evento contro l'impunità della violenza sulle donne. Quando si dice la "tolla"... Se si voleva esprimere solidarietà alle donne vittime di violenza, bisognava cominciare col lasciare a casa sua il regista strupratore.
2) visto che si parla di violenza sulle donne e anche di libertà d'espressione (Bertoli): come mai il festival 10 anni fa rifiutò categoricamente di proiettare il documentario Submission che a) denunciava la sottomissione della donna nell'Islam radicale e b) costò la vita al regista Theo Van Gogh che per la libertà d'espressione pagò il prezzo più alto? Forse perché la proposta di mostrarlo non veniva dalla parte politica giusta?
Ancora una volta negli ambienti festivalieri e nelle rispettive succursali politiche ci si riempie la bocca con fregnacce politikamente korrette credendo di poter mascherare ipocrisia e morale a senso unico: evidentemente la libertà d'espressione è appannaggio solo dei soliti ambienti sinistro-radikalchic. E, soprattutto, viene difesa solo quando conviene a certe cerchie.
*Consigliere Nazionale Lega