Nell’industria 4.0 l’innovazione tecnologica sarà sempre più correlata anche alla tutela dell’ambiente. È l’opinione del Professor Emanuele Carpanzano, Direttore del Dipartimento tecnologie innovative SUPSI
LUGANO "La tutela dell’ambiente" precisa il Professor Emanuele Carpanzano, Direttore del Dipartimento tecnologie innovative SUPSI, "è ormai un fattore imprescindibile per le imprese che vogliono innovare i propri prodotti e processi per accrescere la loro competitività, il proprio valore aggiunto e la loro immagine presso mercati e società".
In che modo le tecnologie digitali favoriscono la sostenibilità ambientale nei processi produttivi?
"Le tecnologie digitali permettono sempre più di raccogliere ed elaborare dati e, quindi, anche di monitorare, calcolare e ottimizzare consumi ed emissioni, dando così un contributo rilevante alla sostenibilità ambientale delle macchine e degli impianti di produzione, così come alle relative catene del valore".
Anche nel campo della mobilità in Svizzera ci sono state esperienze molto positive con l’uso dei big data. Si profilano, dunque, nuove soluzioni pure per la gestione del traffico?
"Grazie alle grandi quantità di dati disponibili e alla elaborazione degli stessi, la gestione del traffico potrà essere sempre meglio monitorata, analizzata e controllata, allo scopo di ridurne entità e incidenza sull’ambiente e sulla qualità della vita. Fermo restando che problemi infrastrutturali non potranno essere risolti tramite le sole tecnologie digitali".
Solitamente si ritiene che la tutela del clima e dell’ambiente rappresenti un costo notevole per le imprese, ma c’è anche un ritorno economico e d’immagine?
"Un’azienda che tutela clima e ambiente consuma meno energia e materie prime, e utilizza materiali e processi a basso impatto ambientale, necessitando quindi di minori azioni di abbattimento delle emissioni. Tali elementi comportano tutti una riduzione diretta dei costi di produzione. Inoltre, oggigiorno è sempre più importante per un’azienda dimostrare di essere sostenibile per potersi affermare, ovvero per raccogliere il consenso e il favore della società e quindi dei propri clienti. Di fatto, un’azienda la cui impronta ecologica è giudicata negativamente, oggi difficilmente può fidelizzare i consumatori e affermarsi sul mercato".
Si dice che la trasformazione digitale sarà il motore della nuova «economia verde». Previsione realistica?
"La trasformazione digitale favorirà e accelererà la transizione verso una economia sempre più attenta e rispettosa dell’ambiente, per effetto delle considerazioni sopra esposte. Ma il vero motore della “economia verde” saranno in ogni caso: una società sempre più attenta, mercati sempre più selettivi e imprese sempre più sensibili rispetto al tema della tutela dell’ambiente".