“Il mio intento nel pensare l’installazione – spiega Mussida - era, ed è, quello di far percepire quel luogo circolare e luminoso, come pervaso da qualcosa di sacro. Un luogo sicuro in cui sostare e riposare tra le braccia della Musica fino a rilassarsi. Rilassarsi in parte o completamente consentendo a quell’energia che chiamiamo “Io”, che tiene gran parte del controllo del nostro essere, di allentare la presa sul corpo concedendogli tempo per ritemprarsi attraverso le forze risanatrici del sonno. Nella Cupola del Suono di Sole per rilassarsi, non si pratica alcun massaggio fisico. Eppure avviene qualcosa di simile, anche se il processo è tutto interiore. L’azione non è prodotta da mani che toccano il corpo, ma da mani che compiono un gesto di riflesso: percuotendo, toccando corde, oppure soffiando attraverso canne o cantando. Uno sfioramento invisibile ad opera di una corrente sonora che ci tocca delicatamente ma intimamente, producendo un’azione carezzevole. Una magia possibile anche grazie alla comune inconscia percezione di sentirsi parte di quella grande famiglia di suoni, timbri vocali e strumenti musicali che chiamiamo “Orchestra”. Un insieme di suoni capaci di rispecchiare in toto la complessità dell’uomo che “sente”, “vuole” e “pensa”. Che offrono attraverso le loro essenze musicali: timbri, intervalli, melodie, ritmi, e la generatrice prima della realtà sognante: l’armonia, la possibilità di trasformare l’ascolto della Musica in pura emozione. Di darci il privilegio di avvertire tutta la bellezza del nostro mondo interiore percependolo come vero e reale. Di veder sbocciare tutta la purezza dei nostri sentimenti senza alcun bisogno di parole”.