ARCHIVIO
Il giallo della morte di Brandon Lee sul set del Corvo: la pistola doveva essere a salve, ma...
Un dramma incomprensibile, soprattutto perché Brandon, morto a soli 28 anni, era figlio della leggenda delle arti marziali, Bruce Lee scomparso nel 1973 e sulla cui morte resta il mistero

di Massimo Picozzi

Prendi un’arma, una 44 magnum tanto per non scherzare. Non c’è nulla di strano a trovarla sul set, perché tutti sanno che nelle scene di un film, dove c’è un conflitto a fuoco, dove qualcuno spara, si usano pistole vere. Piuttosto, dentro, si mettono pallottole finte, quelle che in gergo si chiamano “dummies”. 
Non è un problema che preoccupa la troupe, il regista, e tanto meno gli attori, perché ci pensa l’esperto d’armi pagato dalla produzione.

Solo che quel giorno, per risparmiare sulle spese, l’esperto l’hanno mandato a casa prima dell’ultimo ciack, dove il copione dice che Funboy prende la mira e fa fuoco su Eric Draven, il protagonista del film.
Proprio una bella idea, quella di risparmiare sul budget, facendo a meno del tizio che controlla caricatore e carrello, cartucce e grilletto. Se ne sarebbero andati almeno cento dollari di straordinario! Il problema è che qualcuno, il giorno prima, ha maneggiato la 44, ha pure incastrato un colpo in canna senza rendersene conto. Poi ha ricaricato con le dummies, ma non preparate dal tecnico. Sono andati a comprare pallottole vere, gli hanno levato il proiettile per buttare la polvere da sparo e poi ce l’hanno rimesso. Anche qui il budget ci ha guadagnato qualche dollaro.

E’ il 31 marzo 1993, e la scena si svolge negli studi di Wilmington, Nord Carolina. Sono passate otto settimane dall’inizio della lavorazione, e mancano otto giorni prima di chiudere tutto e passare al montaggio. Il titolo del film l’hanno già deciso, “Il Corvo”, ma il suo protagonista, Brandon Lee, non ci sarà alla prima, a prendersi critiche e applausi.

"…Lo vidi crollare, con un lamento. Il foro del proiettile mi parve perfettamente simulato e il sangue era forse fin troppo abbondante, ma nel complesso la scena era riuscita a meraviglia e dopo aver gridato 'stop' dissi che ne avremmo girata un'altra, più che altro per sicurezza". 
È quello che racconta agli investigatori Alex Projas, il regista del film. E quando la troupe, gli attori e tutti quelli che stanno sul set cominciano a muoversi, preparandosi al nuovo ciak, Brandon Lee rimane immobile, a terra.

"Pensai che avesse voglia di scherzare, anche se la cosa era piuttosto strana perché sul lavoro Brandon era di una professionalità e di una serietà estrema, ma visto che non si muoveva, mi avvicinai a lui. Notai che la macchia di sangue continuava ad allargarsi. Troppo liquido rossastro, per essere solo quello contenuto nel piccolo contenitore di plastica che Brandon avrebbe dovuto rompere simulando il ferimento e la caduta. Mi chinai, toccai con il dito quel liquido. Era tiepido e denso, come sangue...”.

Non era previsto che le cose andassero così. Michael Massee, l’attore che impersonava Funboy, doveva sparare all’addome di Eric Draven, da una distanza di circa cinque metri. Fingendo d’essere colpito, Eric sarebbe allora caduto a terra azionando un dispositivo nascosto sotto la camicia, con l’esplosione di piccola sacca, colma di un liquido rosso e vischioso.
Ma Brandon Lee continua a non muoversi, e allora si capisce che è successo qualcosa di grave. C’è Eliza Hutton, l’assistente di studio che inizia a gridare. Grida perché ha paura, grida anche perché quel ragazzo, con una macchia di sangue che si allarga sulla camicia, lo deve sposare tra pochi giorni. Poi tutti cercano di soccorrerlo, di tamponare la ferita.
Arriva l’ambulanza, che parte con le sirene spiegate verso il New Hanover Regional Medical Center, poi dritto in sala operatoria. Ma non c’è nulla da fare, perché un frammento di proiettile gli ha trapassato l’addome, lacerando organi e vasi sanguigni, causando un’emorragia inarrestabile.
Sul referto dell’autopsia lo si legge chiaro: “GSW of abdomen”, dove GSW sta per gunshot wound, ferita d’arma da fuoco. 

Un dramma incomprensibile, una leggerezza inaccettabile. Soprattutto perchè Brandon, morto che aveva solo 28 anni, era figlio della leggenda delle arti marziali, quel Bruce Lee scomparso nel 1973. Anche Bruce se n’era andato giovane, a 32 anni, ed anche la sua morte aveva lasciato molti dubbi.
Dopo una giornata di lavoro, era crollato dopo essersi preso un farmaco antidolorifico, qualcosa per il mal di testa, a base di aspirina, che gli aveva procurato una reazione allergica, fino ad un edema cerebrale acuto. Un fatto certamente possibile, ma di sicuro non frequente.
E allora non erano stati in pochi a sostenere l’ipotesi dell’omicidio camuffato da incidente. Magari c’era dietro la mafia cinese, perché lo “Hei Shou Dang”, il Partito della Mano Nera, non aveva mai accettato che un orientale come Bruce  familiarizzasse in modo così palese con gli “americani”, fino a diventarne un idolo.
Il 3 aprile del 1993 Brandon Lee viene sepolto nel cimitero di Lake View, nella tomba di famiglia, accanto al padre. 
“Il Corvo” l’avevano terminato utilizzando le riprese già effettuate e grazie a un abile montaggio. Ha avuto pure un buon successo al box office, in parte grazie alla morbosa attrazione di una morte che in un attimo s’era trasformata da virtuale in reale.

Un incidente, un delitto ? Ma cosa sappiamo veramente della morte di Brandon Lee?
Sappiamo che Michael Massee, alias Funboy, fu totalmente scagionato. Lui non sapeva che l’arma fosse letale.
Sappiamo che la pellicola di una telecamera che riprendeva la scena dello sparo è scomparsa. Proprio quella dell’inquadratura migliore per capire la dinamica dei fatti.
Sappiamo che la produzione offrì alla famiglia della vittima un cospicuo risarcimento, e questo pose fine ad ogni ulteriore indagine.
Sappiamo che 100 dollari di spese sul budget, alla voce “straordinari”, probabilmente sarebbero stati soldi ben spesi.

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
In Vetrina

EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Fondazione Matasci per l'Arte, "Elisabetta Bursch e l’armonia dei contrari"

22 APRILE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

LAC, al via “Aspettando l’opera”: un viaggio tra musica, cinema e teatro

22 APRILE 2025
OLTRE L'ECONOMIA

Cc-Ti: “Negoziare? Sì, no, forse, magari…”

17 APRILE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Due grandi serate al LAC: la potenza del teatro, la raffinatezza della musica

17 APRILE 2025
ABITARE

Bazzi – Art & Solutions riconfermata tra le eccellenze del settore ceramico

17 APRILE 2025
PANE E VINO

Sessant’anni di storia nel calice: Matasci celebra con una nuova etichetta

11 APRILE 2025
LiberaTV+

POLITICA E POTERE

Telefonini da vietare a scuola? Tre domande a Marina Carobbio

19 APRILE 2025
IL FEDERALISTA

Nonsolomoda... Sergio Morisoli: "E chi è arrivato dopo di noi?"

17 APRILE 2025
ANALISI

Francesco, anatomia di un papato

22 APRILE 2025