"In parlamento ci sono quelli che credono che gli investimenti non siano spese, “perché non sono spesa corrente”. È una sciocchezza, un mito da sfatare. Pensate al leasing dell'auto..."
di Amalia Mirante*
Il coraggio può assumere varie forme. Normalmente pensiamo al coraggio come qualcosa che spinga ad agire. In realtà, in molte situazioni della vita ci vuole più coraggio a non agire. Il poeta Keats parla di “capacità negativa”, la capacità di non fare, in una lettera scritta nel 1817. È quella qualità importantissima che ci permette di attendere di saperne di più, di esplorare meglio le alternative, di rimanere in una situazione di indecisione o anche incertezza, in attesa che le opzioni si chiariscano.
Purtroppo, alla politica pare mancare proprio questo coraggio, questa “capacità negativa”.
Nei poco più di otto mesi passati finora in parlamento, non ho mai sentito qualcuno mettere in discussione le scelte fatte dal governo, soprattutto quando si tratta di investimenti. Sembra che il coraggio consista, in questo caso, nell’approvare milioni di investimenti, “soldi ben spesi”, “costruiamo il futuro” bla bla bla.
Pare che il parlamento si sia convinto che ogni investimento sia per se stesso una spesa buona, soldi ben spesi appunto. E ci sono anche quelli, in parlamento, che credono che gli investimenti non siano spese, “perché non sono spesa corrente”. È una sciocchezza, un mito da sfatare.
Gli investimenti sono semplicemente costi dilazionati nel tempo. Pensate al leasing della vostra automobile. Quando comperate una macchina nuova, sapete che ogni anno dovrete ammortizzare un po’ del debito, pagare gli interessi sulla cifra per cui vi siete indebitati e sostenere tutta una serie di costi di gestione e manutenzione (pensiamo per esempio al fatto che, se c’è un leasing, siamo obbligati a sottoscrivere un’assicurazione casco totale). Tutti noi abbiamo ben in chiaro che il nostro investimento, anche se lo useremo per molti anni, genera delle spese a cascata, nella famosa “spesa corrente”.
Così succede anche agli investimenti del cantone. Ad ogni seduta di parlamento, ne vengono votati per decine o centinaia di milioni. Probabilmente, se chiedete ai vostri deputati, non se ne ricordano neppure. Eppure, negli ultimi due mesi abbiamo votato oltre 320 milioni di franchi. Questa maniera di lavorare è irrazionale e dannosa. La politica non spende soldi suoi, usa i soldi dei cittadini e delle imprese. Proprio perché gli investimenti votati non sono “dello stato”, essi dovrebbero essere valutati con enorme accortezza. Invece purtroppo non è così. Praticamente tutto viene accettato senza battere ciglio, con l’argomento che si tratta di “investimenti”, appunto. Dai sentieri per le mountain-bike, ai telescopi in Val di Blenio, dalle ristrutturazioni di edifici storici, agli stabili per la giustizia in centro a Lugano. Tutto ha sempre massima priorità, niente è davvero valutato secondo le possibilità.
Nel mondo reale, né i cittadini né gli imprenditori possono decidere di fare tutte le spese che vogliono senza analizzarle attentamente e senza valutarle sul piano delle priorità e delle ricadute finanziare nella spesa corrente. E anche quando ci si trova di fronte a una necessità il buon senso richiede di avere più alternative. Se volete comprare l’automobile, sicuramente vi fate fare più offerte, di più modelli, da diverse concessionarie. Fatto questo confrontate i vostri desideri con le vostre possibilità finanziarie. E scegliete quello che potete permettervi, per l’oggi e per i prossimi anni. Semplice buon senso che tutti i cittadini e le imprese mostrano di avere. Eppure, è proprio questo buon senso che manca al governo e al parlamento quando decidono che tutto è necessario. Quando pensano che investire nella “cittadella della giustizia” di Lugano 250 milioni di franchi debba essere una sorta di voto per fede, un voto per ideologia. E per questo atteggiamento fideistico e ideologico dimenticano che, in base all’esperienza pregressa, tra qualche mese quei 250 milioni cominceranno a lievitare e saranno di almeno una volta e mezza terminate le opere.
No, i soldi dei cittadini si devono spendere con ben altra parsimonia e accuratezza. E soprattutto si spendono quando si possono spendere. Purtroppo, questa politica di mani bucate e investimenti facili avrà come conseguenza che bisognerà chiedere sacrifici ai cittadini, alle aziende, ai bambini delle scuole, agli ammalati e ai disabili. E non perché davvero manchino i soldi. Ma perché chi ha deciso di spendere i vostri soldi, lo ha fatto con troppa leggerezza, riempiendosi la bocca di “investimenti” mentre invece sta letteralmente buttando via i soldi.
*deputata Avanti con Ticino e Lavoro