È più conveniente il tasso fisso o quello variabile? La questione divide gli esperti e la ricetta magica non esiste: entrambe le scelte presentano infatti potenziali vantaggi e svantaggi. Stipulare un mutuo ipotecario a tasso fisso per un certo numero di anni mette al riparo dalle incognite del mercato, puntare sul tasso variabile potrebbe consentire un sensibile risparmio sugli interessi. Abbiamo chiesto sul tema l’opinione di Fabrizio Cieslakiewicz, presidente della Direzione generale di BancaStato.
Iniziamo dalle basi: quale differenza c’è tra un’ipoteca a tasso fisso e una a tasso SARON?
“L’ipoteca a tasso fisso è un credito ipotecario il cui tasso di interesse si basa sul tasso di rifinanziamento del mercato dei capitali (“Interest rate swap”, o IRS). Ad esso la banca aggiunge una serie di componenti che determina il tasso finale applicato, il quale viene per l’appunto fissato contrattualmente per un periodo che può essere compreso tra uno e dieci anni. Il suo principale vantaggio è di offrire una pianificazione finanziaria chiara: per tutta la durata contrattuale il tasso di interesse applicato non cambierà. Al termine del periodo concordato sarà invece applicato un nuovo tasso di interesse”.
Se avessi stipulato un’ipoteca a tasso fisso e i tassi fossero nel frattempo scesi, potrei disdirla prima della scadenza?
“Sì, ma in tal caso ci sarebbe da pagare una penale; ciò sarebbe dovuta per compensare la banca dei costi legati al rifinanziamento effettuato per l’erogazione del credito. Di norma il santo non vale la candela. Va anche guardata l’altra faccia della medaglia: per tutto il periodo contrattuale l’ipoteca a tasso fisso consente di porre il cliente al riparo da eventuali rialzi dei tassi”.
Come funziona invece l’ipoteca SARON?
“L’ipoteca a tasso SARON, dal canto suo, segue l’andamento del tasso ‘Swiss Average Rate Overnight’, che è un tasso di riferimento composto, sviluppato e gestito dalla SIX Group SA e che si basa sulle transazioni realmente effettuate sul mercato monetario elvetico. Anche in questo caso la banca aggiunge una serie di componenti; il conteggio degli interessi avviene trimestralmente – sulla base della media delle transazioni giornaliere per l’appunto effettuate durante tale trimestre – e da un trimestre all’altro ci possono essere variazioni appunto dovute al mercato. Siccome il tasso applicato è determinato ogni tre mesi, tale ipoteca si rivela ideale per coloro che intendono beneficiare di un eventuale calo degli interessi, accettando però l’eventualità che possano salire. Insomma: offre più elasticità ma anche meno prevedibilità delle uscite finanziarie. Almeno per quanto riguarda BancaStato, a determinate condizioni l’ipoteca a tasso SARON può essere trasformata in un’ipoteca a tasso fisso”.
Attualmente su cosa conviene orientarsi?
“Negli ultimi mesi la quota di privati che si sono orientati per un’ipoteca a tasso fisso è aumentata in quanto i tassi fissi hanno segnato un calo dovuto all’andamento dell’IRS: attualmente sono oggettivamente più vantaggiosi rispetto al tasso SARON. Tuttavia, la scelta va operata in base alle singole situazioni e specialmente in ambito ipotecario il colloquio con il proprio consulente è preziosissimo in quanto consente di individuare la migliore soluzione per le proprie esigenze e aspettative”.