La deputata leghista: "La decisione presa non può riconsegnare ciò che è stato tolto, ma può aiutare il nostro territorio a ritrovare un minimo di sollievo"
Di Amanda Rückert *
Deflussi minimi: da quanto tempo sono un tema? Da decenni l’operatività di tre aziende idroelettriche attive nel nostro Cantone non permette un sufficiente rilascio di acqua in alcuni fiumi ticinesi, è causa di siccità e provoca danni importanti agli animali che li popolano e ai loro habitat. L’acqua è un elemento essenziale per qualsiasi ecosistema: senz’acqua non c’è vita. Se il deflusso è insufficiente, la vita nel corso d’acqua diventa estremamente precaria.
Negli anni 70 la Federazione ticinese acquicoltura e pesca depositava un’iniziativa popolare accompagnata da oltre 13mila firme, alla quale il Parlamento dava seguito imponendo un rilascio di deflussi sufficiente. Nel 1992, un voto popolare a livello federale ha poi determinato l’introduzione dell’obbligo di risanare i corsi d’acqua influenzati da prelievi entro il 2007, termine poi posticipato al 2012.
Da un lato dunque la vita nei corsi d’acqua, dall’altro la produzione di energia idroelettrica, che comunque rappresenta una fonte di energia importante nella nostra realtà: il raggiungimento di un compromesso è stato un esercizio difficile, nonostante gli sforzi che per anni hanno impegnato il Dipartimento del territorio, nella ricerca di una soluzione confacente e rispettosa del diritto superiore.
Ma finalmente - dopo numerose discussioni, perizie e contenziosi giudiziari - con coraggio il Consiglio di Stato lo scorso autunno ha fatto proprio un Messaggio, finalizzato ad introdurre nuovi deflussi minimi per il risanamento di alcune tratte dei fiumi Ticino, Brenno, Maggia e San Carlo, imponendo alle aziende coinvolte un rilascio maggiore di acqua.
All’attività legata alla produzione di energia elettrica bisogna affiancare il riscaldamento climatico e i lunghi periodi di siccità ad esso legati, che hanno reso ancora più urgente la necessità di intervenire per ripristinare una certa qualità alle acque dei nostri fiumi. E il Gran Consiglio – a maggioranza – lo scorso 20 febbraio 2019 ha dato seguito alle decisioni del Consiglio di Stato e votato a favore della salute e della dignità dei fiumi ticinesi.
La decisione presa non può purtroppo riconsegnare ciò che è stato tolto, ma può aiutare il nostro territorio a ritrovare un minimo di sollievo. Con il proprio voto, la maggioranza del Parlamento ha quindi dimostrato sensibilità ecologica, lungimiranza e amore per le nostre valli.
Certo, è solo un piccolo passo, ma un atto nella giusta direzione. La speranza mia e di molti colleghi che hanno a cuore il benessere dell’ambiente è che nel corso della prossima legislatura, il Parlamento continui a dimostrare con le proprie decisioni di essere sensibile ai temi ambientali. Anche se per salvare il Pianeta dall’inesorabile declino al quale è condannato occorre una presa di coscienza e una svolta ecologica a livello internazionale, anche noi possiamo dare il nostro piccolo contributo per migliorare la qualità di vita e garantire un futuro alle prossime generazioni.
* Deputata Lega dei ticinesi in Gran Consiglio, Candidata al Gran Consiglio