CANTONALI 2023
Marchesi vs Bignasca: "Scappare col pallone in mano al primo sondaggio non è responsabile"
“L’accordo con la Lega è stato approvato all’unanimità dai rispettivi gremi. Questi attacchi, forse sono solo la testimonianza che stiamo facendo un buon lavoro”

BELLINZONA – “Non credo che scappare col pallone in mano al primo sondaggio che non piace sia un gesto di particolare responsabilità”. Commenta così il presidente cantonale e candidato al governo dell’Udc Piero Marchesi le affermazioni del suo collega di lista - il capogruppo leghista Boris Bignasca – alla trasmissione “Detto tra noi” andata in onda ieri sera su Teleticino (LEGGI QUI).

“Queste uscite sono incomprensibili – ha dichiarato a LaRegione -. L’accordo con la Lega è stato approvato all’unanimità dai rispettivi gremi (…). Questi attacchi, forse sono solo la testimonianza che stiamo facendo un buon lavoro e che la popolazione apprezza la nostra serietà e la chiarezza delle nostre argomentazioni. Detto ciò, continuo però a non capire l’attuale atteggiamento. Da una parte si sottoscrive un accordo che prevede di difendere due seggi di destra in governo – non necessariamente due leghisti – e si conferma la volontà di allargare la rappresentanza dell’area in parlamento, dall’altra si continua a sparare sull’alleato in questo caso perché un sondaggio non va come auspicato. Si faccia campagna sui temi e si smetta di fare i capricci” (LEGGI L'INTERVISTA INTEGRALE).

E sull’affermazione di Bignasca “non rivoterei il decreto Morisoli”, Marchesi dice: “Non è più un tema dell’Udc o del fronte borghese, ma appartiene alla democrazia del nostro cantone (…). Mi è dispiaciuto sentire Claudio Zali affermare a più riprese e, mi permetta, in modo sprezzante, che la decisione popolare è solo aria fritta, lo stesso vale anche per ciò che ha detto Bignasca l’altra sera”.

Poi Marchesi parla del ministro al cui seggio aspira: “Ha fatto tutto lui instaurando una logica di contrapposizione tra noi due. Una competizione che accetto con piacere vista la differenza di vedute sui diversi temi. L’Udc deve avere l’ambizione di entrare in governo, ma la scelta compete agli elettori e a nessun altro. A differenza di Zali, che ha una visione eccessivamente ambientalista e statalista, io preferisco lasciare più libertà ai cittadini, non tassarli con qualsiasi scusa, non imporre divieti, stimolando, al contrario, dei comportamenti virtuosi”.

Il presidente dell’UDC conclude: “Vogliamo far capire ai cittadini l’importanza di un Udc in governo. Se ci fosse stato negli ultimi anni, il Consiglio di Stato non avrebbe così facilmente rinunciato all’applicazione di ‘Prima i nostri’. Non avrebbe lasciato campo libero a Bertoli di far rientrare dalla finestra ‘La scuola che verrà’, che il voto popolare aveva spazzato via. Non avrebbe congelato le molte iniziative fiscali utili ai cittadini e alle piccole e medie aziende. E non avrebbe permesso di gonfiare l’amministrazione pubblica con oltre 640 nuovi dipendenti assunti negli ultimi anni. E infine sulla gestione del problema lupo non sarebbe rimasto così passivo negando una risposta a contadini e allevatori”.

 

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