SECONDO ME
Guido Tognola: "Di neutralità e dintorni"
La “neutralità armata permanente” è davvero un valore o un'illusione? Scelte politiche e militari ci legano sempre più a potenze straniere, mentre la retorica populista alimenta paure senza una visione del futuro

di Guido Tognola *

In un mondo sempre più confuso, nel quale si attentano giornalmente i Fondamentali di quelle che credevamo democrazie perenni a beneficio di democrature, se non dittature o semplici interessi personali di ricchezza e potere, ci confrontiamo, periodicamente, con la retorica di una destra populista, oggi vincente, improntata esclusivamente a inculcare paure ancestrali, primitive, senza un briciolo di Visione di un domani che dovrà essere forzatamente condiviso, pena la scomparsa del mondo così come lo conosciamo.

Lo straniero, il diverso, il nemico alle porte, l’islamizzazione sottotraccia, lo spauracchio della “grande sostituzione” (mito neonazista della prima ora), il criminale, se non terrorista, travestito da rifugiato. Mantra che si inculcano nelle coscienze, cancellando con un colpo di spugna la Storia, la dignità del singolo, riducendoci a branco.

Apostoli dell’isola Felice, di una Costituzione sbandierata a mo’ di “libretto rosso” maoista a proprio uso e consumo, militi integralisti di una “neutralità armata permanente” (neutralità impostaci nel 1815 con il Trattato di Parigi e regolata dal 1907 dal diritto internazionale con le Convenzioni dell’Aia), oggi avvallano, senza pudore, importanti rinunce di sovranità nazionale, in particolare nella difesa, a favore di potenze guidate da figuri discutibili, ricattatori di bassa lega, sicuramente personaggi poco affidabili.

Non mi riferisco a diaboliche organizzazioni sovranazionali, bensì, e oggi non è più un segreto, alla scelta, purtroppo confermata dal voto popolare, anch’esso non sempre così libero come vorremmo credere, del nuovo caccia F-35 (costo 6 mia, senza la garanzia di vederli mai volare), di produzione USA. Aerei interamente gestiti da un sistema operativo proprietario, non esattamente svizzero, sotto il controllo assoluto del potere USA, che ne stabilirà operatività e regole di ingaggio. In altre parole, la decisone dei vari interventi e delle modalità degli stessi, anche in caso di guerra, saranno prese non a Berna, bensì dai Trump, Vance o Musk di turno, senza possibilità d’obiezione, pena la messa a terra e la conseguente inutilità degli apparecchi stessi. Come la commessa di droni israeliani ADS15: commessa già lievitata a 298 mio (dei quali 288 già bruciati) e la bellezza di un ritardo di consegna di oltre 10 anni, sempre che potrà mai essere soddisfatta.

Ai tempi si facevano affari con il Sudafrica dell’apartheid, oggi con uno Stato sempre più messianico, denunciato per crimini di guerra e che di guerra “sporca” ne ė un maestro. Ma non contenti, i “nostri neutralisti” irridono la quasi totalità delle organizzazioni internazionali, dimenticando che le stesse, presenti anche sul nostro territorio (ONU a Ginevra), davano ancora un briciolo di legittimità al nostro Paese, alla nostra neutralità, alla nostra credibilità.

Questo ė l’oggi. La domanda che dobbiamo porci ė: “Tu, quale domani vuoi costruire e lasciare alle memorie future?”

 

* Segretario Politico – Costituzione Radicale

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