La deputata e candidata PLR al Nazionale replica all'appello del ministro leghista: "Forse ha già dimenticato la lunga telenovela a cui abbiamo dovuto assistere lo scorso anno..."
*Di Natalia Ferrara
Curiosamente firmandosi come “membro di Lega e UDC”, ieri, dalle colonne del Corriere del Ticino, Norman Gobbi ha detto la sua circa la congiunzione delle liste tra PLR e PPD alle imminenti elezioni federali, che qualifica come un mero espediente destinato a “salvare gli attuali mandati” e privo di chiarezza politica. Ritiene di tutt’altra caratura, va da sé, l’alleanza Lega-UDC, fondata invece, a suo dire, su una “medesima prospettiva”. Quale? Naturalmente la difesa della sovranità nazionale dalla, testuale “strisciante adesione promossa da PLR e PPD”, riferita beninteso alla UE.
Analoga fermezza, a dire di Gobbi, mostreranno i deputati Lega e UDC in tema di casse malati, a differenza, una volta
di più di PLR e PPD. Coerenza? Unità? È serio il membro di due partiti che additata di scarsa chiarezza le altrui scelte politiche? Forse il Consigliere di Stato ha già dimenticato la lunga telenovela a cui abbiamo dovuto assistere lo scorso anno, fra “colonnelli” che volevano una lista unica per le elezioni cantonali (per salvare i due seggi leghisti) e coloro i quali di questo matrimonio d’interesse con l’UDC non ne volevano proprio sapere. A mettere ordine fra i litiganti son dovuti arrivare due “balivi” (prendendo in prestito il linguaggio domenicale): l’araldo zurighese Christoph Blocher e il vallesano Oskar Freysinger. I ticinesi da soli non erano capaci? Mah.
E così nacque la lista unica Lega-UDC per il Consiglio di Stato. La “medesima prospettiva” di cui parla Gobbi era molto chiara: la sua poltrona in Governo. Chissà che cosa ne pensano i leghisti della prima ora, che hanno sì festeggiato i due Consiglieri di Stato ma al contempo ad aprile hanno perso quattro deputati in Parlamento… In ogni caso, fra PLR e PPD nessuna velleità matrimoniale, il discorso è stato molto chiaro. Si tratta di una congiunzione tecnica, voluta per salvaguardare un certo modo di far politica concreto e costruttivo per il futuro del Ticino e della Svizzera. Per evitare di lasciare il Paese nelle mani dei cantastorie di destra e di sinistra. Costruire e non demolire.
E a proposito di costruire, di collaborare con buon senso e competenza, faccio solo un riferimento, tra i molti possibili, e proprio dalla storia della bella Valle Leventina. Il primo traforo del Gottardo (1872-1882) fu opera voluta e finanziata da Svizzera, Germania e Italia. Pasquale Lucchini (ingegnere ticinese), Carlo Cattaneo (politico italiano) e Alfred Escher (politico e banchiere zurighese) ebbero un ruolo sinergico e centrale. Fu così che per finire nacque la linea ferroviaria Zurigo-Milano, una trasversale europea diremmo oggi, che cambiò durevolmente il volto del nostro Cantone. Questo è solo un esempio tra i tanti, per invitare chi ama la patria ad essere consapevole della sua storia reale e delle lezioni che ci regala. Ci vogliono non solo cantastorie di alte montagne anche pragmatici costruttori di valichi.
*Deputata e candidata PLR al Nazionale