“Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale” (C. S. Lewis)
Gli ultimi difficili mesi hanno evidenziato come, in situazioni estreme come quella che stiamo vivendo, l’esigenza di combinare la tutela della salute e la possibilità di sopravvivenza economica sia un esercizio di equilibrio non facile.
Oltretutto dovendo gestire una situazione in rapida e continua evoluzione, senza dati certi, ma imparando quotidianamente nuovi approcci verso un nemico ancora poco conosciuto. Le valutazioni di tipo sanitario non sono certamente di nostra competenza, ma è apparsa evidente l’importanza di concentrarsi su una strategia, cercando di mantenerla e riconoscendone immediatamente le fragilità o le indicazioni errate. Purtroppo in questa difficile circostanza, spesso, abbiamo dovuto imparare molto rapidamente dai nostri errori.
I continui cambiamenti di orientamento, come l’esempio del Regno Unito, hanno ottenuto conseguenze negative e si sono dimostrati poco paganti.
La strategia del passo dopo passo adottata in Svizzera si sta rivelando, a nostro modesto avviso, commisurata alle esigenze del nostro paese. È stato importante costruire l’accettazione delle misure da parte della popolazione, che doveva e deve essere accompagnata nelle varie fasi, nuove per tutti, rendendo le regole credibili e vivibili. Dal punto di vista economico è stato purtroppo necessario limitare tantissimo, ma fortunatamente non si è fermato tutto. Un compromesso che ha permesso di non peggiorare una situazione che, purtroppo e comunque, sta già avendo un peso notevole per l’economia.
I servizi essenziali per i cittadini devono essere sempre garantiti e i necessari finanziamenti per un settore sanitario performante, un alimentare non carente, ecc., attingono anche da un’economia che, anche se “a lavoro ridotto”, non si ferma.
È un fatto che, con l’applicazione delle misure adeguate in ambito sanitario-aziendale, in Svizzera i contagi non siano aumentati malgrado appunto determinate attività siano rimaste operative. Anche l’esposizione giornaliera del personale dei commerci alimentari, per esempio, ma come anche nelle poste, nelle banche, ecc., non ha comportato fortunatamente un aumento significativo dei contagi di categoria.
Restano problematici gli assembramenti pubblici incontrollati e purtroppo le attività economiche a essi legati, a differenza di quelle svolte in cerchia ristretta e controllata, sono quelle più a rischio e probabilmente saranno quelle più difficili da gestire. “Non abbassare la guardia” è una frase che i professionisti della salute hanno raccomandato e raccomandano a gran voce a tutti, ancora tutt’ora. Permane incessante una minacciosa incertezza, con la quale stiamo lentamente imparando a convivere e che dovremo gestire e tollerare presumibilmente ancora per parecchio tempo.
La sfida per l’economia resta quella di garantire la salute parallelamente al funzionamento ottimale delle attività, tutelando cittadini, collaboratori e azienda. Finora in Ticino e anche in Svizzera l’esercizio è riuscito ed è nostra ferma intenzione continuare a operare in questo senso.
Da una chiusura quasi totale, incalza il desiderio di riprovare a ricostruire quella che, solo qualche mese fa, era scontata normalità. A questo fine, negli ultimi giorni le Nazioni hanno presentato ai loro cittadini piani di ripartenza mirata e commisurata alla propria realtà.
Piani che sono il risultato di serie considerazioni a 360 gradi. Se da un lato si vuole tutelare la salute delle persone, dall’altra, l’economia necessita di respiro dopo settimane di stop.
Le decisioni sui termini della ripartenza vengono prese in base all’evoluzione della pandemia all’interno di ogni Paese, ma tenendo in puntuale considerazione, in particolare, anche la situazione nei Paesi limitrofi.
È ormai appurato come un virus non conosca frontiere o barriere geografiche, per cui, conoscere la realtà che stanno vivendo le diverse Nazioni nel Continente è un ulteriore criterio per una gestione oculata dei passi da intraprendere per un’iniziale riapertura delle diverse attività socioeconomiche interne.
L’Europa intorno al nostro territorio
Italia
L’Italia è una delle nazioni più duramente colpite dal Coronavirus. Un rallentamento dell’espansione della malattia ha permesso al Governo italiano di considerare alcune misure di allentamento dopo lo stop completo delle attività non essenziali.
Il 4 maggio si è permessa la riapertura della manifattura, le costruzioni e tutto l’ingrosso funzionale ai due settori. All’interno della regione sono consentiti gli spostamenti per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute, ai quali si aggiunge la possibilità di spostamenti mirati per far visita a congiunti. L’accesso a parchi, ville e giardini pubblici resta condizionato al rigoroso rispetto delle distanze e all’adozione di misure per contingentare gli ingressi. I sindaci potranno disporre la chiusura delle aree se non sarà possibile assicurare il rispetto di queste misure. Sarà consentita l’attività di ristorazione da asporto. Nessun assembramento, il cibo si consumerà a casa o in ufficio.
Il 18 maggio è prevista la riapertura di musei e biblioteche, commercio al dettaglio funzionale ai settori manifatturiero e delle costruzioni.
Dal 1° giugno verrà considerata, numeri pandemici permettendo, la riapertura di bar, ristorazione, barbieri, parrucchieri, estetisti, ecc.
Francia
La Francia ha registrato una tendenza in diminuzione ma i decessi sono ancora numerosi. Sebbene il numero di nuovi contagi non sia ai minimi, il governo francese ha deciso il 28 aprile il piano di riapertura, il quale ha come prima data l’11 maggio. L’11 maggio sarà una giornata di riapertura per i negozi commerciali, delle biblioteche, dei musei, di parrucchieri, di centri di bellezza, dei parchi e dei giardini pubblici.
In questo giorno riapriranno anche le scuole dell’infanzia, con l’imposizione dell’uso delle mascherine per il personale scolastico. Il limite di bambini è di 10 per gli asili nido, è invece posto a 15 allievi per le scuole dell’infanzia, elementari e per le scuole medie. Per le scuole superiori e universitarie bisognerà attendere prima di ricevere indicazioni riguardo alla data di riapertura.
L’attività fisica all’aperto sarà possibile, con l’imperativo di rispettare le distanze sociali e di non allontanarsi per più di un chilometro da casa e per massimo un’ora al giorno. Tuttavia, i raduni di persone restano limitati ad un massimo di dieci persone. I grandi eventi saranno rimandati almeno fino a settembre.
Germania
La Germania ha retto efficacemente il confronto con gli altri Paesi europei, imparando e agendo tempestivamente. Vista l’adozione preventiva di misure di distanza sociale, in Germania si sono riscontrati meno casi di Covid-19, ragion per cui, si è presto considerato un rientro alla normalità delle attività socioeconomiche.
In data 20 aprile è stato possibile allentare le misure di contenimento per i commercianti e i rivenditori con uno spazio d’attività superiore agli 800 metri quadrati (questo per garantire che le norme di distanza sociale venissero rispettate). Anche i rivenditori di automobili e biciclette hanno loro potuto riaprire le loro attività.
Il 29 aprile, la città di Berlino ha imposto l’obbligo di portare la mascherina in occasione di visite a mercati e supermercati, e sui mezzi pubblici. Misura che è stata poi adottata anche da altre regioni della Germania.
La riapertura delle scuole è stata attuata per il 4 maggio, sia per le scuole dell’obbligo che per il post-obbligatorio.
Per quanto riguarda bar, ristoranti, centri di svago e luoghi culturali, per il momento resteranno chiusi fino a nuovo avviso. Tutte le manifestazioni, come concerti, spettacoli, competizioni, restano vietati fino a fine agosto.
Austria
Unica nazione ad attuare una quasi-immediata chiusura totale delle proprie frontiere.
L’Austria ha messo sul tavolo le sue direttive per una riapertura graduale delle attività, che riassunta in semplici note si presenta come segue.
Tutti gli spazi commerciali con superfici superiori ai 400 metri quadrati hanno potuto ricominciare ad esercitare le loro attività dal 14 aprile.
A partire dal 1° maggio, i centri commerciali e i negozi, così come i parrucchieri, potranno riaprire, mantenendo però imperativamente le norme di distanza sociale, e portando obbligatoriamente le mascherine.
Gli studenti che si trovano alla fine del loro percorso scolastico potranno accedere agli istituti scolastici a partire dal 4 maggio. Anche nelle scuole è in vigore l’uso di mascherine per gli studenti con più di dieci anni.
Belgio
Ad un mese dal proprio picco, il Belgio ha deciso di ripartire con la messa in atto di norme e direttive basate sul rispetto delle norme igieniche e di distanza sociale. La gran parte delle attività commerciali tornerà a svolgere le proprie attività a partire dall’11 maggio.
Bar e ristoranti potranno riaprire gradualmente a partire dall’8 giugno. La mascherina sarà obbligatoria per coloro che frequenteranno i mezzi di trasporto. Gli studenti potranno tornare in classe a partire dal 18 maggio, con un limite di massimo dieci studenti per aula.
Grecia
Vista la tendenza relativamente bassa di diffusione della malattia ha potuto permettere una riapertura graduale, dando precedenza ai piccoli commerci, agli indipendenti e alle attività legate al turismo. Decisione ponderata sulla grande dipendenza dal settore turistico, fiore all’occhiello per la Grecia e fonte importante di guadagno.
Il 28 aprile è stata annunciata una graduale ripresa delle attività commerciali, come piccoli negozi, librerie, parrucchieri, saloni di bellezza e di cura della persona. I grandi centri commerciali dovranno attendere il 1° giugno prima di poter accogliere nuovamente i propri clienti.
Agli inizi di giugno potranno anche riaprire bar, hotel e ristoranti, con l’auspicio di poter sollevare anche se in minima parte la stagione turistica. Le persone potranno spostarsi liberamente, senza restrizioni particolari, ma le spiagge rimarranno chiuse fino a nuovo avviso.
Le scuole medie e i licei riapriranno le loro aule l’11 maggio e la settimana seguente sarà il turno delle scuole professionali e universitarie. Per gli istituti dell’infanzia e le scuole primarie, per il momento, non è prevista una data precisa per la loro riapertura. Per coloro che utilizzeranno i mezzi pubblici, o che necessiteranno del sistema sanitario, sarà obbligatorio l’uso della mascherina.
A partire dal 17 maggio le chiese potranno riaprire le loro porte ai fedeli e sarà di nuovo possibile partecipare a messe e funzioni religiose.
Repubblica Ceca
Con una tendenza del numero di casi volta verso il ribasso, il Paese ha deciso di far ripartire l’economia interna, favorendo gli spostamenti di persone, ma controllandone rigorosamente lo stato di salute. Dal 27 aprile, infatti, per i residenti della Repubblica Ceca, è possibile uscire dal Paese per motivi lavorativi e non. Al loro ritorno in patria dovranno però dimostrare di essere negativi al Covid-19, sottoponendosi al test o passando direttamente 14 giorni in auto-quarantena. Per i frontalieri sarà necessario presentare un certificato di salute ogni due settimane, che mostri un risultato negativo al Covid-19.
I cittadini possono circolare liberamente all’interno del Paese, senza nessuna restrizione nelle distanze percorse, ma con il limite di assembramento di massimo dieci persone.
Danimarca
Come diversi Paesi del Nord, la Danimarca ha registrato un numero basso di casi fatali. Il picco è stato registrato ad inizio di aprile, con una tendenza in discesa dal dieci aprile in poi. Tendenza che ha convinto la Danimarca a mettere in atto un piano, seppur severo, di ripresa e riapertura delle attività socioeconomiche.
Dal 15 aprile la Danimarca ha riaperto le scuole ai suoi studenti, e ha imposto regole severe sulla distanza sociale da mantenere tra i banchi di scuola. La Danimarca è stata il primo Paese europeo a riportare ad uno stato di normalità il sistema scolastico, nonostante i limiti imposti sul numero di allievi per classe e la suddivisione degli allievi in sottogruppi al fine di limitare il numero di contatti e di persone raggruppate nello stesso stabile.
Norvegia
Come menzionato in precedenza, l’incidenza dei casi di Covid-19 sembra aver colpito in maniera più lieve i Paesi nordici. Anche la Norvegia ha registrato un picco, ma questo non ha fermato la presa di decisioni per la ripresa della normalità nelle attività sociali e commerciali. La Norvegia ha riaperto gli asili nido e le scuole dell’infanzia in data 27 aprile. Il 4 maggio sarà il turno delle scuole primarie, medie e superiori. Il limite di studenti per classe è limitato a quindici al massimo.
Le attività non essenziali, come parrucchieri, estetisti, centri benessere, dermatologi, palestre potranno riattivarsi solo garantendo le misure di distanza sociale e le norme igieniche.
I grandi assembramenti di persone, come in occasione di eventi culturali o raduni sportivi, restano per il momento vietati.
Russia
In Russia non è previsto alcun allentamento delle misure di contenimento, il presidente Vladimir Putin ha infatti menzionato che forse si potrà parlare di alleggerire le misure solo verso metà maggio, ma per il momento, con più di centomila contagi, non vi è ancora margine di riapertura. Per coloro che devono spostarsi per motivi assolutamente necessari è imperativo l’utilizzo della mascherina.
Regno Unito
Boris Johnson ha comunicato che potrebbe trattarsi di attendere ancora qualche giorno prima di parlare di misure di allentamento, per il momento, nessun piano specifico è stato presentato ai cittadini inglesi. Il picco di casi sembra esser stato registrato in data 30 aprile. Purtroppo, il numero delle fatalità sembra essere in continua crescita.
Svezia
La Svezia ha riportato un numero di casi da Covid-19 quasi doppio a quello elvetico. La tendenza degli ultimi giorni è prevalentemente in discesa, con un rallentamento dell’espansione della malattia. A differenze delle nazioni limitrofe, come Norvegia e Finlandia, la Svezia ha adottato delle misure di prevenzione differenti e meno restrittive.
Nessuna attività economica e commerciale è stata temporaneamente sospesa, tutte le attività hanno continuato ad esercitare e a fornire i propri servizi. Persino bar e ristoranti sono rimasti aperti, contrariamente al resto dell’Europa che ha fermato ogni attività che proponesse l’aggruppamento di più persone.
Ad essere state sospese sono i grandi eventi, come concerti, spettacoli, i quali avrebbero riunito un numero importante di persone nello stesso luogo.
La politica svedese ruota la sua strategia di combattimento contro il Coronavirus sulla responsabilità individuale di ciascuno dei sui cittadini.