Gli ultimi scampoli di campagna elettorale e l’attacco di Hamas a Israele al centro del dibattito di questa sera. Ecco gli ospiti
MELIDE – L’ultimo sondaggio di Tamedia in vista delle Federali del 22 ottobre conferma la tendenza degli scorsi mesi: sale l'UDC, scendono i Verdi. Il partito presieduto da Marco Chiesa dovrebbe raggiungere il 28,7% dei consensi, pari a una crescita di 3,1 punti in più rispetto alle elezioni del 2019. In leggera crescita (+0,8%) anche il PS, la cui stima di punti percentuali si aggira sul 17,6%. Il PLR è invece in perdita di velocità, con una percentuale del 13,8% (-1,3 punti). Resterebbe comunque il terzo partito, ma incalzato dall'alleanza del Centro, data al 13,6% (-0,2 punti). Il calo più importante, stando al sondaggio, riguarda comunque i Verdi, che perderebbero 2,7 punti, assestandosi a quota 10,5%. Dal sondaggio emerge anche che per il 75% degli svizzeri i costi della sanità in cima alle preoccupazioni.
E in Ticino che succederà il 22 ottobre? L’area di centro-destra formata da Lega e UDC riuscirà a riconquistare il terzo seggio al Nazionale, perso per poche schede alle elezioni del 2019. E a scapito di chi? Del Centro o dell’area rossoverde? E che cosa accadrebbe se l’UDC riuscisse a sorpassare la Lega, portando, oltre a Piero Marchesi, un secondo candidato al Nazionale?
“Volata per Berna” è il titolo di Matrioska in onda questa sera alle 19,30 su TeleTicino. Ospiti di Marco Bazzi, Alessandro Speziali, presidente del PLR, Fiorenzo Dadò, presidente del Centro, Ivo Durisch, capogruppo del PS e Alain Bühler, coordinatore della campagna UDC.
Nella terza parte della trasmissione, verso le 20,25, confronto sul sanguinoso attacco sferrato venerdì scorso da Hamas, l’organizzazione politica e paramilitare palestinese, contro Israele. Titolo: “Per colpa di chi?”. In studio, Gianluigi Trucco, membro dell’Associazione Svizzera-Israele, e il giornalista Aldo Sofia. “Fiamme di guerra vera, e non solo terrorismo. Incendio che potrebbe estendersi a tutta la regione – ha scritto ieri Sofia su LaRegione -. Conflitto immutabile e derubricato sull’agenda internazionale, gli occidentali convinti che sarebbe stato il tempo e la legge del più forte (lo Stato ebraico) a risolvere prima o poi una secolare tragedia”.
Ma torniamo alle Federali. Se è vero che, oggi, con la stangata sui premi di cassa malati, i costi sanitari sono in cima alle preoccupazioni degli elettori, è anche vero che serpeggia un sentimento di impotenza, da parte della politica, e di sfiducia da parte della gente. Basti dire che alla protesta di piazza organizzata sabato a Bellinzona dall’MPS, alla quale hanno aderito molte organizzazioni politiche e sindacali, c’erano al massimo 500 persone…
Impotenza e sfiducia, non solo sui costi della salute. Ieri su liberatv, il collega Andrea Leoni scriveva “dell’enorme disillusione che si percepisce nella popolazione ticinese su alcuni temi chiave. Vale per le casse malati, ma anche per i problemi prodotti nel mercato del lavoro dalla libera circolazione delle persone. Molta gente non ci crede più e non crede più a nessun partito. Si è semplicemente arresa. Troppi anni sono passati e troppe promesse sono state disattese. E chi non ha fatto promesse non è stato in grado di proporre soluzioni efficaci. Di fatto si è arresa anche la politica. E questa disillusione si riflette inevitabilmente anche nella disaffezione alle urne e nelle campagne elettorali sempre più ricche di candidati e povere di idee e di confronti”.
Ma la campagna per Berna, per quanto in tono minore, continua, ed è alle ultime battute. E nella campagna è entrato prepotentemente nelle ultime ore un drammatico fatto di cronaca giudiziaria, i cui contorni sono ancora da definire, considerato lo stretto riserbo da parte degli inquirenti. Il caso, delicatissimo, è quello della ragazza minorenne violentata su un treno in transito nel Mendrisiotto domenica scorsa. Due giovani richiedenti asilo l’avrebbero trascinata nella toilette abusando di lei. Una comunicazione ufficiale da parte della Magistratura è attesa nelle prossime ore. Per ora, fa sapere il portavoce, “possiamo unicamente riferire che in seguito di una segnalazione per possibili reati legati alla sfera intima di una minorenne, è stata avviata una serie di accertamenti che ha portato al fermo di due persone la cui posizione è al vaglio”.
In attesa dell’ufficialità, Lega e UDC non hanno perso tempo, confezionando due durissimi comunicati stampa e un atto parlamentare firmato da Boris Bignasca a nome del gruppo leghista.
E sulla campagna “Nuova Normalità” lanciata dall’UDC in vista delle elezioni – che denuncia episodi criminali riconducibili a stranieri - è intervenuta anche la Commissione federale contro il razzismo, che ne chiede l’interruzione in quanto “distorce la realtà ed è razzista, xenofoba e incendiaria”. Ma l’UDC non intende “arretrare di un millimetro”.
Intanto, anche in prospettiva del ballottaggio per il Consiglio degli Stati, dove ci sarà battaglia tra l’uscente Marco Chiesa e lo sfidante Fabio Regazzi - mentre Alex Farinelli pare già avviato alla riconquista del seggio perduto 4 anni fa dal PLR – ci sono state stoccate tra Centro e UDC.
“In questi ultimi 4 anni, i deputati ticinesi Marco Chiesa e Marina Carobbio, eletti nel 2019 per rappresentare gli interessi del Ticino nel Consiglio degli Stati, si sono reciprocamente annullati nel 58% delle decisioni votate – ha scritto il presidente del Centro Fiorenzo Dadò -. Nel concreto significa che hanno votato uno contro l’altro ben 6 volte su 10. Questo ha pesantemente penalizzato la voce del Ticino, che in queste occasioni non ha contato assolutamente niente”.
Certo, gli ha replicato il presidente dell’UDC Piero Machesi, “il desiderio di ritornare all’Ancien régime, con un rappresentante a testa a PLR e Il Centro, è forte. Ma allora chi rappresenterà la voce del Ticino che vuole porre fine al caos nel settore dell’asilo, di chi pensa che non si debba entrare in materia sull’innalzamento dell’età pensionabile a 66 anni e chi vuole limitare l’immigrazione, per impedire una Svizzera a 10 milioni di abitanti?”.