“Per capire dove siamo è fondamentale chiederci da dove veniamo. Se tenessimo veramente al domani della nostra Città, dovremmo trovare il coraggio di denunciare quelle politiche speculative, volte all’interesse di pochi, iniziate negli anni ’80..."
di Guido Tognola *
Cantavano “Addio Lugano bella” ed era bella, veramente bella! Basterebbe guardare quelle fotografie di un tempo che fu e che parrebbe mai esistito, se non in piccoli scorci di una città che la Natura ha voluto semplicemente Splendida.
Oggi, se volessimo veramente avere una Lugano del domani con un briciolo di identità e una visione veramente innovatrice, dovremmo avere quel coraggio di ammettere chiaramente, e al contempo denunciare, quelle politiche dimostratesi assai poco lungimiranti, iniziate nei tardi anni 80, rafforzate durante i 90 e che hanno conosciuto il loro apice con le ultime aggregazioni, volute più per ragioni d’interesse economico-pianificatorio che per vere politiche avanguardiste.
Politiche che hanno lasciato ferite, sfregi, indelebili grazie anche a speculazioni, soprattutto edilizie, volute nell’interesse di pochi e a favore di pochi; a quelle scelte unidirezionali economiche, legate principalmente al mondo della finanza, che traeva valore non veramente, o principalmente, dalle proprie capacità, bensì sfruttando sino all’ultimo anelito, se non oltre, quelle opportunità di zone, o “isole”, chiamate solo per pudore “grigie”, di una finanza, che di giorno in giorno, ci avrebbe portato ai baratri degli anni 2000 – 2008 – 2010 – 2018 , oltre a politiche che scommettevano su un’offerta turistica che mirava essenzialmente a una clientela prettamente facoltosa ed anziana.
Mi chiederete “Perché denunciare se le stesse appartengono al passato? “. Bene!
Anzitutto ritengo che per capire dove siamo, sia fondamentale chiederci da dove veniamo. Basti guardare il nostro Mondo odierno per capire cosa significhi “non storicizzare”, non “elaborare”, rimuovere il passato e con esso l’esperienza e la consapevolezza, oggi più che mai essenziali, per aprire gli occhi e iniziare quel viaggio imprescindibilmente Comune.
Questo sempre che ci interessi Il o Un Domani.
Per poterlo fare, è essenziale fermarsi, riflettere, prendere atto dell’insieme delle cose e non credere che la somma di piccole parti frammentate, magari anche virtuose, possa rappresentare la totalità di una realtà sempre più complicata e differenziata. Pericolosi “balzi in avanti” affrettati, a volte solo nel mero interesse dell’”apparire”, in momenti di instabilità socioeconomiche come quelle attuali possono ulteriormente avvicinarci a quel salto nel vuoto definitivo, suicidario.
Fondamentale, di conseguenza, è che il futuro Legislativo chieda, esiga, a gran voce un Piano Regolatore Unico, che ponga chiarezza, non solo edificatoria, affinché si eviti ulteriori speculazioni. Fondamentale, oggi, un’analisi aggiornata degli impegni già assunti dalla Città (nei costi, negli avanzamenti d’opera, negli eventuali “sforamenti” già computabili, o semplicemente di messaggi votati e non realizzati), senza mai dimenticare che al centro dell’azione civica e politica debba esserci La Cittadinanza Tutta, non una semplice parte di essa.
* Segretario politico Costituzione Radicale, candidato al Consiglio Comunale